CNA Terr.le Fermo: riconversioni, precisazioni sulla produzione di mascherine
Sono oltre 70 le richieste di riconversione per avviare la produzione di mascherine ricevute dalle
CNA Territoriali di Fermo e Macerata: ad interessarsi le aziende del distretto calzaturiero, oltre a
pelletterie, maglifici, tappezzerie e non solo. Da subito il nodo principale da sciogliere è stato quello
relativo alle norme di riferimento, le certificazioni da ottenere e i sistemi di gestione della qualità del
prodotto.
Ad oggi, grazie alla task force CNA, la questione è più nitida: “La semplificazione riguarda solo la
riconversione per la produzione e la vendita di mascherine “filtranti” di utilizzo comune per i singoli
cittadini – spiega Migliore – che non si configurano come dispositivo medico di protezione. L’unico
accorgimento è quello di produrle in TNT, perché filtrante al 90% l’aerosol generato dal respiro
umano”. Per le mascherine chirurgiche destinate a lavoratori e personale sanitario (compresa la
Protezione Civile) non è sufficiente compilare l’autocertificazione all’Istituto Superiore di
Sanità, perché sulla stessa si attesta di essere unilateralmente responsabili che le mascherine prodotte
rispettano tutti i requisiti di sicurezza delle norme UNI EN 14683:2019, relativa a requisiti e metodi
di prova delle mascherine facciali ad uso medico, e UNI EN ISO 10993-1:201, relativa alla
valutazione biologica. Per concludere il percorso con l’Istituto Superiore di Sanità occorre effettuare
dei test di laboratorio e nelle Marche, come sappiamo, questi laboratori non ci sono.
Il sistema CNA si è organizzato e fa riferimento alla convenzione stipulata dai colleghi di Modena
con la Fondazione Democenter: “Sia chiaro – spiega Migliore – che l’investimento per arrivare alla
conclusione del percorso è di almeno 4.000 euro in certificazioni, oltre alle attività connesse
all’impresa, come ad esempio l’approvvigionamento del materiale, l’acquisto di macchinari, il
pagamento dei lavoratori per la produzione. Il percorso non ammette dubbi: le mascherine
chirurgiche sanitarie si possono commercializzare solo quando l’Istituto Superiore della Sanità si
sarà espresso favorevolmente”. Inoltre, la CNA di Fermo ricorda che, per tenere aperta l’attività
riconvertita alla produzione di mascherine, è necessario aver fatto adeguata comunicazione alla
Prefettura di riferimento e rispettare tutti i requisiti di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro,
prevenendo qualsiasi rischio in capo ai lavoratori.
“Come abbiamo già chiarito – aggiunge il Presidente Paolo Silenzi – gli incentivi messi in campo da
Invitalia riguardano investimenti a partire da 200.000 euro da realizzarsi in 15 giorni: si tratta di
importi che escludono le realtà artigianali del nostro territorio. Come CNA siamo convinti che, se le
norme saranno così stringenti, l’interesse dimostrato dalle aziende, con l’aiuto della nostra
associazione, nell’intraprendere questa strada su cui investire, per molte di loro risulterà non
percorribile, vanificando così lo sforzo nostro, del sistema e delle aziende, teso al perseguimento di
un interesse per tutta la comunità”.
Fermo, 01 aprile 2020 L’Ufficio Stampa