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20 Miliardi alle banche , ma la nostra scuola è la peggiore d’Europa!

7287236_55270Mancano poche ore, cinque e mezza per l’esattezza, al traguardo del 2017. Gli italiani si avviano verso il nuovo anno con il solito carico di speranze e la solita zavorra politico-economica. l’anno che verrà ci porta in dote la crisi del sistema bancario con l’onere di 20 miliardi di aiuti, una scuola sempre più mal ridotta, un mercato del lavoro inesistente, 6,5 milioni di disoccupati. A presidio di ciò un governo fotocopia con ministri improbabili nei ruoli chiave, Poletti al lavoro, Valeria Fedeli la ministra con il curricula truccato all’Istruzione. A fronte della norma ribattezzata da Renzi “la buona scuola” la legge di stabilità prevede un taglio di 3,9 miliardi alle spese per l’istruzione e questo è un Paese dove si continua a declamare che i giovani studiano troppo e stanno troppo a lungo all’università (ricordate le frasi del sottosegretario Martone) e lavorano poco. La verità è l’esatto contrario. Quei pochi giovani che lavorano lo fanno in media più dei colleghi europei, pur guadagnando esattamente la metà, spesso a causa del loro basso livello di istruzione. Ecco allora il governo puntare 20 miliardi sul presunto risanamento delle banche, come se queste fossero state colpite da chissà, quale disastro finanziario, quando invece hanno dilapidato il patrimonio e bruciato le risorse nella maniera più invereconda. Non si investe invece nella scuola e nel rapporto tra la scuola e il mondo del lavoro, i nostri insegnanti sono i peggio pagati d’Europa e da anni si continua a distruggere quel poco di buono che la scuola pubblica ha prodotto. Si alzano lodi ai privati, alle privatizzazioni, ma quali sono i frutti di queste iniziative? Da quando il vento forte delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni spira in questa direzione abbiamo assistito unicamente a tagli, mancati investimenti, riduzione del perimetro produttivo, con la crescita esponenziale della disoccupazione, in particolare quella giovanile.  Un grande futuro di camerieri, lavoratori a progetto, pagati con i voucher, oggi tanto demonizzati ci aspetta. Già i voucher, oggi gli stessi che ne hanno esteso e liberalizzato l’utilizzo, in particolare la sinistra Pd né demonizza l’uso e ne chiede la soppressione. Beata coerenza! E questi vorrebbero ancora sgovernare il Paese!

ARES