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Con un patteggiamento di fronte al G.I.P. del Tribunale di Ancona da parte del conducente implicato, si conclude il caso Lenoci

L’eco mediatica commenta l’avvocato Igor Giostra aveva acuito il peso della
responsabilità dell’accusato addossandogli un sovraccarico di colpa che non
trovava alcun riscontro probatorio.

FERMO – Si conclude, con una pena di 1 anno e 4 mesi di reclusione a seguito
del patteggiamento dell’imputato, la vicenda giudiziaria del giovane Giuseppe
Lenoci, vittima di un incidente stradale mentre svolgeva il tirocinio scuola-
lavoro con una nota impresa termoidraulica del fermano.

In questi giorni, il trentottenne conducente del mezzo e dipendente della ditta,
imputato per il reato di omicidio stradale, ha patteggiato, davanti al G.I.P. del
Tribunale di Ancona, ad una pena di anni 1 mesi 4 di reclusione, con
concessione della sospensione condizionale.

La pena inflitta potrebbe non trovare il consenso di molti ma risulta “giusta ed
equilibrata sotto il profilo della commisurazione perché tiene conto del
comportamento del mio assistito – commenta l’avvocato Igor Giostra
legale dell’imputato – che si è subito reso conto della gravità di quanto
accaduto, si è scusato ed ha manifestato il proprio cordoglio alla famiglia della
vittima e si è per quanto in suo potere, insieme alla ditta, adoperato per
facilitare il risarcimento del danno”.

Dell’incidente si era occupata la stampa locale e nazionale destando molto
scalpore ed indignazione anche quando, in maniera del tutto erronea e

disinvolta, si sentenziava in testate nazionali che l’imputato, al momento della
guida, fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
L’eco mediatica da un lato aveva acuito il peso della responsabilità
dell’accusato addossandogli un sovraccarico di colpa che non trovava alcun
riscontro probatorio, dall’altro lato, è un monito oggi per riflettere sul solco che
simili vicende scavano tra l’aspettativa di giustizia della collettività e la risposta
sanzionatoria dell’ordinamento.

“Occorre prendere atto – continua l’avvocato Giostra – di come la vicenda
sia maturata in un contesto colposo e manchi quindi da parte dell’autore del
reato l’effettiva volontà di commettere l’illecito e di causarne le conseguenze
lesive”.

Il rischio di sinistro costituisce un ineliminabile “compagno di viaggio” di ogni
utente della strada e, per quante cautele possano prescriversi ed adottarsi,
resta pur sempre una componente fisiologica con cui doversi rapportare
quando si assicura la libertà di circolazione come mezzo imprescindibile per lo
sviluppo della personalità umana.

Al superamento del livello di “rischio tollerato” per colpa dell’automobilista è
giusto che l’ordinamento intervenga e punisca il colpevole, ristabilendo con
forza la validità della regola violata.
Niente potrà mai lenire il dolore dei familiari o restituire alla vita la giovane
vittima né placare la rabbia comprensibile per la grave perdita, acuita dalle
circostanze in cui si è verificato l’accadimento “Tuttavia -conclude l’avvocato
Giostra – non deve mai cedersi alla tentazione di irrogare una “pena
esemplare” ed in qualche modo condizionata dalla eco mediatica e
dall’indignazione sociale suscitate dal fatto e priva, invece, di una concreta
considerazione della dimensione psicologica del reo e del contesto lecito di
base nel quale si è consumato il reato”.