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INTESA SANPAOLO: DISTRETTI CAMPIONI DEL MADE IN ITALY

Nel 2023 il fatturato delle imprese distrettuali è stimato in crescita dello 0,8% a
prezzi correnti, in aumento di oltre il 20% rispetto ai livelli pre-covid del 2019.
 La crescita di fatturato prevista per le imprese distrettuali è dell’1,1% nel 2024
e del 2% nel 2025.
 Nel 2023 l’export distrettuale si è confermato sui livelli record del 2022; in
evidenza Meccanica e Agroalimentare. L’avanzo commerciale è salito di 4,4
miliardi di euro (+4,8%) e ha toccato un nuovo massimo a 94,3 miliardi di
euro.
 Prosegue il processo di rafforzamento patrimoniale: il patrimonio netto in
percentuale del passivo è salito sopra la soglia del 30% nei distretti,
percentuale raddoppiata negli ultimi vent’anni. Questo livello di
patrimonializzazione si conferma un argine contro i rischi dei mercati.
 In crescita gli investimenti per efficientare i processi produttivi e potenziare
l’autoproduzione di energia. Un quarto delle imprese distrettuali è riuscito a
contenere l’aumento delle bollette al 4% nel quinquennio 2019-23.
 La doppia transizione green e digitale sarà il principale driver degli
investimenti: le imprese con investimenti 4.0 ottengono vantaggi sia in
termini di crescita sia di produttività.
 Tecnologia, capitale umano e gestione dei rischi derivanti dal cambiamento
climatico saranno le priorità da affrontare nei prossimi anni.
Milano, 15 aprile 2024 – Il Presidente del Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo
professor Gian Maria Gros-Pietro, il Chief Economist Gregorio De Felice e la
Responsabile della Ricerca Industry & Local Economies Stefania Trenti hanno presentato
oggi la sedicesima edizione del Rapporto annuale che il Research Department della Banca
dedica all’evoluzione economica e finanziaria delle imprese distrettuali.
Il Rapporto offre una fotografia aggiornata della situazione economico-reddituale delle
imprese distrettuali. Ne emerge un quadro confortante sullo stato di salute delle imprese,
tutt’altro che scontato visto il periodo di forte turbolenza e incertezza che ha caratterizzato
gli ultimi anni. A partire dal 2020 le imprese si sono trovate ad affrontare un susseguirsi
ravvicinato di eventi avversi. Le analisi contenute in questo Rapporto mostrano che le
imprese distrettuali hanno saputo superare, rafforzandosi, dapprima il Covid, con il blocco
delle produzioni e le difficoltà di approvvigionamento che ne sono conseguite, e

