Attualità a cura di Maurizio Donini

Il Momento di Minsky

Negli ultimi tempi in ambienti economici si è parlato spesso del “Momento di Minsky”, Il termine
fu coniato da Paul McCulley del PIMCO (Pacific Investment Management Company) nel 1998, per
descrivere la crisi finanziaria russa del 1998 e prese il nome dall’economista Hyman Minsky. Giova
ricordare che la crisi del rublo determinò il default della Russia, i motivi scatenanti furono il crollo
della fiducia nella capacità gestionale del governo di Eltsin, l’impossibilità di imporre riforme
economiche a causa dell’opposizione dei partiti, e a nulla valse l’azione della Banca Centrale Russa
dal lato finanziario.
Il Momento di Minsky identifica un improvviso crollo dell’economia seguente un ciclo espansivo di
prosperità, prodotto da una politica iper-espansiva da parte delle banche centrali, con
l’immissione di grandi quantità di denaro e tassi bassi. L’abbondanza di risorse riduce la percezione
del rischio e induce gli investitori a usare la leva finanziaria messa a disposizione per investimenti;
un’improvvisa crisi economica che determini un calo della redditività degli investimenti può
portare all’impossibilità di ripagare i debiti contratti. Gli investitori si trovano costretti a svendere
gli asset per ripagare il debito con conseguente ulteriore caduta dei prezzi, alimentata anche dalla
percezione negativa da parte dei possibili acquirenti, generando ulteriori Momenti di Minsky.
Sono molteplici i contributi dati alla teoria, dalla stretta creditizia generata dal fatto che i creditori
negano l’affidamento anziché aumentare i tassi, non fidando nella capacità del debitore di onorare
i propri impegni. Il crollo dei flussi di cassa generati dalla crisi che impediscono al debitore di
saldare gli interessi assunti, l’attore può trovare difficoltà sia sul mercato azionario che in quello
finanziario per approvvigionarsi sul mercato.
Il pericolo del Momento di Minsky è stato evidenziato a ottobre 2021 da Zhou Xiaochuan,
governatore della banca centrale cinese, nel corso dei lavori del Congresso del Partito Comunista
Cinese a Pechino: “Se ci sono troppo fattori ciclici in economia, le fluttuazioni cicliche sono gonfiate
e si crea un ottimismo eccessivo nel periodo, accumulando contraddizioni che possono portare al
momento di Minsky. Ci dobbiamo focalizzare sul prevenire un cambiamento drammatico, la Cina
dovrà controllare una possibile bolla degli asset e affrontare seriamente la questione del debito.”
Come possiamo sintetizzare la teoria di Hyman Minsky? Che il problema dei mercati è l’instabilità
strutturale generata dalla speculazione, da una eccessiva immissione di capitali nel circuito
economico che va a drogare il sistema, cui segue una repentina stretta e crescita dei tassi, che si va
a ripercuotere sui sentiments degli operatori con una caduta di fiducia verticale. Al termine della
recessione gli investitori tendono a puntare su una società vista come in possibile, grande,
crescita, ma questo nella consuetudine continua, viceversa, a crollare. Se si cerca un esempio
pratico del Momenti di Minsky, ci si può tranquillamente rivolgere alla crisi dei mutui sub-prime
del 2007-2008.
MAURIZIO DONINI