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Yuasa Battery, niente paura

 

Grottazzolina/Porto San Giorgio – Prendete Taranto e toglietegli Gironi e Hofer. Prendete Padova e toglietegli Masulovic e Porro. Prendete Verona e toglietegli Keita e Mozic. E’ solo un esercizio di immaginazione senza controprove di sorta, ma è innegabile che qualunque squadra, ad eccezione forse di Perugia e Trento, senza due titolari e punti di riferimento andrebbe in grossissima difficoltà, anche e soprattutto in uno dei campionati più competitivi al mondo. Ed è non meno innegabile che Grottazzolina, senza Petkovic e Fedrizzi nel momento più importante del calendario di andata, abbia un (grosso) debito con la fortuna. Per tutto questo, e per tanto altro, è vietato mollare in casa Yuasa Battery: ogni giudizio, semmai, è rimandato a quando sconfitte e vittorie arriveranno a fronte di uno scontro ad armi pari. Perché vincere e perdere fa parte del gioco, ma giudicare senza pesare quanto la sfida sia attualmente impari non è onesto intellettualmente.

Così Grottazzolina deve fare più che mai tesoro delle sconfitte arrivate sin qui per capire, e per capirsi. Capire dove e come migliorare, in tutte le proprie componenti, e capirsi, intendendo con ciò l’esercizio di intelletto richiesto a chi, dalle difficoltà, deve trarre benefici. Approfittarne, per far crescere i giovani in cui ha creduto ed investito; abituarli con più fretta del previsto al livello altissimo della Superlega italiana; sviluppare la resilienza necessaria per farsi piegare dalle difficoltà, ma senza spezzarsi. Utilizzare, insomma, i passi indietro sin qui arrivati dalle sconfitte, per prendere la rincorsa. Una rincorsa che, chiaramente, non porterà ad un balzo felino in ottica playoff o a chissà quali voli pindarici, ma quantomeno porterà a sviluppare resistenza alle difficoltà, per far sì che nello scalare la ripida montagna della classifica si possa riuscire, alla resa dei conti, a lasciarsi dietro almeno un’altra pretendente lungo la cordata.

A parte che i sogni passano se uno li fa passare. Domenica (ore 18) arriverà Trento, una delle pretendenti più accreditate per lo scudetto, gli attuali campioni d’Europa in carica: già solo giocarci contro è un sogno, vincere è forse utopia. Ma l’orgoglio di esserci, quella è pura e innegabile realtà, e non è affatto poco né scontato. Niente paura, dunque, i sogni vanno difesi.

Valerio Finucci

 

Ufficio Stampa
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