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Proposta acquisto SATO da parte della CIIP

La CIIP è nata per gestire l’acqua del Piceno e del Fermano
non certo per diventare multiutility e avventurarsi nei mercati.
No a scelte affrettate che stravolgerebbero la natura stessa della società.

L’eventuale via libera all’acquisto dell’azienda SATO che i vertici della CIIP stanno tentando di far
“trangugiare” in fretta e furia ai Comuni del territorio andrebbe a stravolgere la struttura e la
natura stessa della preziosa società pubblica del Piceno e del Fermano nata con la missione
specifica ed esclusiva di gestire in modo efficiente, efficace, economico l’acqua del nostro
territorio a beneficio delle comunità locali. Una missione ulteriormente consolidata con l’esito del
Referendum popolare del 2011 con il quale i cittadini, affermando in modo plebiscitario la volontà
di mantenere tale gestione fuori dal mercato e dalle sue logiche, hanno nei fatti aggiunto ai
suddetti principi anche quelli della solidarietà, sostenibilità, democraticità e trasparenza della
gestione.
Con tale operazione si intende avventurare la CIIP sul mercato alla ricerca di profitti, peraltro
assolutamente incerti, in ambiti estranei alla sua missione quali ad esempio la distribuzione di
energia, la gestione di impianti elettrici, la realizzazione di reti di comunicazione, la costruzioni di
impianti ed edifici di vario genere… Profitti che comunque non potrebbero incidere in maniera
significativa sul bilancio della CIIP visto che l’attuale affidamento diretto del servizio idrico senza
ricorso alla gara d’appalto è vincolato al mantenimento di una missione quasi esclusiva al di fuori
dalla concorrenza nei mercati.
Peraltro la società acquistata conserverebbe personalità giuridica distinta da quella di CIIP, con
una propria amministrazione ed una propria autonomia di gestione, con una missione statutaria e
materiale in gran parte sostanzialmente analoga a quella della CIIP stessa; ciò in aperta violazione
dell’articolo 20 Testo Unico sulle Società Partecipate (D.lgs. 19 agosto 2016 n. 175) che vieta agli
enti locali di acquistare “partecipazioni anche indirette in società che svolgano attività analoghe o
similari a quelle svolte da altre società partecipate…”. Una norma volta alla razionalizzazione delle
attività svolte esternamente dai Comuni, quanto mai pertinente in un caso come questo. Infatti
non si comprende il perché la CIIP anziché acquistare una società non operi realmente per
rafforzare il proprio settore tecnico riportando al proprio interno funzioni, competenze, tecnologie
strettamente attinenti il servizio svolto.

mail:
tavolopicenoabc@gmail.com

ATV-
Valdaso
Ascoli Piceno
S. Benedetto Tr

.

Ascoli Piceno –
Fermo

Per non parlare poi della discutibile operazione proposta dagli stessi vertici della CIIP per il
finanziamento di tale acquisto: la cessione dell’attuale quota di partecipazione CIIP nella società
Hydrowatt che produce energia elettrica sfruttando il deflusso dell’acqua negli impianti idrici.
Una funzione quindi virtuosa vista la stretta connessione con la gestione del servizio idrico ed il
crescente fabbisogno di energia per lo svolgimento di tale servizio. Il paradosso è che mentre si
vorrebbe acquistare una società come la SATO che nello statuto prevede persino la possibilità di
fare manutenzione di edifici e parchi pubblici, dagli atti proposti ai Comuni viene poi
principalmente giustificata l’uscita da Hydrowatt con la “non stretta attinenza delle attività della
società in questione per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali!”.
L’operazione proposta dagli amministratori della CIIP viene sostanzialmente prospettata senza un
chiaro e complessivo progetto industriale che definisca le conseguenti prospettive dei propri
addetti al settore tecnico che attualmente svolgono mansioni analoghe a quelle svolte dalla SATO
che si intende acquisire. Ciò anche in considerazione che nella documentazione prodotta a
corredo dell’operazione si sostiene che tale società, una volta acquisita, dovrebbe quadruplicare le
attività di manutenzione attualmente svolte per la CIIP stessa (da 970.000€ a 4 M€) e quasi
decuplicare i lavori eseguiti (da 1,6M€ a 14 M€). Una società destinata quindi a “gonfiarsi”
rapidamente a discapito della struttura CIIP e che, in aggiunta a ciò, dovrebbe pure operare sul
mercato alla ricerca di commesse in settori disparati. Non vorremmo che, come le Organizzazioni
Sindacali hanno dimostrato di temere, questa possibilità di realizzare profitti fosse immaginata a
danno delle maestranze; sia quelle interne alla CIIP che verrebbero via via rimaneggiate, sia degli
attuali e futuri addetti della società che si vorrebbe acquistare, i quali essendo esterni non
beneficerebbero, con ogni probabilità, delle attuali condizioni e garanzie dei colleghi della CIIP.
Pertanto questa operazione, figlia di una logica privatistica che come associazioni e movimenti per
l’acqua bene comune abbiamo sempre respinto, non può che trovarci decisamente contrari. Per
queste ragioni ci appelliamo ai Sindaci e a tutti i componenti e tutte le componenti dei Consigli
Comunali del Piceno e del Fermano chiamati affrettatamente a pronunciarsi in merito entro il 6
Maggio prossimo, affinché chiedano innanzitutto il rinvio di ogni decisione al riguardo allo scopo di
poterne valutarne meglio le criticità e poter compiere scelte consapevoli e responsabili
nell’interesse del bene comune delle proprie comunità.