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UBI-INTESA SAN PAOLO: POSSIBILI DISAGI CON LA MIGRAZIONE INFORMATICA

Sono trascorsi alcuni giorni dal fine settimana del 12 aprile che ha visto la migrazione informatica della rete
UBi Banca in Intesa San Paolo.
La scorsa settimana, la Fisac Cgil Marche aveva invitato la clientela delle filiali oggetto a migrazione
informatica di recarsi presso gli sportelli in caso di effettiva necessità, a causa dei rischi di problematiche
inerenti la migrazione, che, per esperienza, avrebbero potuto comportare tempi più lunghi del solito per le
operazioni e per osservare strettamente le norme anti Covid che chiedono di evitare assembramenti.
Così è stato, purtroppo. Nonostante l’impegno dei dipendenti, in alcune situazioni, si sono verificati
disservizi e problemi. Rileviamo, ancora purtroppo, che a distanza di pochi giorni dalla migrazione,
l’azienda si è affrettata, all’interno e all’esterno, ad inviare comunicazioni anche con toni trionfalistici, che
annunciavano che “tutto era andato bene”. Tutti invece sanno, memori anche di recenti avvenimenti, che
questo slogan sarebbe meglio non utilizzarlo.
Se in tutte le migrazioni sono possibili problemi informatici e di preparazione, in questo caso si sono
accumulati, PER SCELTA AZIENDALE E PER LA SITUAZIONE PANDEMICA ,ulteriori fattori: la rete delle filiali è
stata oggetto di chiusure di numerosi sportelli, di accorpamento di filiali, di trasferimento di risorse da
diversi punti operativi ad altri, con postazioni di lavoro spesso nemmeno installate. Inoltre, la formazione
dei dipendenti sui “nuovi” strumenti è stata ridotta causa le limitazioni Covid sulla mobilità e sugli
affollamenti: gli affiancatori/addestratori sono stati, sempre per gli stessi motivi, in un numero più basso di
precedenti esperienze.
La narrazione aziendale tesa a comunicare che ormai tutto è a posto, tutto è passato oltre a dare una
visione distorta della realtà è un’offesa ai lavoratori. Infatti la clientela che si avvicina agli sportelli e “non
trova tutto a posto”, dopo la comunicazione aziendale potrebbe interpretare che non si tratta di una
problematica organizzativa generale ma colpa solo dell’operatore diretto.
Vogliamo invece assicurare tutta la clientela che l’impegno dei lavoratori delle banche è al massimo e che le
disfunzioni sono ad altri livelli di responsabilità, come sono di altri livelli quelle pressioni commerciali per la
vendita di prodotti alla clientela che vengono scaricate sugli operatori di filiale o sui consulenti e che mal si
coniugano con il periodo emergenziale.
Rinnoviamo quindi alla clientela l’invito a limitare, per quanto possibile, l’accesso alle filiali UBI-ISP oggetto
dei processi di riorganizzazione e ci scusiamo, noi per l’azienda, di eventuali disagi.

LA SEGRETERIA REGIONALE
FISAC-Cgil Marche