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A Subasio Music Club arriva Luca Carboni … tutti a bordo del suo Sputnik!

Quando decide di uscire con un nuovo disco ha sempre qualcosa di interessante da dire. Ci riesce perché è un portatore sano di innovazione, capace di vivere appieno l’attualità e sperimentare il futuro, confrontandosi con i vari protagonisti, senza dimenticare radici e tradizione. Lo ha fatto anche in questo meteorologicamente confuso 2018, in cui ha scelto addirittura … una navicella spaziale, la prima. Luca Carboni, martedì 19 giugno, sarà ospite di Subasio Music Club e concederà il privilegio di salire a bordo del mitico “Sputnik”, dodicesimo album d’inediti della sua carriera. Un privilegio non da poco, concesso all’universo degli ascoltatori di Radio Subasio, ma soprattutto ad una quarantina di fortunati che potranno partecipare al contest web. Dalle 21,00, infatti nella mitica ‘Sala Rossa’ dell’emittente l’artista – intervistato da Katia Giuliani con la collaborazione di Roberta Reversi a seguire i social – regalerà un’ora di musica dal vivo. Un appuntamento magico, come vuole la formula di Subasio Music Club, nel quale si potranno sentire sulla pelle le tante ‘stelle’ presenti nel nuovo disco. Dal primo singolo “Una grande festa”, firmato da Valerio Carboni insieme a Daniele Coro e Federica Camba, coppia di autori del nuovo pop italiano, agli altri brani nei quali Carboni oltre ad affidarsi ad autori già sperimentati come Alessandro Raina e Dario Faini per “Ogni cosa che tu guardi” si fa affiancare dal cosiddetto “nuovo che avanza”. I nomi? Calcutta (“Io non voglio”), Giorgio Poi (“Prima di partire”), Flavio Pardini in arte Gazzelle (“L’alba”). L’operazione non è meramente generosa, è moderna, lungimirante … intelligente. Lo si intuisce dalle dichiarazioni dello stesso Carboni “c’è una generazione nuova che mi affascina molto, una nuova generazione che sta rinnovando il pop italiano e spero che non rimanga isolata … da lì è nata l’idea di questo disco. E’ stato molto interessante lavorare con loro e anche stare a discutere sui testi. C’è tanto da imparare anche da loro”. Altro valore aggiunto di “Sputnik” il fatto che le illustrazioni per la copertina siano state realizzate dallo stesso Luca, da tempo frequentatore del mondo artistico delle immagini, a riprova del suo volersi spingere oltre i suoi stessi confini. …. Nella consapevolezza, comunque, di sé, del suo percorso e della storia. “Questo disco è un po’ figlio degli Anni Ottanta – ha spiegato – perché nella musica c’è stato un momento pieno di germi ancora da sfruttare e naturalmente anche di sonorità contemporanee. L’idea iniziale era citare il primo satellite che ha inaugurato l’era moderna, quindi tenere legato il passato al futuro. … Sputnik vuole raccontare l’uomo al di là delle barriere”.