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Dell’AGCOM mi faccio beffa!

000cambiaregestoreCome farsi beffe dell’Autorità Garante delle Comunicazioni? Chiedete alla maggior parte delle compagnie telefoniche!  Le lenzuolate di Bersani e poi la sua legge imposero alle compagnie telefoniche di non richiedere alcun importo pe il passaggio della clientela da un gestore all’altro, la famosa portabilità del numero e la libertà di poter scegliere incondizionatamente il gestore preferito. Voi pensate che le compagnie telefoniche stiano rispettando la legge? Indubbiamente no e neppure sono preoccupate delle sanzioni che ciclicamente l’AGCOM infligge loro. Infatti dal 2007 le compagnie hanno aggirato il divieto di fatto reintroducendo il contributo di disattivazione, o il contributo per le pratiche di passaggio da un gestore all’altro costringendo di fatto il cliente a spendere dai 30 ai 100 euro. Il decreto n° 7 del 31 gennaio 2007 convertito nella legge 40/2007 aveva come dicevamo abolito qualsiasi onere a carico del cliente che intendesse migrare o semplicemente cessare un contratto. Nel tempo sono ricomparsi come i funghi, sotto le più fantasiose diciture, “costi per attività di migrazione”, “contributi di disattivazione”, “importo per dismissione”, sostituendo di volta in volta la parola penale con altro vocabolo, ma la sostanza non cambia. L’ostacolo per i consumatori è evidente, così come è evidente la lesione al legittimo spirito di concorrenza, pluralità e libertà del mercato, oltre che un ostacolo molto potente messo di traverso alla liberalizzazione del mercato. I consumatori più volte hanno fatto sentire la propria voce e più volte l’AGCOM è intervenuta, ma probabilmente il business è più potente delle sanzioni comminate e purtroppo a rimetterci, come sempre è il cittadino consumatore, che deve subire l’arroganza di società nazionali e multinazionali.

ARES