successivamente la guerra in Ucraina che ha portato in Europa forti rincari energetici e
criticità nelle forniture di alcune materie prime importate dai paesi interessati dal conflitto.
Prevista una graduale accelerazione della crescita nel 2025
Il quadro geo-politico si è ulteriormente deteriorato sul finire del 2023, quando, sempre alle
porte dell’Europa, è iniziata una nuova guerra tra Israele e Hamas che, al pari di quella in
Ucraina, è tuttora in corso. Tra gli elementi di incertezza che caratterizzano l’attuale
scenario vi sono anche le prossime elezioni in Europa e negli Stati Uniti. Ciononostante, il
tessuto produttivo italiano ha le risorse per affrontare questa fase complessa, grazie
soprattutto a un poderoso processo di riposizionamento strategico che ha visto crescere gli
investimenti italiani in macchinari, mezzi di trasporto e ICT del 29,3% tra il 2016 e il 2023
a prezzi costanti e, al contempo, salire significativamente il grado di patrimonializzazione
delle imprese. Ciò ci consente di guardare con ottimismo alla ripresa che ci attendiamo
partire nella seconda parte del 2024 e intensificarsi nel corso del 2025 quando si saranno
dispiegati gli effetti del rientro dell’inflazione, del taglio dei tassi di interesse e della spinta
dei fondi del PNRR. Di seguito sono sintetizzati i principali risultati emersi nel Rapporto.
L’uscita dal Covid e dalla crisi energetica
Sono stati analizzati i bilanci di circa 20.800 imprese localizzate nei distretti industriali. Il
fatturato, dopo il balzo registrato nel biennio 2021-22, è stimato aver mostrato un lieve
incremento nel 2023 (+0,8% a prezzi correnti), collocandosi abbondantemente sopra i livelli
del 2019 (+20% circa a prezzi correnti). Si tratta di una performance decisamente positiva e
superiore a quella delle imprese non distrettuali. Tutti i settori mostrano valori del fatturato
maggiori rispetto a quelli del 2019. Spiccano, in particolare, i distretti specializzati nella
meccanica e nell’agro-alimentare che anche nel 2023 hanno registrato una buona crescita
del fatturato, grazie alle performance ottenute sui mercati internazionali (+7,9% e +4,5%
rispettivamente la crescita dell’export).
Nel 2023 l’export distrettuale è rimasto sostanzialmente stabile, confermando i livelli record
toccati nel 2022 quando per la prima volta si era superata di slancio la quota dei 150
miliardi di euro esportati. I distretti hanno saputo superare la debolezza del mercato tedesco
cogliendo le opportunità di crescita presenti in altri mercati, come ad esempio, la Turchia,
gli Emirati Arabi Uniti, il Messico, l’Arabia Saudita, la Cina. Si tratta di un’ulteriore
conferma della straordinaria capacità e velocità di adattamento delle imprese distrettuali che
spiccano nel panorama italiano per propensione all’export e capacità di creare valore nel
territorio. Nel 2023, infatti, l’avanzo commerciale dei distretti è salito di altri 4,4 miliardi di
euro (+4,8%), toccando la quota record di 94,3 miliardi di euro.
Le attese per il biennio in corso sono positive: è previsto un aumento del fatturato a prezzi
correnti delle imprese distrettuali pari all’1,1% nel 2024 e del +2% nel 2025. Ancora in
evidenza agro-alimentare e meccanica. Il primo settore potrà contare su un potenziale di
crescita inespresso sui mercati internazionali. Il secondo beneficerà della maggior domanda
di beni di investimento attivata dalla transizione digitale e green.
Indicazioni positive vengono anche dagli indicatori di redditività che hanno mostrato una
buona tenuta nonostante la crisi energetica. A fronte di un lieve ridimensionamento
dell’EBITDA margin, il ROI delle imprese distrettuali si è rafforzato, grazie a un utilizzo

