Notizie in Evidenza

INTESA SANPAOLO PRESENTA ILMONITOR DEI DISTRETTI AGROALIMENTARI ITALIANI A FINE 2021

EXPORT: SUPERATI I 22 MILIARDI DI EURO, +9,2%
• Nuovo balzo per l’export dei distretti agro-alimentari nel 2021 (+9,2%)
• La filiera del vino, prima per valori esportati nel 2021, supera per la prima
volta la soglia dei 6 miliardi di euro, con una crescita del 12,5%.
• Proseguono il trend di crescita del 2020 le filiere dei prodotti agricoli
(+9,4%), pasta e dolci (+7,4%), carni e salumi (+16,2%) e olio (+2%)
• Anche la filiere del lattiero-caseario registra un deciso progresso +15,5%,
così come quella del caffè (+14,1%).
• Luci e ombre invece per la filiera delle conserve (-3,7% nel 2021), che si
confronta con un 2020 di forte crescita e si posiziona nel complesso oltre
i livelli pre-pandemia.
• Il distretto dell’ittico cresce del 20,3% e quasi recupera i livelli pre-crisi.
• Resta bassa l’esposizione verso i mercati russo ed ucraino, solo l’1,6%
delle esportazioni dei distretti agro-alimentari sono destinate a questi
due Paesi, per un totale di 366 milioni di euro.
• Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness “Abbiamo
previsto finanziamenti per fornire liquidità alle imprese per i pagamenti,
consulenza per la copertura dei rischi sui prezzi delle commodity e
moratorie fino a 24 mesi o 36 per le imprese cerealicole. E siamo a fianco
delle imprese per sostenerne le transizioni green e digitale, in coerenza
con le iniziative del PNRR.”
Milano, 29 marzo 2022. E’ stato pubblicato il Monitor dei distretti agro-alimentari italiani a
fine 2021, curato dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo.
Nel 2021 le esportazioni a prezzi correnti dei distretti agro-alimentari italiani si
chiudono con un bilancio positivo, superando la cifra di 22 miliardi di euro e realizzando
un aumento del 9,2% rispetto all’anno precedente. Il trend di crescita prosegue ininterrotto
dal 2010 e non si è arrestato neanche durante la pandemia; al contrario gli altri distretti
manifatturieri italiani hanno realizzato un rimbalzo maggiore (+20,3%) dopo la forte battura
d’arresto del 2020. La dinamica è in linea con l’evoluzione delle esportazioni italiane di cibi
e bevande, che hanno superato nel 2021 il traguardo dei 50 miliardi di euro.
Sul risultato influisce anche una dinamica di rialzo dei prezzi alla produzione: l’indice dei
prezzi alla produzione sul mercato estero per le industrie alimentari ha infatti registrato una
crescita del 2,6% nel 2021 rispetto all’anno precedente, con un’accelerazione nell’ultimo
trimestre dell’anno in particolare per alcuni comparti. Il comparto più interessato è quello
dell’olio (+10,3%), seguito a distanza dal lattiero-caseario (+3,3%); tutti gli altri comparti
registrano aumenti contenuti e inferiori alla media di settore, con le bevande che hanno invece
sperimentato un lieve calo.

