Attualità a cura di Maurizio Donini

I racconti del Venerdì – Un halloween speciale con Bloody Mary a Badlands

“Allora è per stasera?”, chiese Emmett.
“Certo, ho già organizzato tutto”, rispose ostentando sicurezza Mark,
“Non so, non è proprio una cosa molto bella quella che vogliamo fare…”
“Te la vuoi portare a letto Evelyn o no? Non ci verrà mai con te se non facciamo qualcosa”
“Sì, lo so, va bene, certo che me la voglio fare, sono anni che le vado dietro e non ci sono
mai riuscito”
“E’ Halloween, sarà una festa particolare quest’anno, poi in questo paese del cazzo non c’è
mai da fare niente, per una volta vivacizzeremo la serata”
“Badlands è un vero e proprio mortorio”, sentenziò Emmett con tono triste.
“Stasera la faremo rivivere, i miei vanno fuori città, la casa sarà tutta per noi”
“Mark, tesoro, ti serve nulla? Noi stiamo uscendo”
“Divertitevi mamma, noi passeremo la serata qui in casa, puoi stare tranquilla”
“Se hai bisogno telefonaci e torniamo subito a casa, d’accordo?”
“Sì mamma, ma puoi stare tranquilla, a Badlands non succede mai nulla”
Il campanello suonò e la signora Morten andò ad aprire continuando a parlare con il figlio,
“Devono essere i nostri amici, Jamie?”, gridò verso il piano di sopra, suo marito non era
ancora sceso, “andiamo?”
Aprì la porta e si trovò di fronte i loro amici di lunga data, John e Mary Worth, vide anche
loro figlio, il migliore amico di Emmett.
“Buonasera signora Morten, c’è Mark?”
“Ciao Emmett, sì, vieni pure, Mark è di là che ti aspetta, mi raccomando, se vi serve
qualcosa chiamateci”, si accorse della collana etnica che portava al collo il ragazzo, “carina
la collana, dove l’hai presa?”
“Me l’ha portata mia sorella quando è andata in gita nella riserva indiana, non me ne
separerei mai. Per stasera non si preoccupi, è solo una serata tra amici signora Morten, al
massimo una birra, glielo prometto”, lo sguardo del giovane percorse il corpo della madre
del suo amico. La signora Susan Morten indossava un vestito da strega sexy, di quelli tanto
in voga nei tempi moderni. Aveva sempre avuto un debole per la madre di Mark, la sua
figura snella, le sue curve perfette, ora ne ammirava la gonna corta sfrangiata, con le calze
a rete che finivano dentro due stivali di pelle lucida, la maglia da strega era scollata e
mostrava due seni perfetti.
“Emmett?”, il ragazzo si scosse, la signora Morten lo stava chiamando.
“Sì, signora Morten, mi scusi, ero distratto, passate una buona serata”, le sorrise mentre
vedeva scendere suo marito dalle scale, all’ultimo si girò verso di lei, “Signora Morten”
“Sì Emmett?”
“Volevo solo dirle che sta molto bene stasera, divertitevi”, capì di essere arrossito e si
affrettò verso la sala da pranzo dove lo aspettava Mark.
Jamie sorrise verso sua moglie, “Quel ragazzo ti fa il filo”

“Ma dai, ha l’età di nostro figlio, anche se è un bel ragazzo…”
“Appunto è maggiorenne, e come posso dargli torto”, concluse toccandole il sedere.
I signori Morten uscirono assieme a John e Mary Worth lasciando la casa ai ragazzi.
“Ciao Emmett, vieni, i miei sono usciti, possiamo preparare tutto per quando arrivano le
ragazze”
“Sì, li ho incontrati arrivando, cavolo Mark, tua madre era una bomba stasera”
“Emmett che cazzo stai dicendo? Smetti di fare lo stronzo e vienimi ad aiutare, dobbiamo
piazzare il proiettore”
I due amici si recarono in bagno, “Allora, adesso ti spiego”, iniziò Mark con fare saccente.
“Il gioco di Bloody Mary consiste nell’evocare il fantasma di Maria I Tudor detta la
Sanguinaria. Ovviamente a noi non ce ne frega di meno di queste fantasie, il nostro unico
scopo è di convincere Evelyn e Joan a venire a letto con noi!”, concluse ridendo a
crepapelle il ragazzo. “Ora ti mostro, dietro lo specchio mettiamo questo piccolo
proiettore, ha un telecomando che lo attiva a onde radio, quando Evelyn verrà qui a
declamare l’evocazione lo facciamo partire e lei vedrà Bloody Mary che le dirà cosa fare”
“Geniale”, replicò Emmett ammirato. “Io ho messo le birre in frigo intanto, dai prepariamo
tutto che fra poco arrivano”
Snack e birra andavano via tranquillamente mentre i quattro ragazzi giocavano a carte,
Evelyn e Joan erano deliziose con i loro shorts e il top attillato. “Certo che giocare a carte la
sera di Halloween fa un poco triste”, interloquì improvvisamente Mark.
“Dai, non abbiamo più l’età per andare in giro a fare dolcetto o scherzetto”, rispose Joan
dandogli un buffetto.
“Quello è certo, eppure ci sono tanti altri giochi divertenti, che poi non so se possiamo
definirli giochi, mi hanno raccontato certe storie…”, si inserì Emmett.
“Emmett, non vi vorrete mettere a fare i giochini stupidi del tipo ‘teniamoci per mano’,
vero?”, intervenne irritata Evelyn.
Per un poco regnò il silenzio, poi Mark prese la parola, “Una mia amica mi ha raccontato di
Bloody Mary”
“Il cocktail?”, chiese Joan.
“No, no, si tratta di evocare Maria I Tudor detta la Sanguinaria. L’anno scorso questa mia
amica partecipò a un gioco del genere, proprio la sera di Halloween, credeva fosse uno
scherzo, invece…”
“Invece?”
“Seguì le istruzioni, andò in bagno, si mise davanti allo specchio, evocò per tre volte Bloody
Mary, Bloody Mary, Bloody Mary, e successe davvero”
“Successe davvero cosa?”, chiese Evelyn.

