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Spopolamento piccoli comuni

piccoli-comuni-min-300x225Giancarlo Buschi di Grottazzolina dalle colonne di un quotidiano in questi giorni ha lanciato un accorato appello contro lo spopolamento dei piccoli centri. In particolare, Buschi, imprenditore commerciale, esamina l’evoluzione del commercio al dettaglio, la chiusura dei negozi tradizionali o il loro spostamento verso bacini meglio frequentati. Il fenomeno non è nuovo e solo in alcuni casi nel nostro entroterra si è riusciti a frenare l’esodo demografico e l’estinzione di un tessuto, seppur minuto commerciale. Eppure non servirebbero grandi provvedimenti o stravolgimenti delle attuali normative per ridare slancio ad alcune attività nei comuni più piccoli o riattivare un flusso demografico all’incontrario, dalla costa verso l’interno. La forte migrazione verso i centri della costa iniziata negli anni sessanta e divenuta frenetica nei decenni successivi ha tratto la sua ragion d’essere da alcuni elementi di grande evidenza, il più veloce sviluppo artigianale, industriale e commerciale dei centri costieri, la presenza di servizi diffusi, le migliori condizioni logistiche. Negli anni successivi uno sviluppo artigianale ed industriale ha interessato anche diverse aree dell’entroterra, marcando maggiormente quelle zone a ridosso delle principali vie di comunicazione e provocando un secondo fenomeno migratorio verso valle, con lo svuotamento dei centri collinari. La crisi di cui tratta Busci a Grottazzolina ha due fattori scatenanti, il blocco decennale, durante una certa sindacatura, dello sviluppo artigianale e il drenaggio subito per effetto delle scelte urbanistiche del comune di Ponzano di Fermo. Non tutto è perduto. Con alcuni semplici provvedimenti si potrebbero riattivare alcuni flussi e progettare un minimo tessuto commerciale, oltre alla necessità di dare impulso ai collegamenti viari ed ai trasporti.

  1. Come rendere interessante il riuso delle abitazioni nei centri collinari. Da marzo è attivo il nuovo decreto per la stipula degli accordi territoriali per gli affitti concordati. Confabitare proporrà in sede di stipula dei nuovi accordi, comune per comune l’adozione di valori ad hoc, molto vantaggiosi, per rendere appetibili gli affitti nei comuni collinari, non soltanto ad immigrati, laddove è rilevante la disponibilità di immobili sfitti, lasciati liberi dopo il forte flusso demografico, così da raggiungere due obiettivi una maggiore integrazione e un graduale ripopolamento dei piccoli comuni;
  2. Confabitare riproporrà nel corso dei prossimi mesi durante gli incontri istituzionali l’adozione di un sistema di locazioni agevolate anche nel settore commerciale, sul modello di quelle già in uso per gli immobili abitativi, a fronte di una riduzione dei canoni o allungamento del periodo locativo, una aliquota Irpef ridotta;
  3.  Impegno di comuni e regione per migliorare sensibilmente la rete viaria in particolare da e per i centri con le infrastrutture stradali più critiche;
  4. Potenziamento dei trasporti urbani ed extraurbani al fine di favorire la mobilità privata da e per le località interessate dai flussi di lavoratori e pendolari;

Alcuni di questi provvedimenti non hanno costi, ma apportano vantaggi sensibili, una migliore qualità della vita, un azione calmieratrice dei prezzi delle locazioni, una crescita

del reddito dei titolari delle abitazioni sfitte e uno sviluppo più equilibrato del territorio, ponendo anche un limite al consumo del suolo.

Ares