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Domani parte il Micam, Cna Fermo punta sulle sinergie e rilancia la proposta del momento: “Portare nel Fermano una fiera della calzatura”

Micam, ci siamo: prende il via domani il più importante salone della calzatura al mondo, un
appuntamento che le aziende del distretto fermano-maceratese attendono sempre con impazienza.
Dopo che le ultime edizioni erano state accompagnate da un ritrovato ottimismo e dalla speranza che
i piccoli segnali di ripresa dell’economia a livello globale potessero tradursi in effetti positivi concreti
anche nel nostro territorio, stavolta tra gli imprenditori e gli operatori del settore serpeggiano sfiducia
e rassegnazione per una crisi che in realtà non accenna a finire.
Sentimenti, questi ultimi, che istituzioni e associazioni di categoria devono cercare di combattere: per
questo motivo la vetrina milanese diventa, oltre e forse più che un’importante opportunità di mercato
per le aziende, una fondamentale occasione di confronto politico per cercare di tenere accesi i
riflettori su quelle battaglie (dal made in al riconoscimento dell’area di crisi complessa fino
all’abbattimento del costo del lavoro) che, se finalmente portate a termine con successo, potrebbero
davvero ridare nuova linfa al settore.
In attesa che dalla politica nazionale ed internazionale arrivino le risposte attese dagli imprenditori, la
strada per cercare di uscire dalla morsa della crisi è indicata nel tema stesso di questa edizione del
Micam: “Imprese e associazioni di categoria, un lavoro di squadra per continuare ad affermare il
Made in Marche nel mondo”.
C’è bisogno di creare sinergie e fare rete, insomma, e la Cna Fermo non si tira di certo indietro: “La
crisi del nostro distretto ormai si è cronicizzata e c’è sfiducia diffusa, abbiamo notizie di aziende che
non vanno nemmeno in concordato ma chiudono e basta – osserva il Presidente Paolo Silenzi -. Tra
gli imprenditori non è facile fare rete, noi come Cna nel tempo ci abbiamo provato e abbiamo anche
raggiunto dei risultati, sebbene subottimali. Il primo obiettivo dev’essere quello di insistere con
ancora maggior forza in questa direzione”.
Un obiettivo che, secondo Giammarco Ferranti, responsabile di Federmoda Fermo-Macerata, va
perseguito attraverso una stretta collaborazione con le altre associazioni di categoria: “Dobbiamo
imparare a parlare con una voce sola – spiega -. Quello della rete d’impresa, comunque, è uno
strumento utile che va migliorato in determinati aspetti, ma che abbiamo già utilizzato in maniera
positiva soprattutto in fase di progettazione e di filiera”.
Tante le idee sul tavolo per cercare il rilancio, in particolare quella di una fiera da tenere nel Fermano
che funga da vetrina per il settore calzaturiero e tutto il comparto moda: “Dobbiamo fare incoming –
prosegue Silenzi – portare qui i buyers che possono essere, oltre che potenziali acquirenti, anche
turisti del territorio. Certo però che se non scende il costo del lavoro, che incide per circa metà sul
prezzo finale del prodotto, è impossibile essere competitivi sul mercato”.
In ogni caso, anche in questa difficile congiuntura economica, il Micam rimane una straordinaria

vetrina per le aziende: “Parliamo di una fiera che è per distacco la più importante al mondo nel suo
settore – osserva Gianluca Mecozzi, portavoce regionale e territoriale del comparto calzature di CNA
Federmoda – perché nessun’altra è in grado di attirare 35-40 mila visitatori da tutto il mondo”.
Un’esperienza positiva nella quattro giorni di Milano, però, non basta più: “Ormai se non si è presenti
sul mercato dodici mesi all’anno, se non si coltivano i rapporti con i clienti, se non si fanno ricerca e
innovazione e non ci si rinnova costantemente, la fiera è fine a se stessa – incalza il titolare del
calzaturificio Gian Ros -. Se non ci mettiamo in testa che il Micam è sì una vetrina importantissima
ma va condita con tutto il resto, saremo ottimi produttori e artigiani come siamo sempre stati, ma
rimarremo piccolissimi imprenditori”.
Fermo, 14 settembre 2018 L’Ufficio Stampa