Quasi tutte le filiere si posizionano su livelli di esportazioni superiori al pre-pandemia. La
filiera del vino, prima per valori esportati nel 2021, supera per la prima volta la soglia dei 6
miliardi di euro, con una crescita del 12,5% rispetto all’anno precedente (+10,6% rispetto al
2019). Maggior contributo da parte del distretto dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato
(+15,3% nel 2021), ma registrano una performance molto positiva anche i Vini dei colli
fiorentini e senesi (+20,7%), il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+15,5%), i Vini e
distillati del Friuli (+20,5%) e i Vini e liquori della Sicilia occidentale (+15,7%).
Anche la filiera dei prodotti agricoli prosegue sul trend del 2020 e registra una crescita del
9,4%. Tutti i distretti si posizionano ampiamente al di sopra dei livelli del 2019; spicca in
particolare il Florovivaistico di Pistoia (+30,6% rispetto al 2020; +40,6% rispetto al 2019).
Nella filiera della pasta e dolci (+7,4%) emergono il distretto dei Dolci di Alba e Cuneo
(+15,1%) e dei Dolci e pasta veronesi (+13,2%). In contrazione, ma ampiamente al di sopra
dei livelli di export del 2019, i comparti pasta dell’Alimentare di Avellino (-3,6% nel 2021)
e dell’Alimentare napoletano (-14,2%).
Nella filiera delle carni e salumi (+16,2%) spiccano in maniera particolare i Salumi del
Modenese (+22,4% nel 2021) e il Prosciutto San Daniele (+34,2%). L’unico distretto ad
arretrare parzialmente nel 2021 è quello dei Salumi dell’Alto Adige (-1,9%; ma +3,2%
rispetto al pre-pandemia).
Anche la filiera del lattiero-caseario registra un deciso progresso nel 2021 (+15,5%). In
lieve ritardo solo il Lattiero-caseario di Reggio Emilia (-3%; -1,1% rispetto al 2019).
Positiva anche la dinamica della filiera del caffè (+14,1% tendenziale), con tutti e tre i
distretti in forte crescita, in particolare il Caffè, confetterie e cioccolato torinese (+15,1%;
+ 32,8% rispetto al 2019).
Nella filiera dell’olio, il distretto dell’Olio toscano (che pesa per il 70% sul totale) si
posiziona su livelli invariati rispetto al 2020 (-0,2%), mentre crescono sia l’Olio umbro
(+8,4%) che il comparto olio dell’Olio e pasta del barese (+5%).
Luci e ombre invece per la filiera delle conserve (-3,7% nel 2021): i progressi registrati dalla
metà dei distretti, Marmellate e succhi di frutta del Trentino-Alto Adige (+7,7%) e i
comparti conserve dell’Alimentare di Parma e dell’Alimentare di Avellino (entrambi
+8,1%), non riescono a compensare l’arretramento delle Conserve di Nocera (-3,7%) e dei
comparti conserve dell’Alimentare napoletano (-0,3%) e dell’Ortofrutta e conserve del
foggiano (-46,1%). La filiera, che si confronta con un 2020 di forte crescita sui mercati esteri,
è nel complesso oltre i livelli del 2019.
Stessa dinamica per la filiera del riso (-4,2%; +9,3% rispetto al 2019).
Infine, risultato positivo anche per il distretto dell’ittico, che con una crescita del 20,3%
rispetto al 2020 recupera quasi completamente i livelli pre-crisi (-1,3%).
Nel complesso, sono in crescita le esportazioni dei distretti agro-alimentari verso tutti i
principali mercati di destinazione, in particolare Germania (+4,5%), Stati Uniti (+13,9%)
e Francia (+10%); in calo le vendite sul mercato britannico (-9,6%) a causa anche delle
difficoltà logistiche e amministrative post Brexit.

Continuano a crescere le economie emergenti, +17,1% nel 2021 verso un +7,3% delle
economie avanzate, che raggiungono nel complesso un peso del 20% sul totale delle
esportazioni dei distretti agro-alimentari.
Resta bassa l’esposizione verso il mercato russo ed ucraino, nel complesso solo l’1,6%
delle esportazioni dei distretti agro-alimentari sono destinate a questi due Paesi, per un totale
di 366 milioni. La filiera che esporta maggiormente verso queste due destinazioni è quella dei
vini, con circa 145 milioni di euro (97 verso Russia e 46 verso Ucraina), che rappresentano il
2,4% del totale delle vendite all’estero dei distretti vitivinicoli. Maggiore l’incidenza dei due
mercati per la filiera del caffè (6,7%) per un totale esportato di 75 milioni (63 verso Russia e
12 verso Ucraina), e per la filiera dell’olio, con 33 milioni che corrispondono al 3,6% del
totale filiera.
Più concentrate le importazioni da Russia e Ucraina, per un valore complessivo di 242
milioni, ossia il 2,6% del totale importazioni dei distretti agro-alimentari, con una richiesta
soprattutto da parte della filiera dei prodotti agricoli (187 milioni di euro) e dell’olio (circa
50 milioni di euro).
“Nel contesto attuale con l’obiettivo di supportare le imprese nei fabbisogni di liquidità per
i pagamenti e di garantirne la continuità produttiva, Intesa Sanpaolo interviene con
finanziamenti a 18 mesi con 6 di pre-ammortamento destinati a coprire il costo delle bollette
passate e future. È una iniziativa che in un contesto di aumento dei costi consente alle imprese
di mantenere liquidità rateizzando i pagamenti. E al fine di limitare gli impatti a conto
economico derivanti dall’aumento dei prezzi delle commodity offriamo consulenza sulla
copertura di tali rischi, per mitigarne la volatilità. – ha sottolineato Massimiliano Cattozzi,
responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo – Per le imprese esportatrici verso la
Russia e l’Ucraina abbiamo previsto, in aggiunta ai prestiti per liquidità, la sospensione delle
rate per i finanziamenti in essere a 24 mesi, o 36 mesi per le imprese cerealicole. Oggi come
ieri, siamo a fianco delle imprese per sostenerne le transizioni green e digitale, in coerenza
con le iniziative del PNRR.”
Informazioni per la stampa
Intesa Sanpaolo
Media and Associations Relations
stampa@intesasanpaolo.com
https://group.intesasanpaolo.com/it/sala-stampa/news