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Acquaroli denuncia Zingaretti: “A questo gioco di continuo screditamento non mi presterò, ma tanto dovevo per chiarezza”

Seppur l’uso dello strumento della denuncia non è del deputato Acquaroli che privilegia di gran lunga il confronto e la chiarezza, in extremis, all’ennesimo attacco
diffamatorio non ci sta. Al centro della querelle, la famosa cena commemorativa della Marcia su Roma, in occasione anche della vittoria del centro destra in Umbria, tenutasi
ad Arquata il 28 ottobre scorso, alla quale il candidato, insieme al sindaco di Ascoli Piceno Fioravanti erano stati invitati, ignari di ciò che li avrebbe aspettati. Paradossale il
fatto che nessuno dei due era stato poi a cena. Acquaroli era intervenuto in prima battuta parlando di infrastrutture per poi proseguire verso altro incontro istituzionale alla
presenza di autorità religiose lontano km da Arquata, mentre Fioravanti una volta accortosi dell’aria che tirava con la foto di Mussolini nel menù, aveva immediatamente preso
le distanza, andandosene via. Un nulla di fatto, eppure tante e troppe le polemiche che su quella cena a dir poco “nostalgica”, organizzata sì in malo modo, sono arrivate dal
centro sinistra, dal Pd Marche con annessi post sui social, da Italia Viva con Renzi in occasione della presentazione del libro a San Benedetto “La Mossa del Cavallo”, dal
giornalista Mentana che sulla sua pagina Facebook aveva commentato e dichiarato “impresentabile il candidato” e ora l’ennesima che porta il nome di Zingaretti, in occasione
di un incontro pubblico. E per mettere un punto e finalmente fare chiarezza una volta per tutte, stavolta il deputato ricorre alla querela per diffamazione. “In tutta la mia vita
non ho mai usato lo strumento della denuncia, a cui ho sempre privilegiato il confronto, la chiarezza e anche la stretta di mano per sanare qualsiasi incomprensione e errore,
fatto e ricevuto. Ma per comportarsi così occorre buona fede. Questa volta non è stato possibile, perché davanti ad un continuo tentativo di screditare la mia persona, ed oggi
tutta la coalizione, additandomi come pericoloso sovversivo, non ho potuto fare altrimenti. Comprendo le difficoltà di chi, dopo anni al Governo non riesce a rivendicare uno,
dico uno, risultato a favore dei marchigiani, ma non può pensare di continuare ad inventarsi falsità e menzogne nella mia totale inerzia. Non tornerò più su questo argomento
perché voglio parlare solo delle Marche e di come rilanciarla. Perché questo è, invece, il desiderio dell’avversario politico: nascondere decenni di fallimenti creando un
nemico da combattere. A questo gioco non mi presterò, ma tanto dovevo fare chiarezza.”
Prossimo incontro sarà in aula di Tribunale. Con questo, stavolta, il Pd dovrà abbassare la cresta alle ostili menzogne in campagna elettorale. La Regione Marche ha molti
problemi più serie che lo spauracchio del fascismo, manca il lavoro, dove c’è è precario e le leggi danno maggiori tutele crescenti una volta usciti dal mercato, ma molti a
tempo indeterminato sono stati e saranno buttati fuori da un sistema che di buon senso poco ne ha. Le riforme sul mercato del lavoro sì ci sono , ma sono state fatte male. E poi
c’è la ricostruzione post sisma, ci sono le attività danneggiate dal Covid, dove la cassa integrazione stenta ancora ad arrivare, solo per citarne alcune. Credo su ciò dovremmo
concentrarci, più che sull’ostilità che non fa altro che fomentare ancora di più odio e confusione con spreco invano di energie e risorse. E su questo Acquaroli si trova
pienamente d’accordo. Forse è il tempo di ricostruire più che distruggere.
Paola Pieroni