Attualità a cura di Maurizio DoniniUltimissime Notizie

Violenza sulle donne – inchieste e considerazioni

114039681-9579322c-9cd5-46d3-9a7e-539dc04be0a1Ogni anno, in occasione del 25 novembre, si riaccende il dibattito sulla violenza contro le donne, poi magari

durante il resto dell’anno si pensa ad altro, ma fino alle feste di Natale diventa il topic del momento. Al di là

di tutto ci sono una serie di dati che fanno riflettere e mettono in luce aspetti triste e sorprendenti allo

stesso tempo.

Innanzitutto le indagini anonime rivelano che una donna su tre ammette di avere subito una qualche forma

di violenza a partire dai 15 anni, dal ‘semplice’ schiaffo od azione di bullismo, allo stupro vero e proprio.

Due distonie balzano subito all’occhio, le denunce alle autorità od organi ufficiali si attesta ad un 2-3%, il

che vuol dire che la stragrande maggioranza dei casi viene tenuta nascosta. Altro dato è che la percentuale

rilevata nei paesi del nord è doppia o tripla rispetto a quelli del sud Europa. Atteggiamenti ed azioni che

sono considerati molestie e violenza in Finlandia, passano con non noncuranza in Italia e Portogallo a

quanto pare. Se si tratti di rassegnazione od abitudine, o piuttosto del confondere uno stalker od un

amico/collega troppo focoso con una forma di galanteria non è dato di sapere con precisione.

Addirittura il 90% degli italiani pensa che la violenza contro le donne sia molto o abbastanza diffusa, una

percezione che si scontra con il basso rilevamento dei casi che si attesta ad un 15% anonimo ed un 2% di

denunce. Media ed ignoranza non vanno d’accordo con la realtà pare, in effetti solo l’11% degli intervistati

dichiara di essere a conoscenza di casi reali tra le sue conoscenze, il restante 80% semplicemente lo pensa.

Senza dilungarsi ed annoiare con statistiche, ci sono alcuni aspetti deprimenti su cui vale la pena

soffermarsi, lo stupro è da condannare sempre e comunque? La risposta parrebbe e dovrebbe essere

sempre, senza se e senza ma, ma così non è. Un bel 14% ritiene che essere sotto l’effetto di droghe od

alcool renda giustificabile la violenza sessuale; un 15% anche solo se si va a casa con qualcuno dopo una

festa, la semplice voglia di fare due chiacchiere e bere un caffè rende comprensibile una violenza a quanto

pare. Un 10% lo giustifica anche se la vittima indossa abiti succinti, se hai la minigonna vuol dire che sei una

‘facile’, per un 7% anche se non ti difendi in maniera abbastanza forte, dire di no e basta non è considerato

sufficiente.

Visioni maschilista? Per niente, gli uomini che forniscono queste attenuanti sono sì il 33%, ma le donne

poco meno, ben il 29% si dichiara a favore di attenuanti al violentatore dividendosi tra l’effetto

allucinogeno (13%), l’invito a casa (14%), indossare abiti sexy (9%) e non scalciare (5%). Insomma anche per

il genere femminile invitare uno a casa equivale a volerselo mettere nel letto ed indossare abiti corti un

invito al maschio che lo giustifica nel dare seguito alla violenza.

Ma il mondo delle donne lascia ancora più interdetti quando un bel 13% dichiara che spesso sono proprio

loro ad inventarsi od esagerare la violenza subita, ed addirittura l’11% ritiene le proprie compagne di

genere come la causa dello stupro. Per chiudere un panorama a tinte fosche, sempre l’11% delle donne

ritiene che le violenze domestiche non dovrebbero essere denunciate e rimanere chiuse nell’ambito

famigliare.

MAURIZIO DONINI