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COVID-19, DA FILLEA CGIL MARCHE E LEGAMBIENTE, LE PROPOSTE ALLA REGIONE PER LA RIPARTENZA DELLE COSTRUZIONI

ENTRO 2025
RICONVERTIRE 1000 CONDOMINI DAL PUNTO DI VISTA EMERGETICO E
SBLOCCARE UN MILIARDO DI INVESTIMENTI PER LE MARCHE

Ciascuno di noi è entrato in questa crisi sanitaria, economica e
sociale in un modo e ne uscirà in un altro, se questo è vero per
il mondo intero è ancora più vero per il mondo delle costruzioni.
Da diversi anni le costruzioni sono state un laboratorio,
specialmente nelle Marche dove con la ricostruzione post-sisma si
sono sperimentate innovazioni importanti (vedi durc di conguità,
settimanale di cantiere e bedge elettronico) ma si sono anche
registrati arretramenti consistenti (si pensi alle illegalità a
vario titolo registrate nei cantieri del cratere che hanno
riempito le cronache di questi anni).
Dipenderà essenzialmente da noi, cosa saranno Marche e cratere
dopo la pandemia. All’orizzonte, due scenari possibili e in
qualche modo antitetici: provare a sperimentare lavoro, materiali,
filiere di qualità nel rispetto dell’ambiente e dei diritti da un
lato; elaborare una serie di norme, ordinanze, intrecciate e
pasticciate, per far arrivare subito più soldi alle imprese e
deregolamentare un mercato che è già estremamente delicato
dall’altro. Governatore delle Marche, Prefetti e Commissario per
la ricostruzione hanno davanti due possibilità. Buono lo spirito
dell’ultima ordinanza che prevede la possibilità di pagare aziende
e professionisti anche per lavori non perfezionati causa COVID-19,
grave il non aver previsto che con i soldi anticipati (dallo
Stato) si paghino prima i dipendenti e magari si anticipi la cassa
integrazione. Importante aver colto il problema delle imprese,
andava specificatamente considerato anche quello salariale più
generale (destinato ad esplodere nelle prossime settimane). Non è
difficile immaginare che un’azienda medio piccola, in momento di
grande incertezza, preferisca “fare riserve o mettere fieno in
cascina” piuttosto che pagare dipendenti e oneri sociali..non è un
caso che alcune forze politiche già da ora stiano parlando di
condono fiscale ed edilizio tombale, supercommissari e
rivisitazione completa delle regole. Così come è storia nota la
ultrattività del durc che nel settore rischia di riabilitare una
serie di soggetti irregolari a prescindere da emergenza salariale.
Noi crediamo che nel giro di poche settimane si tornerà al lavoro
nei cantieri, ci batteremo per difendere le condizioni di
sicurezza e di salute pubblica in tutti i luoghi di lavoro. Però
pensiamo anche che il settore, per la sua reattività e
indipendenza da variabile esogene, ripartirà prima degli altri ma
con 3 problemi di fondo che, ciascuno per il proprio ruolo,

dobbiamo contrastare: salute e sicurezza nei cantiere al di là e
al netto del COVID (ahimè anche recentemente eventi luttuosi hanno
colpito la nostra Regione); attenzione all’ambiente, alla qualità
del costruito e dei materiali primi e secondi; evitare che la
crisi di liquidità che avranno le aziende venga colmato da
soggetti riconducibili a malavita organizzata.
La ricetta per le Marche deve essere, oltre ad una ricostruzione
di qualità: entro il 2025 riconvertire 1.000 condomini all’anno
dal punto di vista energetico. Che significa in numeri: oltre
10mila posti di lavoro diretti, oltre 1 miliardo di investimenti
diretti e indiretti, 30 milioni di entrate per le casse
previdenziali, un risparmio per le famiglie in bollette di circa
620 euro l’anno ad alloggio, un aumento dei valori immobiliari
stimato tra un +5% e un +15%. E per l’ambiente, comporterebbe una
riduzione delle emissioni di CO2 di e un taglio dei consumi di
gas . Questo il piano che viene diffuso oggi da Fillea Cgil e
Legambiente e cammina su due gambe forti:la sostenibilità e la
qualità del lavoro e dell’impresa. E proprio per spingere sulla
qualità proponiamo che tutti gli incentivi fiscali vengano
confermati, ampliati, ma anche subordinati alla dimostrazione di
utilizzo di lavoro regolare e del corretto Contratto Collettivo
Nazionale di Lavoro (e relativi versamenti ad Inps, Inail e Casse
Edili). Ai decisori politici è richiesto di tamponare l’emergenza,
ma anche avere una “visione”, partendo da qui possiamo andare
lontani.