più efficiente del capitale investito. Sul fronte reddituale sono state premiate le imprese con
impianti di autoproduzione di energia. Il 16,6% delle imprese ad alta marginalità sia nel
2019 sia nel 2022 è dotato di un impianto di energia rinnovabile, cinque punti percentuali in
più rispetto alle altre imprese. Queste differenze sono significative in ogni dimensione
aziendale e settore e sono particolarmente pronunciate tra le medie imprese, nel sistema
moda e nella filiera dei metalli.
Si rafforza la patrimonializzazione
È proseguito il processo di rafforzamento patrimoniale delle imprese distrettuali: il
patrimonio netto in percentuale del passivo è salito sopra la soglia del 30% nei distretti,
leggermente superiore ai valori osservati al di fuori dei distretti. Un’originale analisi di
lungo periodo sui bilanci aziendali mostra come questa percentuale si sia raddoppiata in
vent’anni (era di poco sotto il 16% nel triennio 1998-2000).
Il confronto tra imprese distrettuali attive da più di vent’anni e imprese cessate dopo il 2001
evidenzia poi come le differenze maggiori si osservino soprattutto in termini di grado di
patrimonializzazione che, nel quadriennio 1998-2001, nelle prime era salito al 22,2%, circa
il doppio rispetto alle seconde. I divari erano invece più contenuti in termini di redditività,
liquidità e crescita, anche a parità di dimensione e settore. Ciò significa che l’accresciuta
patrimonializzazione delle imprese rappresenta un’importante protezione contro i rischi
geo-politici e le turbolenze presenti nell’attuale scenario macroeconomico.
Maggiori investimenti in rinnovabili ed efficientamento energetico
Sono in crescita gli investimenti delle imprese distrettuali diretti a efficientare i processi
produttivi e a potenziare l’autoproduzione di energia. È questa l’evidenza che emerge
dall’indagine condotta a novembre-dicembre sulla rete di gestori di Intesa Sanpaolo. Resta
dunque alta l’attenzione ai costi energetici, anche perché, nonostante il rientro parziale delle
quotazioni, il quadro resta caratterizzato da incertezza e volatilità. L’analisi delle bollette
energetiche evidenzia che un quarto delle imprese distrettuali tra il 2019 e il 2023 è riuscito
a contenere al 4% l’aumento dei pagamenti alle utility energetiche; si tratta molto
probabilmente delle aziende più attive sul fronte delle rinnovabili e dell’efficientamento dei
processi produttivi.
La spinta del piano Transizione 5.0
Sempre secondo i gestori, la doppia transizione green e digitale è, e sarà, il principale driver
degli investimenti in Italia e nei distretti industriali; una spinta importante potrà venire dagli
incentivi a favore di Transizione 5.0, che complessivamente prevedono circa 13 miliardi di
euro di crediti d’imposta. Una maggiore diffusione del digitale nel sistema produttivo si può
tradurre in un aumento del tasso di crescita potenziale del nostro PIL. Le imprese con
investimenti 4.0 ottengono, infatti, vantaggi importanti in termini sia di crescita (+32,5%
l’aumento del fatturato tra il 2019 e il 2022, una percentuale doppia rispetto a quelle non
4.0) sia di produttività (pari nel 2022 a 76 mila euro vs 60 mila euro). È questa l’evidenza
che emerge dall’analisi effettuata su più di 200 imprese localizzate in Emilia-Romagna e
nelle Marche e attive anche in settori ad alta intensità distrettuale.
Le priorità dei prossimi anni

Nei prossimi anni potrà dunque proseguire il processo di rilancio competitivo del tessuto
distrettuale italiano. Tecnologia e capitale umano continueranno a essere le priorità. Il
cambiamento climatico in corso imporrà poi una gestione più consapevole ed efficiente
della risorsa idrica, oltreché un’attenzione particolare ai rischi idrogeologici. Secondo le
nostre stime, il 15% delle imprese distrettuali è esposto a un rischio alluvione medio o
elevato.
Tecnologia e digitale
Nonostante i progressi fatti negli ultimi anni, la diffusione di alcune tecnologie nei settori ad
alta intensità distrettuale è ancora bassa. Se, infatti, è alta la quota di imprese manifatturiere
italiane che utilizzano servizi di cloud computing (siamo al 61,2% vs il 46,3% nella media
dell’Unione Europea), non altrettanto si può dire per l’analisi dei dati (24,3% vs 27,4%), l’e-
commerce (15,2% vs 20,8%) e l’intelligenza artificiale (4,9% vs 6,8%). Tra i settori ad alta
intensità distrettuale, spicca soprattutto il settore alimentare e bevande che evidenzia un
posizionamento migliore rispetto alla media europea per analisi dati e intelligenza artificiale
e un divario contenuto sull’e-commerce. Ritardi maggiori emergono, invece, per il sistema
moda italiano.
Attenzione all’ambiente
Il cambiamento climatico imporrà una crescente attenzione all’ambiente, rendendo sempre
più prioritaria la transizione green, da portare avanti con un mix articolato di strategie,
dall’autoproduzione di energia all’efficientamento energetico, dalla riduzione dell’uso di
materie prime all’utilizzo di materie prime seconde, dal risparmio idrico al riciclo-riutilizzo
di acqua, dalla riduzione di emissioni atmosferiche al minor utilizzo di trasporti, dal design
for recycling al life cycle assessment. È ancora contenuta la quota di imprese evolute su
questi temi. Tuttavia, l’operatività in distretti industriali potrà rappresentare un vantaggio. Si
pensi ad esempio alla presenza di esternalità positive nella gestione della risorsa idrica nella
fase di approvvigionamento, in quella di raccolta e depurazione dei reflui industriali e nelle
pratiche di riutilizzo. L’omogeneità delle produzioni e delle tecnologie rappresenta, infatti,
un elemento che tende a semplificare la gestione aggregata dei servizi. Un contributo potrà
poi venire dai rapporti di filiera. Proprio nei distretti è più alta la ricerca di fornitori che
riducono l’impatto ambientale, soprattutto da parte delle imprese medio-grandi, che spesso
svolgono funzione di ‘capofila’ e possono, quindi, generare un effetto ‘a cascata’ verso le
imprese più piccole, che saranno maggiormente indotte a effettuare investimenti in questa
direzione per continuare a essere partner strategici.
Manodopera qualificata cercasi
Le sfide digitale e green possono essere vinte solo se affrontate con forza lavoro qualificata.
Soprattutto nei distretti, le difficoltà di reperimento della manodopera sono elevate. Queste
criticità vanno superate, anche attraverso il potenziamento degli ITS e l’avvicinamento delle
Università al tessuto produttivo. I giovani italiani conoscono ancora poco le opportunità
offerte dalle tante eccellenze aziendali presenti sul territorio. Anche per questo scelgono
molto spesso di emigrare, attratti dalla possibilità di veder valorizzato il merito, fare carriera
e percepire alte remunerazioni. Sono queste le principali evidenze emerse da una nostra
indagine ad hoc, condotta lo scorso anno, su circa 140 giovani laureati o laureandi emigrati
all’estero.

