Pesaro-Urbino

Il ruolo della musica nella missione di Giuseppina Catalano

di Giorgio Girelli *
La sala del Consiglio Comunale di Pesaro ha ospitato la cerimonia per
l’assegnazione del Premio “Sara Levi Nathan” a Giuseppina Catalano. È l’ultimo di
un serie di riconoscimenti che la nota professionista ha ricevuto durante la sua
opera presso l’Ospedale di Pesaro dove ha introdotto ed applicato innovative ed
efficaci terapie contro i tumori. La motivazione del riconoscimento individua, tra
l’altro, in Giuseppina Catalano “una donna tenace e propositiva, che si è spesa
professionalmente ed umanamente per curare ed aiutare i suoi pazienti, ed i loro
familiari, ad affrontare la dura sfida che comporta la lotta alle malattie
oncologiche”. E Pesaro le ha espresso riconoscenza “per aver donato alla città il
suo sapere al servizio del volontariato e per l’alto senso civico e il suo proficuo
impegno nella politica locale”. Infatti, la Catalano si è a lungo prodigata in una
intensa attività sociale a sostegno del prossimo giungendo a ricoprire i ruoli di Vice
Sindaco e di Assessore alle politiche sociali. Rivelando, ancora una volta, il suo
spirito nobile e generoso, la dottoressa si è rivolta ai numerosi amici, colleghi ed
estimatori presenti affermando: “Se alzo gli occhi vedo tutta la mia vita
professionale, con la presenza di persone senza le quali non sarei riuscita a fare
nulla. Tutti diversi, ma tutti fatti di amore e passione per la medicina e per i pazienti”.
Ebbene, se come concittadino rendo onore a Giuseppina Catalano per gli alti meriti
acquisiti nel prendersi cura del prossimo, come presidente emerito del
Conservatorio Rossini, in particolare, aggiungo sentimenti di diretta gratitudine alla
grande professionista la quale, durante la mia gestione, ha affiancato alle giornate
celebrative della Lega contro i Tumori da lei diretta, i concerti degli allievi del
Conservatorio ai quali, accanto alla preparazione musicale, è stata offerta
occasione di riflessione sulla complessità della vita e dei suoi problemi con ciò
concorrendo anche all’arricchimento del percorso di maturazione civica e spirituale
della loro personalità. Compito che ogni istituto di istruzione, oltre ad impartire i
propri specifici insegnamenti, non dovrebbe mai trascurare. Peraltro, ho già avuto

modo di rilevare che il solo collegamento di un concerto a situazioni umane difficili
evidenzia un altro aspetto del ricco potenziale di cui dispone la musica a sostegno
dell’uomo: per le riflessioni ed i sentimenti di solidarietà che essa tende a suscitare.
In seno al Conservatorio Rossini dove è stata promossa attenzione per l’operato
della Lega Italiana per la lotta contro i Tumori (LILT), hanno trovato animazione
anche altre iniziative, come il progetto “Earth to the Earth”. Il Conservatorio “Rossini”
ha offerto da tempo, senza attendere siccità e disastrose alluvioni, il suo contributo
per sensibilizzare studenti, docenti ed opinione pubblica sulla necessità di
salvaguardare il pianeta Terra dall’inquinamento e da tutti i fattori di distruzione
provocati da una errata strategia di promozione economica. Memorabile, tra l’altro,
il concerto della Orchestra di Fiati del Conservatorio Rossini diretta da Michele
Mangani nel 2008 al Quirinale, presente il Presidente della Repubblica, in occasione
dell’ “Anno Internazionale del Pianeta Terra” promosso dall’O.N.U.
Che cosa c’entra l’ambiente con i concerti a sostegno della LILT? In verità la
connessione è stretta se si considera quale rilevanza abbia il degrado dell’ambiente
nella insorgenza dei tumori. Così, dunque, il cerchio si completa. Il suo momento di
sutura è proprio la musica, via elevata di richiamo sia verso chi soffre, sia verso le
cause prime che spesso sono alla radice di quelle sofferenze. Il Conservatorio
Rossini, dunque, con le sue produzioni, ha sollevato un arco vasto di questioni da
cui l’ascoltatore riflessivo non può non restare coinvolto. Sicché, alla “ricreazione
della mente” (finis della musica secondo Bach), si affiancherà l’attenzione su
aspetti pratici quali, per restare a fatti evidenti a tutti, la dissennatezza con cui si
usano concimi, si trascurano il territorio ed i suoi fiumi, si gestiscono le fabbriche, si
incrementa ovunque una edilizia devastante, che ammassa abitazioni e traffico
invece di diradarli. Decenni e decenni fa, una casa sulla via di transito era
considerata un grande vantaggio. Oggi, molti avvertono i disturbi dell’inquinamento
ambientale ed acustico e quindi, ciò che a suo tempo era ambìto, ora viene rifiutato.
Ma la repulsione sarebbe maggiore – incidendo sulla qualità dell’offerta del
mercato edilizio, oggi “trangugiata” alla cieca – se fosse messo consapevolmente
in conto il pericoloso inquinamento dell’aria per il quale le vie di transito, ricolme di
automezzi, sono vere e proprie bombe a scoppio differito. L’aria malata è
presupposto per patologie che emergeranno negli anni intaccando polmoni, gola,
fegato, sangue, con insorgenza di situazioni strazianti ed anche con onerosi

impegni aggiuntivi del Servizio sanitario nazionale per i quali nessuno è chiamato a
rispondere: nell’indifferenza, se non nella connivenza, di vari livelli di autorità che
dovrebbero meglio vigilare e meglio valutare le conseguenze della assenza di
lungimirante prevenzione. E dinanzi a tutto ciò, l’opera, l’esempio e l’insegnamento
di Giuseppina Catalano, suonano come monito a tenere comportamenti privati e
pubblici più avveduti. Suggeriva Beethoven che compito dell’arte è quello di creare
la pace e alleviare le sofferenze dell’uomo. Ma non avrebbe mai immaginato come
oggi l’uomo sia così tenace nel procurarsele.
*Presidente Emerito
del Conservatorio Statale Rossini