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Infolampo: Congresso – Robotica

Colla: «Trovato l’accordo, la Cgil resta unita»
Il segretario confederale ritira la sua disponibilità a succedere a Camusso alla guida della
confederazione. Resta in pista un solo candidato: Maurizio Landini. Dure critiche al governo: in legge di
bilancio mancano gli investimenti e un’idea di futuro
“Abbiamo trovato una soluzione per mantenere unita la Cgil. Lo voleva la nostra gente, il paese. La Cgil
è la casa più importante della sinistra, e nel corso degli anni ha tenuto insieme tutte le sue culture. Non
potevamo permetterci una rottura in un momento così delicato per il
paese”. Così il segretario confederale della Cgil, in un incontro con i
giornalisti a margine del XVIII congresso della Cgil che si sta
svolgendo a Bari, ha annunciato l’accordo per la successione alla
Camusso. Colla ha dunque espresso il “ritiro della mia disponibilità
a fare il segretario generale della confederazione”. Rimane dunque
in pista la proposta della segreteria sul nome di Maurizio Landini.
Ai giornalisti che gli chiedevano quale sarà dopo il congresso il suo
ruolo nella confederazione, il sindacalista ha risposto così: “Il mio
ruolo lo deciderà il segretario generale. Io sono a disposizione e non
ho chiesto nulla”. La cosa importante, per Colla, “è tenere insieme
nel quadrato rosso i tanti io che sono presenti nell’organizzazione”.
Del resto “in tutti i congressi ho detto sempre che avrei fatto di tutto
per non rompere l’unità della Cgil. Andremo dunque al voto su un
unico segretario generale, così come abbiamo sempre detto”.
Il segretario confederale è stato poi sollecitato sui temi della politica
attuale. “Il governo, invitato, ha fatto un errore a non venire al
congresso. Il pluralismo è confronto, e questo governo quando non
si confronta fa pasticci. Facciano come credono, ma penso sia difficile, superando i corpi intermedi,
gestire la complessità di questo paese. Insomma: si tratta di un’occasione persa”.
Da questo punto di vista, ha sottolineato, “la manifestazione del 9 febbraio non è solo perché non ci
convocano. Noi abbiamo proposte alternative e più innovative rispetto a quelle del governo. Bisogna fare
attenzione, perché se la crescita del Pil va sotto allo 0,5%, non si creerà più un solo posto di lavoro. Si
incrementa la precarietà e la competizione sul costo del lavoro: ma così si mina la coesione sociale ed è
difficile poi fare mediazioni”. “Se una persona non ha lavoro è difficile invitarla alla mobilitazione”.
Il limite più grave di questa legge di bilancio, per Colla, “è la mancanza di investimenti strategici. Non
bisogna chiudere ma aprire i cantieri” e “anziché fare il reddito di cittadinanza, occorre creare il lavoro di
cittadinanza. Manca totalmente un’idea di sviluppo del paese, serve una politica sulle grandi filiere
strategiche”.
Se non pensiamo strategicamente al futuro, per il dirigente della Cgil, “l’Italia diventerà un paese
Leggi tutto: http://www.rassegna.it/articoli/colla-trovato-laccordo-la-cgil-resta-unita

“Le Br vinte anche grazie al
sindacato e ai comunisti”

Leggi qui (La Repubblica)

