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Dall’emergenza alla Prevenzione

R600x__terremoto_jpgSenza titolo-01La tragedia di notevoli dimensioni con epicentro nei comuni di Accumoli, Amatrice, Arquata del Tronto e le frazioni limitrofe deve essere per una volta l’occasione propizia per dare una svolta alla politica dell’emergenza nel nostro Paese. Passare definitivamente dalla fase di gestione emergenziale ad una autentica ed operativa politica di prevenzione delle catastrofi, tutte, da quelle idrogeologiche  a quelle sismiche. Pur non essendo prevedibili questo genere di accadimenti gli studiosi sanno bene, in base a parametri matematici e statistici la ripetitività nell’arco di decenni di tali fenomeni. Non è possibile assistere come in questi giorni alla conta dei morti, oltre 240, in tre piccoli centri dell’Appennino, mentre eventi sismici molto più potenti in quanto a magnitudo in alcuni Paesi, tipo il Giappone non fanno vittime o ne fanno in misura esigua. La spiegazione è presto detta. La qualità delle costruzioni e la prevenzione con la quale queste abitazioni sono state costruite  o ristrutturate, aggiungendo tetti in cemento armato su strutture non portanti, i criteri antisismici applicati, ha fatto la differenza. In un Paese, l’Italia, per l’80% soggetto a sismicità di grado elevato, in particolare la faglia Appenninica e impensabile non prevedere norme severe per le costruzioni e per le ristrutturazioni. Non estendere all’intero edificio e non alle singole unità immobiliari gli standard di sicurezza antisismica, uniti ad un bonus adeguato e obbligatorio, pena l’esclusione da qualsiasi beneficio post sisma, che non riguardi solo la prestazione energetica, gli infissi o le ristrutturazioni interne dei bagni. Occorre una o più leggi in materia al fine di rendere obbligatorio, in particolare nelle “zone rosse” l’adeguamento in un quinquennio degli edifici a stringenti prescrizioni antisismiche, l’adozione di un provvedimento di legge che preveda da subito un prelievo, minimo mensile percentuale sul reddito di ciascuno per creare un Piano Nazionale Mutualistico a copertura dei rischi di eventi catastrofici. Sono inutili, antipatiche e financo irritanti le rituali passarelle delle autorità, il Presidente del Consiglio, la Presidente della Camera sui luoghi del sisma con le rituali rassicurazioni “penseremo a voi, come a una famiglia”. Certo! Ci penseranno con i nostri soldi, aumentando ancora il debito pubblico, lavorando alla ricostruzione come all’Aquila dove delle case cadono i balconi e soprattutto lanciando un bando della Protezione Civile “avente ad oggetto il noleggio, il trasporto e l’installazione di moduli Container in emergenza”, così che l’emergenza diventa “un affare” e la prevenzione non verrà mai attuata.

Eppure dall’attività di prevenzione, se ben programmata ed attuata, verrebbe sicuramente il rilancio dell’economia e una forte spinta al Pil, in considerazione dell’impatto forte che le attività edili e e quelle collegate hanno sull’occupazione e sull’economia in generale.

 

ARES