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Infolampo: Maratona pensioni – terremoto

image_10Maratona pensioni: ultimo miglio verso il traguardo

Dagli incontri previsti il 6, 7 e 12 settembre, i sindacati attendono risposte dal governo sulle misure che

riguardano pensionati e lavoratori pensionandi.

Ivan Pedretti (Spi Cgil): «Il Governo ha parlato di risorse rilevanti, ma fino a quando non conosceremo

l’entità dello stanziamento il nostro giudizio resta sospeso. Milioni di pensionati in Italia attendono

risposte. Se non arriveranno, siamo pronti a mobilitarci».

La maratona sulle pensioni, cominciata con la grande manifestazione dei pensionati del 19 maggio a

Roma, dovrebbe concludersi questo mese. II Governo ha messo in agenda tre incontri: i primi due, di

carattere tecnico, si terranno il 6 e il 7 settembre; il

terzo porta la data del 12 settembre e avrà una valenza

politica. Saranno queste le occasioni per tirare le

somme di una trattativa che vede protagonisti, da un

lato Cgil, Cisl, Uil e i sindacati dei pensionati Spi, Fnp,

Uilp, dall’altro il ministro Giuliano Poletti, e il

sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso

Nannicini. Le misure in discussione riguardano i

pensionati e i lavoratori pensionandi. Sull’argomento,

LiberEtà, il mensile dello Spi Cgil, pubblica questo

mese un’attenta analisi.

Nello specifico per i pensionandi si sta lavorando per

interventi sui lavori usuranti, sull’anticipo

pensionistico, sui lavoratori precoci e sulle

ricongiunzioni onerose.

Per i pensionati le misure riguardano invece la rivalutazione delle pensioni, l’allargamento della platea dei

beneficiari della quattordicesima e il completamento della no tax area.

Dopo la manifestazione del 19 maggio, tra giugno e luglio scorsi si sono tenute diverse riunioni, sia

tecniche sia politiche, del tavolo di confronto tra governo e sindacati. In questa sede il governo ha

confermato l’intenzione di procedere con una serie di misure sulla previdenza nella prossima legge di

stabilità e si è impegnato a sostenere economicamente diverse misure, senza però avere ancora

quantificato le risorse a disposizione.

Il Governo –commenta il segretario generale dello Spi Cgil, Ivan Pedretti – ha parlato di risorse rilevanti,

ma fino a quando non conosceremo l’entità dello stanziamento il nostro giudizio resta sospeso. Milioni di

pensionati in Italia attendono risposte. Se non arriveranno, siamo pronti a mobilitarci”

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Cgil-Cisl-Uil Marche: già pronti

90.000 euro per interventi sociali

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Terremoto, l’attualità della lezione di Machiavelli

La messa in sicurezza del territorio italiano non è più rinviabile. La realizzazione di un piano di

interventi preventivi avrebbe portato all’annullamento o minimizzazione delle vittime. Proprio come è

successo a Norcia

di Dario Guarascio, Massimo Guarascio

“…Quantum fortuna in rebus humanis possit, et quomodo illi sit occurrendum…”

[Quanto possa la fortuna nelle cose umane, et in che modo se li abbia a resistere]

“…E non mi è incognito che molti hanno avuto et hanno opinione che le cose del mondo sieno in modo

governate dalla fortuna e da Dio che li uomini con la prudenzia loro non possino correggerle, anzi non vi

abbino rimedio alcuno; e per questo potrebbono iudicare che non fussi da insudare molto nelle cose, ma

lasciarsi governare dalla sorte. Questa opinione è suta più creduta né nostri tempi per la variazione grande

delle cose che si sono viste e veggonsi ogni dì fuora d’ogni umana coniettura. A che pensando io qualche

volta, mi sono in qualche parte inclinato nella opinione loro. Non di manco, perché el nostro libero

arbitrio non sia spento, iudico potere essere vero che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre

ma che etiam lei ne lasci governare l’altra metà, o presso, a noi…”