TAVOLE
Fig. 1 – Evoluzione del fatturato a confronto (variazione % a prezzi
correnti; valori mediani)

Fig. 2 – EBITDA margin (valori mediani)

-12,020,613,85,118,7-12,622,313,46,419,5-15-10-505101520252020 vs20192021 vs20202022 vs20212021 vs20192022 vs2019Aree non distrettualiDistretti

Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID) Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID)

Fig. 3 – Distretti: patrimonio netto in % del passivo nel 1998-2001 e
2019-2022 (valori mediani)

Fig. 4 – Distretti: patrimonio netto in % del passivo per dimensione
nel 2001 e 2022 (valori mediani)

15,315,615,916,629,632,931,932,30510152025303519981999200020012019202020212022 28,232,839,441,213,116,922,424,801020304050Micro impresePiccole impreseMedie impreseGrandi imprese20012022

Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID) Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID)

Fig. 5 – I distretti migliori per performance di crescita, redditività e patrimonializzazione (da 0 a 100)

0102030405060708090

Oreficeria di Arezzo
Materie plastiche di Treviso, Vicenza, Padova
Meccanica strumentale di Vicenza
Lavorazione metalli Valle dell'Arno
Macchine tessili di Biella
Camperistica della Val d'Elsa
Termomeccanica di Padova
Meccatronica di Reggio Emilia
Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene
Tessile di Biella
Prodotti in vetro di Venezia e Padova
Nautica di Viareggio
Calzature del Brenta
Legno di Casalasco-Viadanese
Caffè e confetterie del napoletano
Termomeccanica scaligera
Conserve di Nocera
Occhialeria di Belluno
Macchine agricole di Padova e Vicenza
Vini e distillati del Friuli
Meccatronica di Trento
Gomma del Sebino Bergamasco
Vini e distillati del bresciano
Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena
Oreficeria di Valenza

65.0316
4557
65.6645
56962
66.2658
22785
66.5822
78481
67.6582
27848
68.3544
3038
68.6075
94937
68.7658
22785
68.7658
22785
70.1898
73418
70.2531
64557
71.4873
41772
71.8987
34177
71.9620
25316
72.9746
83544
74.2088
60759
75.0632
91139
75.6012
65823
76.2341
77215
76.3291
13924
76.7721
51899
78.9240
50633
80.9177
21519
83.1962
02532
85.2848
10127

