Attualità a cura di Maurizio Donini

Le proposte per la riduzione dell’orario di lavoro

La riduzione dell’orario di lavoro è un tema che sta tornando prepotentemente al centro del dibattito
politico e sociale in Italia. Diverse proposte di legge sono state depositate alla Camera dei Deputati, con
l’obiettivo di ridurre le ore lavorative settimanali a parità di salario. Attualmente, l’orario di lavoro standard
in Italia è di 40 ore settimanali, come previsto dal Decreto Legislativo 66/2003. Tuttavia, i contratti collettivi
possono stabilire una durata inferiore. Il dibattito sulla riduzione dell’orario di lavoro si inserisce in un
contesto di cambiamenti nel mondo del lavoro, con l’obiettivo di migliorare il benessere dei lavoratori,
aumentare la produttività e favorire la conciliazione tra vita privata e professionale. Negli ultimi trent’anni,
però, il tema della riduzione dell’orario lavorativo è tornato sistematicamente all’ordine del giorno nel
dibattito politico, sindacale e anche scientifico. Con un Bollettino speciale, il gruppo di ricercatori e
ricercatrici di ADAPT ha analizzato le tre proposte di legge in materia di riduzione dell’orario di
lavoro attualmente in discussione: Proposta n. 142 presentata dai deputati Fratoianni e Mari, Proposta n.
1000 presentata dai deputati Conte, Carotenuto e altri e Proposta n. 1505, presentata dai deputati Scotto,
Schlein e altri. La discussione sulle proposte di legge ha coinvolto anche altri soggetti, considerati portatori
di interesse, che sono stati ascoltati durante le audizioni svolte presso la Commissione Lavoro della Camera
dei Deputati: associazioni sindacali e datoriali, aziende presso cui si sono sviluppate sperimentazioni in
materia di “settimana corta” (Intesa Sanpaolo, EssilorLuxottica e Automobili Lamborghini), il Consiglio
nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro e numerosi esperti e accademici.
Diverse forze politiche hanno presentato proposte di legge per la riduzione dell’orario di lavoro. Tra le
principali, si segnalano quelle di Alleanza Verdi-Sinistra (AVS), Movimento 5 Stelle (M5S) e Partito
Democratico (PD). La proposta di AVS punta a una riduzione dell’orario settimanale di lavoro a 34 ore
effettive a parità di retribuzione. L’obiettivo è di favorire una transizione graduale verso un orario di lavoro
ridotto, mantenendo inalterato il salario dei lavoratori. La proposta del M5S è più ambiziosa e prevede la
riduzione dell’orario lavorativo a 32 ore settimanali, sempre a parità di retribuzione. Questa proposta mira
a un cambiamento più radicale nell’organizzazione del lavoro, con l’obiettivo di migliorare la qualità della
vita dei lavoratori e stimolare l’occupazione. Oltre alle proposte citate, sono presenti anche altre iniziative
legislative che affrontano il tema della riduzione dell’orario di lavoro con diverse modalità e obiettivi.
Alcune propongono incentivi per le aziende che adottano orari ridotti, altre si concentrano sulla riduzione
dell’orario per lavori usuranti o particolarmente faticosi. Nonostante le diverse sfumature, le proposte di
legge condividono l’obiettivo di ridurre l’orario di lavoro a parità di salario. Questo aspetto è fondamentale
per garantire che la riduzione dell’orario non si traduca in una perdita di potere d’acquisto per i lavoratori.
Le principali differenze riguardano l’entità della riduzione (34 ore per AVS, 32 per M5S) e le modalità di
implementazione.
La riduzione dell’orario di lavoro potrebbe portare diversi benefici con un generale miglioramento del
benessere dei lavoratori grazie ad un orario di lavoro ridotto potrebbe consentire ai lavoratori di avere più
tempo libero per la famiglia, gli hobby e il riposo, migliorando il loro benessere psicofisico. Studi
dimostrano che un orario di lavoro più breve può portare a un aumento della concentrazione e della
produttività. La riduzione dell’orario di lavoro potrebbe favorire una migliore conciliazione tra vita privata e
professionale, soprattutto per le donne e i genitori. In alcuni casi, la riduzione dell’orario di lavoro potrebbe
portare alla necessità di nuove assunzioni per coprire le ore lavorative non più svolte dai dipendenti
esistenti.
Nonostante i potenziali benefici, la riduzione dell’orario di lavoro presenta anche delle sfide perché per
alcune aziende, la riduzione dell’orario di lavoro potrebbe comportare dei costi aggiuntivi, soprattutto se
non accompagnata da un aumento della produttività. La riduzione dell’orario di lavoro richiede una
riorganizzazione del lavoro e una maggiore flessibilità da parte delle aziende. Un ruolo fondamentale sarà
svolto dalla contrattazione collettiva, che dovrà definire le modalità di implementazione della riduzione
dell’orario di lavoro nei diversi settori. Il dibattito sulla riduzione dell’orario di lavoro è aperto e le proposte
di legge depositate alla Camera rappresentano un importante punto di partenza. Sarà fondamentale un

confronto tra le diverse forze politiche, i sindacati e le associazioni datoriali per trovare soluzioni condivise
che tengano conto delle esigenze dei lavoratori e delle aziende. La riduzione dell’orario di lavoro potrebbe
rappresentare un’opportunità per modernizzare il mondo del lavoro e migliorare la qualità della vita dei
cittadini, ma è necessario affrontare le sfide connesse con un approccio pragmatico e concertativo.
MAURIZIO DONINI