News ItaliaPoliticaUltimissime Notizie

Il coraggio a corrente alternata

000rossiserraccIl coraggio che non c’è! Quello trovato per approvare ad ogni costo l’Italicum strumento ignoto agli italiani e poco utile agli stessi e alle loro presenti esigenze e quello che non si trova per abolire le regioni a statuto speciale e le omologhe provincie a statuto speciale. A settanta anni dall’istituzione tutti sono arciconvinti dell’inutilità, quanto meno, delle cinque regioni a statuto speciale, se non altro per i privilegi ad esse concessi e le fonti di speco che alcune di esse rappresentano. L’ultimo ad aver lanciato un sasso nello stagno in favore dell’abolizione è stato il governatore della Toscana Rossi, subito redarguito dalla suffragetta del Pd renziano Debora Serracchiani, governatrice guarda caso di una delle regioni a Statuto speciale. Un anno fa ci aveva timidamente provato la ministra Boschi, ma aveva dovuto soprassedere di gran carriera. Ora ai più evidente la situazione di disparità e privilegio venutasi a creare con gli anni nelle cinque regioni a statuto speciale e il venir meno dei motivi che produssero la legge costituzionale di approvazione. Da un lato le regioni a statuto speciale possono trattenere dal 70 al 100% dei tributi diretti ed indiretti, dall’altro questo in alcuni casi, vedi la Sicilia, genera sprechi, situazioni di privilegio anacronistici e flussi di spesa incontrollabili. La riforma del Senato potrebbe essere l’occasione per una profonda riflessione e trovare il coraggio per battere le lobby localistiche, seppure non appare del tutto immotivata la resistenza di quanti pensano che sotto il potere centrale non tutto funzionerebbe al meglio, senza una vera, radicale riforma del nostro ordinamento e della pubblica amministrazione, con meno regioni ed una burocrazia più snella ed al servizio effettivo dei cittadini, con poteri di controllo reali.

ARES