www.lavoce.it
Intelligenza artificiale col botto: occhio ai rischi
I rischi legati all’uso o all’abuso dell’intelligenza artificiale richiedono regole e meccanismi di controllo
condivisi. In questo dibattito l’Italia deve ritagliarsi un ruolo da protagonista, se vuole governare un
cambiamento dalle conseguenze radicali.
di Andrea Ciffolilli
Così l’intelligenza artificiale è entrata nelle nostre vite
Nel 1984, il film Terminator raccontava la storia di un cyborg inviato indietro nel tempo per eliminare la
donna che avrebbe dato alla luce il leader della resistenza umana alle macchine, in un futuro distopico in
cui l’intelligenza artificiale tenta di estinguere l’umanità. La realtà può superare la fantasia? 35 anni dopo
quel film e i numerosi sequel, ci sono elementi per affermare che siamo sulla buona strada. L’intelligenza
artificiale (AI – dall’inglese Artificial Intelligence) è in forte crescita e, più o meno silenziosamente, sta
già permeando la nostra vita, con soluzioni applicate ai cellulari, all’assistenza medico-chirurgica,
all’agricoltura, alla manifattura, alla difesa e ai trasporti, basta pensare, per esempio, alla sperimentazione
dei veicoli a guida autonoma. La quinta generazione delle comunicazioni mobili, il 5G, consentirà
un’ulteriore accelerazione nella sua applicazione alla vita quotidiana, dal 2020.
Queste tecnologie generano molte opportunità di crescita, legate all’automazione, alla maggiore
produttività che ne deriva e alla domanda di prodotti personalizzati, ma anche rischi concreti, al di là del
futuro apocalittico descritto nei film. Da un punto di vista socio-economico, l’intelligenza artificiale può
acuire le disparità tra paesi, imprese e lavoratori. Alcuni studi recenti sottolineano che i paesi leader, in
primo luogo Cina e Nord America, si approprierebbero del grosso dei vantaggi economici, mentre gli altri
ne otterrebbero ritorni modesti. Nei paesi avanzati il livello elevato dei salari incentiverebbe la
sostituzione del lavoro con le macchine, aprendo la via a sfide per il ricollocamento delle persone, ma
anche a un generale miglioramento nelle condizioni di vita dei lavoratori che altrove non si
verificherebbe. C’è poi il problema fondamentale delle regole alla base del controllo di un cervello (o di
più cervelli) a cui sono collegati milioni di “corpi”, dai robot industriali a quelli che svolgono interventi
chirurgici, dagli elettrodomestici ai mezzi di trasporto e ai droni militari. Il controllo di queste reti
conferisce infatti un potere enorme a chi lo esercita.
Le azioni dell’Europa e dei governi nazionali
Le opportunità di crescita da un lato e i rischi dall’altro fanno sì che un intervento dei governi sia
essenziale per sostenere lo sviluppo tecnologico e regolamentare l’uso delle applicazioni. L’UE ha
pubblicato un documento di indirizzo sull’AI nell’aprile 2018, con l’obiettivo di promuovere la
definizione di linee guida sui risvolti etici dell’intelligenza artificiale e gli investimenti. Attraverso il
programma Horizon 2020, l’Unione europea già finanzia la ricerca in questo settore. Tra il 2014 e il 2017
sono stati realizzati progetti per un valore di circa 609 milioni, di cui l’Italia ha ottenuto il 12 per cento,
terza dopo Germania e Regno Unito (figura 1.a), mentre in termini pro-capite siamo in linea con la media
(figura 1.b). Le aree di ricerca principali sono la robotica e i sistemi autonomi, la simulazione e
l’apprendimento delle macchine, l’interazione uomo-macchina (figura 2).
Cosa fanno i governi nazionali? La Cina ha elaborato una strategia ampia che promuove la formazione di
competenze, industrializzazione dei risultati della ricerca e infrastrutture, tra cui un parco tecnologico da
quasi 2 miliardi di euro nei pressi di Pechino. Negli Usa, è il settore privato che guida gli investimenti.
Tuttavia, nonostante l’approccio di libero mercato dell’amministrazione Trump, le spese (dichiarate) da
parte del Pentagono rimangono ingenti (oltre 6 miliardi di euro nel 2017). In Europa, la Francia ha
introdotto un piano triennale da 1,5 miliardi, che finanzia non solo ricerca, ma anche e soprattutto
sostegno alle start-up, mentre la Germania ha definito una strategia da 3 miliardi di investimenti entro il
2025 collegato all’iniziativa “Industrie 4.0”. Nel marzo 2018, l’Agenzia per l’Italia digitale ha redatto un
Libro bianco su come facilitare l’adozione dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione e,
più di recente, il ministero dello Sviluppo economico ha avviato l’elaborazione di una strategia nazionale.
Sarebbe essenziale anche un piano di investimenti adeguati che faccia leva sulle competenze nazionali,
ma il piccolo fondo introdotto dalla legge di bilancio, per interventi volti a favorire lo sviluppo di
intelligenza artificiale, “blockchain” e “Internet delle cose”, è poca cosa (15 milioni l’anno fino al 2021)
se confrontato con quanto investono i nostri concorrenti.
Per quanto riguarda i rischi legati all’uso o all’abuso delle tecnologie, richiedono risposte che vanno oltre
il raggio d’azione dei singoli stati, ma il dibattito pubblico su regole e meccanismi di controllo sembra
scoordinato e in ritardo rispetto al ritmo dei progressi tecnologici. Si tratta di un terreno su cui l’Italia,
Leggi tutto: https://www.lavoce.info/archives/57125/dai-film-alla-realta-il-boom-dellintelligenza-artificiale/