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Consulta: no al referendum sull’articolo 18. Sì al quesito sui voucher e sugli appalti

Lavoro-la-Consulta-boccia-il-referendum-sull-art_-18-e-ammette-gli-altri-due_articleimageIl referendum sull’articolo 18 non si farà: la Corte costituzionale ha dichiarato oggi inammissibile il quesito. Il quesito proposto dalla Cgil puntava ad abrogare le modifiche apportate dal Jobs act allo Statuto dei lavoratori e a reintrodurre i limiti per i licenziamenti senza giusta causa. Via libera invece alle consultazioni su voucher e responsabilità in solido appaltante-appaltatore.
Le firme raccolte dalla Cgil per proporre il referendum sono state 3 milioni. Il quesito bocciato dalla Consulta puntava ad abrogare le modifiche apportate dal Jobs Act all’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, ripristinando le tutele per chi subisce un licenziamento illegittimo non solo per le aziende sopra i 15 dipendenti, ma estendendole a quelle sopra i cinque.

Il secondo quesito, approvato dalla Corte, chiede invece di abolire i voucher, i buoni lavoro da 10 euro l’ora per le prestazioni accessorie, che il Jobs Act ha esteso ai redditi fino a 7mila euro.

Il terzo, anche questo ammesso dai giudici costituzionali, riguarda il settore appalti e vuole reintrodurre la responsabilità in solido tra committente e appaltatore, senza deroghe.

I giudici relatori sono stati Silvana Sciarra per il primo quesito, Giulio Prosperetti per il secondo e Rosario Morelli per il terzo. Vittorio Angiolini e Amos Andreoni sono i legali che hanno rappresentato le istanze referendarie della Cgil a sostegno dell’ammissibilità dei quesiti. Vincenzo Nunziata è invece l’avvocato dello Stato che ha parlato a nome della presidenza del Consiglio chiedendo che la Corte di pronunciasse per l’inammissibilità.

I giudici presenti oggi erano 13 (Alessandro Criscuolo era assente). Attualmente, dopo le dimissioni di Giuseppe Frigo, il collegio è costituito di 14 giudici e tra l’altro proprio oggi, alle 16.30, il Parlamento si riunirà in seduta comune, per la prima volta, per tentare di eleggere chi lo sostituirà.