Siamo nel 1513 e Machiavelli, Segretario della Seconda Cancelleria della Repubblica Fiorentina, usa

l’esperienza accumulata nel gestire l’emergenza della prima alluvione di Firenze per redigere il Capitolo

XXV del Principe. Dentro questo, i disastri naturali sono la metafora usata per descrivere le condizioni

dell’ agire politico di fronte ad eventi incerti, pericolosi ed indesiderati. L’efficacia dell’agire, opposta

alla rassegnazione di chi si abbandona al “…governo della Fortuna…”, risiede nella capacità di sfruttare

lo spazio, il margine “…o presso…”, lasciato a disposizione dell’arbitrio umano. L’intuizione della

presenza di un margine di intervento efficace è descritto genialmente dalla definizione “…la metà o

presso…” e costituisce un monito per il politico. La strada indicata è quella di operare nella direzione di

prevedere le possibili situazioni pericolose e realizzare, prima che queste si verifichino, interventi per

eliminare (o mitigare) le potenziali conseguenze dannose. L’insegnamento di Machiavelli non si limita

alle intuizioni fondamentali ma ci indica anche come andare oltre, quali procedure attuative considerare,

come direbbe il politico d’oggi.

“..Et assomiglio quella [la Fortuna] a uno di questi fiumi rovinosi che quando s’adirano allagano e’ piani,

ruinano li alberi e li edifizii…ciascuno fugge loro dinanzi, ognuno cede allo impeto loro, sanza potervi in

alcuna parte obstare. E benchè sieno così fatti, non resta però che li uomini, quando sono tempi quieti non

vi potessino fare provvedimenti, e con ripari et argini, in modo che, crescendo poi, o andrebbono per uno

canale, o l’impeto loro non sarebbe ne sì licenzioso, ne sì dannoso…(Niccolò Machiavelli , Il Principe,

1961 Einaudi [Edizione originale del 1531]. Traduzione di Luigi Firpo)”

Si tratta, quindi, di quegli interventi concreti ed efficaci, da attuare “…in tempo di pace…”, in grado di

mettere al riparo, innanzitutto, le vite umane; e, in secondo luogo, il patrimonio ed i beni della collettività.

Centocinquant’anni dopo, ispirato dal terremoto e dal maremoto che in sequenza colpirono Lisbona

(1755), Voltaire, difendendo il pensiero illuminista, formulava le stesse considerazioni del Machiavelli

(Voltaire, Poème sur le désastre de Lisbonne, 1756) opponendosi alla Teodicea del tout est bien (i.e.

Leibniz). Il ruolo della laica Fortuna di Machiavelli è assolto, nel dibattito tra Voltaire, Leibniz e

Rousseau, dalla divina provvidenza (o dalla punizione divina) contrapposta alla responsabilità razionale

dell’uomo.

A cinque secoli dalla sua lezione, il fatto che il territorio italiano, patria del Machiavelli, per effetto di

terremoti di modesta intensità (come quelli de L’Aquila e di Amatrice) registri morti, feriti, distruzione

del patrimonio storico-culturale e costi economici di così ampia portata non è in alcun modo ascrivibile

alla “Fortuna”. Nell’ultimo secolo, in Italia, lungo tutta la dorsale appenninica, si sono verificati decine di

eventi simili con centinaia di migliaia di morti e centinaia di miliardi di spese per l’emergenza e la

ricostruzione. È di pubblico dominio, inoltre, (grazie al ruolo di studio e di informazione svolto

dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) che terremoti di una magnitudo analoga a quella che

ha caratterizzato l’evento con epicentro Accumoli siano considerabili eventi ad elevata frequenza in tutta

l’unità geo-fisiografica dell’Appenino. Da questo punto di vista, riteniamo opportuno sottolineare che gli

slogan, ripetutamente diffusi dai media, che constatano l’ovvio ribadendo (con fare giustificatorio)

l’impossibilità di prevedere con assoluta precisione luogo e tempo di un evento sismico si configurano

come dei superficiali corresponsabili dell’inazione.

Come già compreso dal Machiavelli, la realizzazione di interventi preventivi di rinforzo degli edifici

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