Attualità a cura di Maurizio Donini

“Il futuro è oggi”

000ilfuturo“L’ipocrisia è il migliore omaggio che il vizio offre alla virtù” declamava La Rochefoucald tra le

sue massime, un aforisma che rende l’idea di quello che pensatori, filosofi e sociologi, con in testa

l’inglese Roger Scruton che ne ha coniato il nome, hanno denominato “Il XX Secolo, secolo del

risentimento”.

Un XX Secolo che viene dopo un ‘900 di delusione e depressione e che racchiude il desiderio di

vedere conformarsi i vicini alle nostre aspettative. Nietzsche affermava che il socialismo è

risentimento, per il controverso, quanto provocatore e iconoclasta filosofo conservatore Roger

Scruton si tratta degli anarchici contro i ricchi, del risentimento dei nazisti verso il successo

materiale degli ebrei, Stalin contro il sistema, le frange estremistiche dell’islam contro tutto quello

che rappresentano gli Stati Uniti. E’ la contrapposizione deontologicamente retorica tra sinistra e

destra post-tangentopoli e vicende berlusconiane seguenti che fanno sconfinare l’azione

moralizzatrice di una politica alla deriva verso una forma di puritanesimo estremo.

Il risentimento è il risultato di una serie di frustrazioni che impediscono alla persona di raggiungere

gli obbiettivi voluti o prefissati, generando una forma di invidia data dal sentirsi bloccati nel

perseguimento delle proprie aspirazione che porta gli attori in gioco a trovare conforto in una forma

di risentimento estremo.

Nel pensiero di Nietzsche viviamo in un insieme di società votate al risentimento, dove il bisogno e

la mancanza di vendetta rientrano verso il soggetto sotto forma di risentimento. Ma perché

definiamo questo XX Secolo come il Secolo del Risentimento? Se non possiamo essere d’accordo

con Scruton quando vuole assolvere sua emittenza Silvio Berlusconi dalle accuse di amoralità

affermando il suo diritto alla privacy; dimenticando lo stesso docente di St.Andrews la sostanziale

differenza tra essere un privato cittadino con i suoi vizi e virtù ed il rappresentante di un popolo che

non è detto voglia essere iconizzato con il bunga bunga piuttosto che con il mandolino.

Ma sicuramente possiamo concordare con Scruton quando afferma che  “Se non ci facciamo più

quattro risate è colpa del politicamente corretto”, il che tradotto in soldoni vuol dire che il risentimento nasce

dalla litigiosità che permea le italiche tribù. Ricordiamo che siamo statisticamente il popolo più rissoso

del mondo occidentale se non del mondo stesso, tanto è vero che abbiamo il triplo di avvocati del

Regno Unito e quasi il doppio della Francia, numeri che non possono solo attribuirsi alla viscosità

delle leggi prodotte dai nostri improvvidi rappresentanti parlamentari.

Se su molte vicende, che alla fine rivestono poca importanza nel moto rotatorio terrestre che fa

correre la nostra vita, usassimo il sorriso e l’ironia invece della querela e delle denuncia non

faremmo probabilmente da argine all’onda di risacca del risentimento?

Sempre Scruton scrive che “i censori lavorano sodo, privando l’umanità del suo modo più naturale

di disinnescare i conflitti, e imponendo a tutti noi un tipo di deferenza apprensiva e cavillosa che, in

verità, è assai più vicina all’ostilità di qualsiasi battuta scherzosa”.

E’ il risentimento che nasce nei tanti moralisti progressisti liberatori che animati dal desiderio di voler

decidere un nuovo ordine, hanno preso il posto della rabbia provocata dagli antesignani antidemocratici

illiberali. Due opposti che portano allo stesso risultato, il trionfo del risentimento e da qui la volontà mutuata

dalla Rivoluzione Francese di una égalité votata religiosamente al conformismo di essere tutti citoyens, del

desiderio che gli altri si adeguino alle nostre aspettative.

Pensate forse che siano pensieri astratti? Se guardiamo anche solo alle vicende politiche ultime avvenute

quanto risentimento si è creato nel PD rispetto al Movimento 5 Stelle per l’aspettativa mancata di una

adesione dei “grillini” ai desiderata del loro partito? Come vedete tutto trova applicazione nella realtà, ricchi

contro poveri, partiti contro altri partiti, vicini contro condomini, se le risposte attese non sono politically

correct  provocano risentimenti e diatribe invece che sorrisi e battute. E’ la scoperta che siamo intrisi di

paure, angosce ed ossessioni e che il futuro tanto atteso è oggi e non è quello che ci aspettavamo, i nostri

sogni traditi e infranti sull’altare di un secolo pregno di una modernità ottenuta con lacrime e sangue.

Per finire riprendiamo ancora il nostro amico-nemico Scruton quando afferma che “Il perdono e l’ironia

hanno reso migliore l’Occidente e adesso possono salvarlo”, una bella risata a volte può essere più efficace

di un ennesimo litigio.

MAURIZIO DONINI