“Le apparve Maria la Sanguinaria, e la costrinse a fare cose, se voleva salvarsi la vita”,
aggiunse Mark, “la mia amica era terrorizzata quando vide davvero Bloody Mary, doveva
scegliere tra fare una penitenza oppure la Sanguinaria l’avrebbe perseguitata per sempre”
“Vuoi davvero farmi credere che basta nominarla tre volte davanti a uno specchio per
vederla?”, chiese Evelyn con tono dubbioso
“Così dicono, ma è giusto avere paura”, chiosò Emmett.
“Io non ho paura! Mi sembra solo una grande stupidaggine”, replicò stizzita la ragazza.
“Beh, se è per questo non ci resta che provare”, disse Mark mentre mostrava quattro
bastoncini, “uno è più corto, chi sarà il prescelto?”
“Dai, potrebbe essere divertente”, Emmett allungò la mano e ne scelse il primo. I due
ragazzi sapevano ovviamente quali scegliere, poi con un’abile mossa Mark fece in maniera
che l’ultimo, quello corto, rimanesse ad Evelyn.
“Pare che tocchi proprio a te Evelyn”
“E sia, facciamolo se pensate sia divertente”, si alzò e si diresse verso il bagno seguita dallo
sguardo di Emmett che ne ammirava il morbido ancheggiare dei fianchi.
Evelyn entrò in bagno con la luce spenta come le istruzioni che avevano letto, solo un
tenue lampadina blu posta sulla destra rendeva possibile il muoversi. Si mise di fronte allo
specchio e aprì le labbra.
Joan era andata a prendere altra birra in frigo, Emmett si avvicinò a Mark, “Allora?”, gli
chiese con tono ansioso, “funziona?”
“No, cazzo, non si accende la spia, o si sono scaricate le pile, ma le avevo messe nuove, o si
è rotto proprio adesso, maledizione!!!”
“Dai prova ancora”
“Bloody Mary, Bloody Mary, Bloody Mary”, la voce di Evelyn risuonò quasi spettrale nel
silenzio del bagno buio. Nulla successe, ma l’idea pian piano aveva iniziato a divertirla, si
sentì improvvisamente arrabbiata. Nelle istruzioni diceva di roteare su sé stessi e poi
ripeterlo, fece un giro a 360°, “Bloody Mary, Bloody Mary, Bloody Mary”
“Cosa avete lì voi due?”, la voce di Joan arrivò secca, ferma con quattro birre in mano li
stava fissando adirata.
“Niente, niente, stavamo guardando questo telecomando di Mark che non funziona”,
abbozzò Emmett confuso. Ma oramai l’inganno era svelato agli occhi della ragazza, “E’ uno
scherzo vero? Avete preparato tutto, altro che gioco ed evocazione, ci volevate prendere
in giro”. Furiosa appoggiò le bottiglie sul tavolo e si diresse verso il bagno dove si trovava la
sua amica, i due ragazzi la seguirono in apprensione, “Joan ferma, ti possiamo spiegare”.
Arrivata davanti alla porta la spalancò facendo entrare una lama di luce che rischiarò
l’ambiente, Evelyn stava terminando di pronunciare l’ennesimo “Bloody Mary”.
“Joan? Che succede? Come immaginavo non funziona”

