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La gente vive di fede. Anche oggi come mille anni fa

chestertonUn lettore, a proposito  dell’ uccisione del tunisino-terrorista a Sesto San Giovanni, torna sulla “collusione del governo, dei superiori e della magistratura”; ma, aggiunge, “ c’è anche la collusione dei mezzi di informazione che hanno trovato normalissimo il fatto che un poliziotto in prova spari immediatamente uccidendo una persona. Anzi hanno lodato questo comportamento. Nessun giornalista od opinionista di regime ha alzato il dito per eccepire. E così si ottiene la formazione dell’opinione della gente comune.

E continua:

Nessuno dei miei conoscenti ha opinione diversa su questo attentato da quella impartita dai media di regime. E non solo per questa faccenda.

Constato che la quasi totalità dei miei conoscenti non nutre dubbi sulla verità che gli viene propinata dai media di regime su qualsiasi evento. Possono avere qualche dubbio su qualche notizia marginale, ma non sulle fondamenta.

“Non gliele puoi mettere in dubbio: scatta una reazione che ti emargina. Quindi non parlo più dei miei dubbi con gli amici né con mia moglie.

“Non riesco a immaginare cosa ci hanno nascosto e fatto credere fino ad oggi e cosa potranno fare domani. E non so cosa si può fare per uscire da questa situazione.

Andreas”.

Caro amico, lei ha raggiunto la coscienza di una verità che mi ha irritato  per quarant’anni, e a  cui solo ora –   merito della terza età  –   mi sto rassegnando.  La verità  è che, oggi come mille anni fa, “la gente vive di fede”. La gente d’oggi, che si  crede informata, libera nel giudizio,  critica,  cinica  e scafata, “vive di fede” come  il pio contadino medievale. Che dico, medievale? Vive di fede come l’egizio del 2000 avanti Cristo  che credeva al Bue Api.

La sola vera differenza è che, oggi, la fede della gente è mal riposta. E’ fede nei media e nella pubblicità, dunque infinitamente peggio riposta che la fede nella Resurrezione  e nella salvezza o dannazione  eterna; persino peggio di quella dell’egizio, immerso in forti credenze che avevano una loro profonda verità, come si vede le Libro Egiziano dei Morti. La gente d’oggi è immersa in un tipo di fede che la chiude in un aldiquà  piatto, istupidente, che la distrae dal suo compito primo: diventare essere umano,  ossia con un destino superiore.

Non creda, come farebbe la “gente”, che io parli di “religione” . La fede laicissima della gente d’oggi,  come lei ben nota, ha gravi conseguenze politiche e sociali: “Non oso pensare a ciò che ci faranno credere domani”. Diciamo pure oggi:  la gente, ancor oggi a  schiacciante, totalitaria maggioranza, crede alla  versione ufficiale dell’11 Settembre –  il che ha provocato la ”guerra al terrorismo globale”, il cui risultato è  sotto gli occhi di tutti: dopo 16 anni di guerra al terrorismo globale, il terrorismo –   che in Europa non c’’era –  adesso c’è e  fa strage  nelle capitali europee.  E sedici anni di sforzi di informatori alternativi (fra cui il modesto cronista) non hanno scalfito la gran massa della gente; siamo riusciti a dare consapevolezza solo a pochi, come lei, che probabilmente erano già predisposti al pensiero critico.  Ma la massa è stata, come un blocco di cemento, dalla parte della menzogna ufficiale.

Come mai? Essenzialmente, per lo stesso motivo dell’uomo medievale:  la soggezione all’Autorità.  Su tutti i fatti di cui non ha esperienza e  concreta (e l’uomo d’oggi non  ha esperienza concreta di quasi nulla) la gente d’oggi aderisce d’istinto all’Autorità, come secoli  orsono alla Chiesa o al Re.   Non importa che la gente sappia, o almeno dica, che  l’Autorità oggi è  inaffidabile.   Basta sentire  quante volte la gente ripete frasi come “L’ha detto la tv”,  “la Banca Centrale Europea”,  ”le sentenze della magistratura si rispettano”, “ce lo chiede l’Europa”, “lo scienziato X  conferma che i dinosauri si sono evoluti in uccelli”, “l’aborto è legge dello Stato”, “l’ho visto nella pubblicità”,  per capire che si inchina a queste autorità; che sono plurali e diffuse,  il che ottiene sulla gente due effetti illusori: fa’ credere   che esista il pluralismo, che ci siano in giro tante “idee”, e che ognuno  abbia il modo di “farsi la sua opinione”.

