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Il fallimento del Jobs Act

jobs-act-675gennaio-febbraio2017:

drastico calo dei contratti stabili e

aumento della precarietà nelle Marche

Drastico calo delle assunzioni a tempo indeterminato, dopo il taglio degli sgravi

contributivi e contratti a termine in forte crescita.

E’ quanto emerge dai dati dell’INPS, elaborati dall’IRES CGIL Marche, relativi ai primi

due mesi del 2017.

Le assunzioni a tempo indeterminato sono 3.494, notevolmente inferiori rispetto a

quelle effettuate nel 2016 (-903 pari a -20,5%) e, soprattutto, rispetto a quelle del 2015

(-2.787 pari a -44,4%), anno in cui sono stati pieni gli sgravi alle assunzioni stabili.

I contratti stabili rappresentano il 13,9% degli avviamenti: una quota praticamente

dimezzata rispetto al 2015 (26,1%), quando erano pieni gli sgravi contributivi collegati al

Jobs Act.

Diminuiscono anche le cessazioni di contratti di lavoro stabili ma, in misura

notevolmente inferiore alle assunzioni, tanto che il saldo tra assunzioni e cessazioni da

rapporti di lavoro a tempo indeterminato è negativo per 1.902 unità mentre due anni fa il

saldo era positivo.

Torna così a crescere il lavoro precario con 19.691 avviamenti a tempo determinato

(+21,0% rispetto al 2015) che rappresentano il 78,5% delle assunzioni complessive

(67,5% nel 2015).

In crescita anche i contratti di apprendistato con 1.363 assunzioni (+267 rispetto al

2015, pari a +24,4%) e il lavoro stagionale con 530 assunzioni (+69, pari a +15,0%); sia

l’apprendistato sia il lavoro stagionale, però, rappresentano rispettivamente solo il 5,4%

e il 2,1% del totale dei contratti.

Si tratta complessivamente di tendenze che si osservano anche a livello nazionale,

dove si assiste a un notevole aumento dei licenziamenti disciplinari, dopo la

cancellazione del diritto dei lavoratori ad essere reintegrati in caso di licenziamento

illegittimo, per i lavoratori assunti da marzo 2015. Nei solo primi due mesi del 2017 i

licenziamenti di lavoratori assunti a tempo indeterminato sono aumentati, rispetto al

2016 del 15% e rispetto al 2014 del 37%.

“Questi dati evidenziano e confermano una cosa molto semplice: il totale fallimento del

Jobs Act” , dichiara Daniela Barbaresi, Segretaria Generale della CGIL Marche.

“Per queste ragioni – aggiunge – è urgente cambiare il quadro dei diritti e delle tutele

del lavoro e per questo chiediamo al Parlamento di discutere al più presto e approvare

la Carta dei Diritti Universali del lavoro, la proposta di legge di iniziativa popolare per

la quale la CGIL ha raccolto un milione e duecento mila firme”.

Dichiara Giuseppe Santarelli, Segretario regionale e responsabile del mercato del

lavoro: “Aumenta nella nostra regione il lavoro dequalificato, cioè avviene il contrario di

quello di cui avremmo bisogno. Aumento delle competenze e valorizzazione del lavoro,

massicci investimenti nella formazione del capitale umano: solo questo potrà qualificare

le nostre imprese e renderle competitive. Solo questa ricetta può salvarci dal baratro”

A sostegno di questa proposta, la CGIL dà a tutti appuntamento al 6 maggio a Roma

per una grande manifestazione nazionale e partiranno pullman da tutte le province

marchigiane. Dunque la sfida per i diritti continua per garantire a tutti un lavoro

dignitoso e di qualità.