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Petrolio viaggia poco sotto i massimi raggiunti a 60 dollari

epa04541649 A picture made available 28 December 2014 shows smoke rising from a large fuel depot fire, al-Sidra, Libya, 26 December 2014. According to reports the depot was hit by a rocket attack during a battle between forces from the internationally recognised Government and fighters from Libya Dawn, leading to calls from Libya for international assistance in putting the fire out as it has spread to five oil tanks, and due to the resulting loss of an estimated 1.6 million barrels and a drop in exports potentially effecting global fuel prices, which have lost 45 percent of their value since June 2014. EPA/STR

(Teleborsa) – Resta alle stelle il prezzo del petrolio sui massimi da due anni e mezzo. Ad infiammare le quotazioni nel giorno di santo Stefano ha contribuito la notizia dell’esplosione di un importante oleodotto in Libia rivendicata dall’Isis.

Il danneggiamento di una importante infrastruttura – che collega i campi petroliferi della compagnia al-Waha al terminal di El Sider – ha costretto la National Oil Corporation libica a dirottare i flussi su un’altra linea, la Samah con perdite di produzione di 70-100 mila barili al giorno.

Il Light crude a New York ha raggiunto nella seduta precedente un picco sopra i 60 dollari, per poi chiudere sotto i massimi, mentre oggi risente di qualche realizzo e cede lo 0,7% a 59,55 dollari al barile. Stessa direzione per il Brent che flette dell’1,1% a 66,28 USD/b.

La perdita di produzione va infatti ad aggiungersi ai tagli pattuiti dall’OPEC, che saranno estesi a tutto il 2018, mentre la domanda raggiunge il picco stagionale con le festività natalizie.