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SINDACATI SU RIORGANIZZAZIONE REGIONE: NO ALLO STRAPOTERE DEL SEGRETARIO GENERALE

20140725-consiglio-regionale-marche8L’ennesimo intervento organizzativo della Giunta regionale è stato portato avanti con le

modifiche alla Legge regionale n.20 del 2001 in materia di organizzazione del

personale dipendente della Giunta regionale.

Nonostante la disponibilità dei sindacati e della Rsu regionale per fronteggiare un difficile

periodo legato alla riorganizzazione del personale proveniente dalle Province a seguito

della riforma Del Rio e dell’evento sismico che ha messo a dura prova una macchina

organizzativa senza vertici, le modifiche a questa importante Legge organizzativa, sono

state approvate, come sempre più spesso accade in Regione, senza il confronto con i

sindacati, in totale spregio del protocollo d’intesa sulle relazioni sindacali approvato

dalla stessa Giunta regionale da poco più di un anno con l’intento di unire le forze

per fronteggiare le emergenze.

Le modifiche apportate delegittimano le funzioni e le attribuzioni dei dirigenti in materia di

organizzazione poichè attribuiscono la competenza dell’individuazione delle strutture

apicali tecnico-organizzative esclusivamente al Segretario Generale che, fra l’altro, non è

stato ancora nominato dopo le dimissioni rassegnate dal Dott.Costa da oltre due mesi.

I sindacati e la Rsu, in merito alle modifiche inizialmente proposte, hanno subito chiesto un

incontro al Presidente della Giunta, al Presidente del Consiglio, all’Assessore al personale

ed al Presidente della Commissione regionale competente per scongiurare l’approvazione

di tale modifica.

Le scelte organizzative, prima della riforma, erano effettuate legittimamente dai dirigenti,

ciascuno per quanto di competenza, in sede di Comitato di direzione.

Inoltre, occorre aggiungere che, sempre secondo questa riforma non partecipata, l’unico

soggetto legittimato alle scelte organizzative (sempre il Segretario Generale) verrà

selezionato in base ad esperienze valutabili, al pari di quelle dirigenziali pubbliche o

private, in generici e astratti “organismi”; inoltre è poco chiaro se il requisito del

quinquennio in funzioni dirigenziali si applichi anche in riferimento a tali organismi.

La Giunta e il Consiglio regionale dovranno spiegare, se non ai sindacati., sicuramente ai

cittadini, cosa intendano per “organismi” dove tutto può essere compreso, anche un

partito politico.

Tali disposizioni, secondo i sindacati, accrescono la sensazione di un diffuso disinteresse

della politica verso la valorizzazione delle professionalità presenti nella struttura

organizzativa regionale, non ultimo il taglio dei servizi relativi al turismo e le risorse ai

parchi naturali e alle aree protette, volano dell’economia in estate, tramite il risparmio sul

personale, e spremendo quello esistente senza garantire ferie e riposi.

Stranamente, solo le risorse attribuite alla politica con legge regionale aumentano,

garantendo maggiore organico alle segreterie politiche con lo sgradevole pretesto dei

recenti eventi sismici.

Tutto questo non fa che evidenziare l’evidente incapacità di questa giunta nel coordinare,

in modo razionale, una struttura amministrativa complessa, fatta di 1700 persone che

operano su tutto il territorio regionale.