Rabbiosa Joan spiegò all’amica il trucco, sarà stato che la distanza era poca adesso,
improvvisamente l’immagine di Bloody Mary si materializzò sullo specchio, “Evelyn, Evelyn,
cosa hai fatto, mi hai risvegliata, non avresti dovuto”
“Ecco vedi?”, Joan mostrò il telecomando che Mark teneva in mano, la spia si era accesa,
Evelyn fissò il ragazzo, “mi volevi prendere in giro?”
“Evelyn, Evelyn, non avresti dovuto chiamarmi”, la voce della Sanguinaria era roca e
profonda, “E tu Mark, non dovresti giocare con queste cose, che non conosci, ne pagherete
le conseguenze”
“Tu, Tu, Tu, ho ripetuto quel nome per 13 volte pensando fosse una cosa seria, non te la
perdonerò”, Evelyn torreggiava su Mark con il dito, i lineamenti stravolti dalla rabbia.
“Evelyn, ti giuro, non so cosa succeda, non è mio quello che vedi, era uno scherzo, avrebbe
dovuto dire tutt’altro”, la voce di Mark era incrinata e il suo viso terreo. Vide le due donne
raccogliere le borsette e dirigersi verso la porta, che proprio in quel momento si stava
aprendo. I signori Jamie e Susan Morten apparvero sulla soglia.
“Emmett, te lo giuro, lo specchio non ha detto quello che io avevo messo nel video, non so
cosa dire”
“Non vorrai farmi credere che è apparsa davvero Bloody Mary?”
Mark rimase un poco in silenzio, “13 volte, Evelyn ha detto che l’ha evocata per 13 volte”,
guardò i suoi appunti, “la leggenda narra che se viene ripetuto per 13 volte lei si
materializza nella casa, non rimane confinata nello specchio”
“Mi prendi per il culo Mark? Sai in che anno siamo? Il medioevo è passato da un pezzo!”
“Mark! Volete spiegarci?”, la voce dei signori Morten era secca e stentorea e li distolse
dalla discussione.
“Niente mamma, avevamo organizzato un piccolo scherzo per Halloween, ma non è andata
bene”, si scusò Mark.
“Joan ed Evelyn sono andate via su tutte le furie, domani vedrete di chiedere scusa! Siamo
stati chiari?”
“Sì, mamma, certo. Ma perché siete qui?”
“Mary non si è sentita bene a cena, John l’ha portata a casa, Emmett non ti preoccupare,
probabilmente avevamo bevuto un bicchiere di troppo, nulla di preoccupante. Dopo ti
accompagna Jamie a casa”
Emmett giocò nervosamente con la collana che portava al collo, le perline di legno colorate
gli davano un senso di pace e potenza quando le toccava. Arrabbiata la madre di Mark era
ancora più desiderabile, cercò di scacciare il pensiero, ma l’immagine del suo corpo nudo lo
tormentava. “Grazie signora Morten, mi scusi per il resto.”
La signora Morten si agitava tra le lenzuola, la serata non era andata come pensava, la
cena interrotta, la festa saltata, a casa i ragazzi avevano litigato. L’unica cosa divertente era

stato lo sguardo di ammirazione di Emmett, si vede che in fondo faceva ancora la sua
figura. Sentì dei passi per le scale, si vede che Jamie era tornato dopo avere accompagnato
il ragazzo dai Worth, forse ci si poteva ancora divertire prima di addormentarsi pensò. In
fondo vestirsi da strega sexy e gli sguardi interessati si erano rivelati un modo divertente e
intrigante per una serata diversa. La porta si aprì silenziosamente e una figura si stagliò
nella lama di luce, finse di dormire. Sentì Jamie avvicinarsi al letto, udì i suoi vestiti cadere
a terra, poi lo accolse nel letto. Le labbra di suo marito cercarono le sue, sentì le sue mani
correrle lungo il corpo, a letto ci sapeva sempre fare, un fuoco sempre più intenso le
esplose dentro mentre lo faceva scivolare dentro di sé. Fecero l’amore più volte, Jamie
pareva instancabile, nel buio della stanza non risuonava mai una parola, solo ansiti e
gemiti, si girarono in ogni posizione prima di giacere sfiniti e prendere sonno.
“Ciao amore, ti sei svegliata finalmente!”, la voce di Jamie si accompagnava alla luce del
Sole che entrò furiosa spalancando il mondo a Susan.
“Jamie, tesoro, dove sei andato?”, chiese a suo marito stirandosi nel letto ancora caldo e
greve di sudore.
“Quando ho accompagnato Emmett a casa, Mary era peggiorata, John era molto agitato,
abbiamo lasciato il ragazzo lì e io e John l’abbiamo portata al pronto soccorso. Alla fine ci
hanno tranquillizzato, troppo cibo e troppo vino”, rise, “quando alla fine sono arrivato a
casa erano le 4,30 e sono rimasto a dormire di sotto sul divano, non volevo svegliarti”
“Vuoi dire che non sei venuto a letto ieri sera?”, chiese Susan attonita.
“No, appunto, ho dormito di sotto, ora mi faccio una doccia e vado a preparare la
collezione, non scappare intanto, mi raccomando”, concluse sorridendo mentre si dirigeva
in bagno.
Susan rimase di sasso mentre lo guardava sparire nella doccia, “Ma allora?”, lo sguardo le
cadde sul comodino, vide la collana di Emmett lì appoggiata, lasciata come un pegno, fece
salto, poi aprì il cassetto del comodino e velocemente lo fece cadere dentro spingendolo in
fondo. Sorrise, “Possibile?”, era ancora sudata e portava l’odore del sesso addosso, doveva
lavarsi subito prima che Jamie si insospettisse. Scese al piano di sotto e si recò nel bagno
del piano terra, ma appena entrata si fermò di stucco, lo specchio era in frantumi,
completamente coperto di crepe, sul muro bianco era scritto a caratteri rossi “Bloody
Mary”.

MAURIZIO DONINI