Attualità a cura di Maurizio Donini

I racconti del venerdì – nuovi vice sceriffi in città

Seduto a gambe incrociate sul bordo del dirupo che sovrastava la vallata, Volpe Che Guarda fissava
inespressivo la malmessa auto bianca che arrivava dall’altra estremità del deserto e percorreva
veloce il nastro di asfalto grigio che dirigeva verso Badlands. La polvere che sollevava mentre si
inseriva velocemente nelle curve aveva un colore strano, un inquietante grigiastro, poco
promettente, e la forma che aveva la nuvola che si alzava evocava presenze che il nativo pensava
di avere scordato. Le numerose rughe che gli segnavano il viso si contrassero ulteriormente, se
possibile, mentre osservava preoccupato il retro dell’auto che si allontanava velocemente.
Lo sceriffo Doug Moser guardava pensieroso i due soggetti seduti di fronte a lui, il barman del
paese gli aveva raccomandato suo cugino, Enrico era una persona affidabile e Doug gli aveva dato
credito, ma ora non era più sicuro di non essersi sbagliato. I due soggetti che aveva di fronte erano
sicuramente validi sulla carta, Giorgio Mello ex-agente del FBI, ma dimissionario, perché? Lou
Bannon era sicuramente un idiota, seguiva quello che Mello gli diceva di fare, gli idioti possono
essere molto pericolosi. Mello era troppo sicuro di sé, aveva uno sguardo freddo e obliquo, era
evidentemente poco avvezzo al rispetto delle regole e questo spiegava perché non fosse più nel
FBI. Il problema dello sceriffo era di trovare aiutanti che non rovinassero i suoi piccoli affari e non
combinassero casini nella sua città.
“Voglio essere chiaro, questa è la mia città! Il sindaco e quelli che contano mi pagano, e forse
pagheranno voi, perché qui in città non ci siano casini! Ergo, non mi frega un cazzo di cosa
combinate fuori, ma qui, dentro questa città, dovete tenere tutto in ordine, a iniziare da voi stessi!
Sono stato abbastanza chiaro?”.
“Certo sceriffo, tutto chiaro, siamo professionisti, non avrà problemi con noi, anzi, siamo qui per
evitarli e risolverli se capitano”, rispose con esagerato sussiego Mello.
Doug Moser continua a sentire una vocina di allarme, “E lui?”, chiese indicando l’uomo seduto a
fianco di Giorgio Mello.
“Lui è a posto, non si preoccupi, ci penso io”.
“Un’ultima cosa, le donne, tu Mello sei un bel ragazzo, te lo dirò solo una volta, stai alla larga dalle
donne di questa città, a meno che siano libere e consenzienti, te lo ripeto, niente casini”.
“Tranquillo capo, sono un bravo ragazzo”, rispose sorridendo il nuovo vice-sceriffo.
Lo sceriffo Doug Moser aprì il cassetto della scrivania e ne estrasse due stelle, le gettò sul tavolo, le
puntò con un dito rivolgendosi ai due seduti di fronte a lui, “Mettetevi queste, di là troverete le
divise e le pistole”, aggiunse indicando una porta sulla sinistra. “Quando siete pronti
raggiungetemi al bar, vi presenterò in giro, non fatemi aspettare troppo”, concluse sorridendo. Si
alzò dirigendosi alla porta, una volta in strada si guardò intorno, il sole bruciava più che mai, in
sottofondo si sentiva il suono doloroso di un violino, lo sceriffo scosse la testa e si diresse verso il
bar al centro del paese, quel maledetto violino non presagiva nulla di buono.
MAURIZIO DONINI