B
a
r
*
P
a
g
e
W
i
d
t
h
*
F
a
l
s
o
Nota: per la descrizione della metodologia utilizzata per realizzare la classifica si rimanda al capitolo 1 del Rapporto. I colori attributi
ai distretti fanno riferimento alla zona in cui operano: verde Nord-Est, blu Nord-Ovest, giallo Centro, arancione Mezzogiorno. Fonte:

Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID) e Istat

Fig. 6 – Imprese 4.0 vs imprese non 4.0: l’evoluzione del fatturato
nel periodo 2019-22 (var. % prezzi correnti, valori mediani)

Fig. 7 – Imprese 4.0 vs imprese non 4.0: valore aggiunto per addetto
(migliaia di euro; mediane)
-8,528,615,432,5-11,426,77,416,6-20-100102030402020 vs 20192021 vs 20202022 vs 2021Var. % 22 vs19Imprese 4.0Imprese non 4.0 63557076555158600204060802019202020212022Imprese 4.0Imprese non 4.0

Fonte: elaborazioni su dati indagine BI-REX – Intesa Sanpaolo 2022 Fonte: elaborazioni su dati indagine BI-REX – Intesa Sanpaolo 2022

Fig. 8 – Le strategie delle imprese nell’attuale scenario (% di gestori che hanno indicato la tipologia di
reazione, al netto dei non so, possibili più risposte)
01020304050Maggior ricorso a fornitori europeiNessuna delle precedentiChiusura stabilimentiMaggior ricorso a fornitori italianiComunità energeticheRidurre lavorazioniStrumenti copertura rischiEfficientare magazzini e logisticaDiversificare gli approvvigionamentiDiversificare i mercati di sboccoDiversa organiz. per efficientare processiNuovi investim. per efficientare processiAutoproduzione di energiaDistrettiAree non distrettuali

Fonte: Indagine Intesa Sanpaolo edizione novembre-dicembre 2023

Fig. 9 – Esposizione al rischio idrogeologico delle imprese distrettuali e non distrettuali (2022, %)
16,115,115,96,86,96,83,84,03,905101520Aree non distrettualiDistrettiTotalerischio frana elevato e molto elevatorischio alluvioni elevatorischio alluvioni da medio a elevato

Nota: % sul numero di imprese distrettuali/non distrettuali. Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID), elaborazioni su
dati ISPRA
Fig. 10 – Le strategie green sulle quali si stanno concentrando le imprese clienti (% di gestori che
hanno indicato la tipologia di strategia green, al netto dei non so, possibili più risposte)

01020304050Riduzione inquinamento acustico/luminosoRiduzione materiali pericolosiAdesione a simbiosi industrialeLife cycle assessmentNessuna delle precedentiDesign for recyclingRapporto di sostenibilitàRiduzione uso materie primeRiduzione emissioni atmosfericheRiduzione utilizzo imballaggiRiduzione uso di acquaRisparmio nei trasportiRiciclo-riutilizzo acquaFornitori a minor impatto ambientaleUtilizzo di materie prime secondeRaccolta differenziataAumento efficienza energeticaAumento energia da FERDistrettiAree non distrettuali

Fonte: Indagine Intesa Sanpaolo edizione novembre-dicembre 2023
Fig. 11 – Ricorso a fornitori che riducono l’impatto ambientale
(% gestori che hanno indicato questa strategia, al netto non so)

Fig. 12 – Motivazioni dell’espatrio dei lavoratori secondo il periodo
di trasferimento all’estero (per classi di permanenza all’estero “dal
2016 in poi” vs “dal 2011 al 2015”; % possibili più risposte)

0510152025MicroPiccoleMedie-GrandiDistrettiAree non distrettuali 34,048,963,874,578,783,0020406080100L’azienda all’estero offre formazione continuaAll’estero c’è chiarezza del percorso di carrieraAll’estero possibilità di specializzazioni avanzateAll'estero c’è una maggiore remunerazioneAll’estero ci sono opportunità di carrieraAll’estero valorizzazione del merito e dei giovaniDal 2016 in poiDal 2011 al 2015

Fonte: Indagine Intesa Sanpaolo edizione novembre-dicembre 2023 Fonte: indagine Intesa Sanpaolo su laureati all’estero