Perché, oltretutto, la gente crede di essere “anti-autoritaria”  – nel momento stesso in cui si inchina all’autorità, pensate un po’ di Mario Draghi e ha fede nel dottor Veronesi, o  in Saviano.  La gente è  stata convinta a vedere se stessa come una massa di “liberi pensatori” emancipatisi da  dogmi e tabù; se poi vai a vedere, vedi che le sue “idee” non sono che opinioni da tg, conformismi correnti e autorizzati  appresi qua e là, “visioni del mondo” che devono tutto ai video pubblicitari e alle ultime mode: edonismi da  poco prezzo per lo più. E su tutto hanno  “idee” che sono  luoghi comuni, che molto più  precisamente  i francesi chiamano “idées reçues”, idee ricevute.

Bisogna giungere alla triste, ma serena  conclusione che la gente non pensa.   In questo senso bisogna distinguerla dall’Uomo,  che per definizione dei filosofi è animale pensante e perfino razionale.  E’ una generosa idealizzazione,  che si attaglia solo a pochi, e anche a quei pochi solo in parte: uno può fare ricerche personali, ed elaborare idee originali  nel suo campo d’interesse, ma su tutte le altre  si adegua alla credenze comuni, della gente.  E’ più economico, e vitalmente necessario: perché, come spiega Ortega,   mentre “nelle idee si discute, si lotta,  magari si muore”, invece “nelle credenze si sta”: ci si sta  al punto da non riconoscerle più come idee,  ma da crederle elementi del paesaggio, permanenti come le Prealpi che vedo dalla finestra.  Invece sono solo le fedi vigenti oggi;  che non esistevano non solo mille anni fa, ma nemmeno nel 1950.  Solo che la gente vi poggia, come poggia sul suolo, con la stessa certezza che il suolo esiste.

Come sono state imposte e come  hanno trionfato? Si pone la questione: se la gente “non pensa” (e in questo la gente è  meno che umana),  se “vive di fede”, come si perviene a farla aderire a queste fedi?

Anzitutto, facendole accettare come “autorità” a sua insaputa  le linee ideologiche volute da quelli che Israel Shamir chiama  “i Padroni del Discorso”, perché ne hanno sequestrato e monopolizzano i  megafoni. Basta vedere i cognomi di direttori dei media, di quelli che contano ad Hollywood e nella “scienza”, e si intuirà qualcosa. Piccolo esempio: tutte le notizie estere che arrivano su giornali e tv vengono  da 4 agenzie: l’americana Associated Press  (AP), la francese France Press, la inglese Reuters.   La quarta, la tedesca DPA,  non fa che diffondere per contratto le  “notizie”  della AP nel mondo che parla tedesco.

Nel luglio scorso, è cominciata in Ucraina una  “processione della pace” che ha attraversato il paese, portando a Kiev centinaia di migliaia di persone in pacifica protesta contro il  regime. Nessun medium europeo ne  ha parlato. Un gruppo elvetico di cittadini ha chiesto alla televisione svizzera il perché del suo silenzio. Risposta: “Fino ad oggi non abbiamo ricevuto dalle agenzie indipendenti, da cui riceviamo le immagini, Reuters, AP, AFP, alcuna informazione e alcun materiale video su questa marcia. Secondo le ricerche  del nostro corrispondente, la marcia non è così importante come si pretende”.

Dopo ciò, la pressione sociale completa il trucco.    La gente, che resiste al pensiero critico, si irrita davanti a chi fa domande (come Socrate),   invece si piega  alla pressione sociale, e poi essa stessa impone il rispetto   delle sue fedi del momento  esercitando la pressione sociale sui pochi dissidenti.

Lei stesso, caro amico, ha provato su di sé la forza, il peso, della pressione sociale: “Non parlo più di miei dubbi con gli amici né con mia moglie”.  Nemmeno con sua moglie!

Ci si rende conto della censura che la gente fa’ gravare su di noi? Fino a che punto ci obbliga ad ammutolirci?  Non solo ci esclude dall’agorà, ci rende inagibile  lo spazio pubblico ossia politico, ma persino dalla camera matrimoniale … Nessuno sottovaluti la ferocia e pericolosità della “gente”  a difesa delle proprie fedi.  Socrate fu  condannato alla cicuta   con l’accusa che parlava male “degli dei della città”:  non erano certo Pallade Atena e Zeus,  gli dei della città  le fedi accettate,  erano i sacri  luoghi comuni che lui discuteva, sforzando la gente a “pensare”.

 

Oggi, come sappiamo, la gente   si fa spontaneamente “psicopolizia” di questo mondo orwelliano, a  protezione feroce delle sue fedi assolutamente false e menzognere, che portano la stessa gente alla dissoluzione sub-umana: guai a notare che la sodomia è anormale, è “discriminazione”, guai a a non volere che la scuola insegni ai nostri figli le teorie del Gender, è  ”arretratezza retriva” e adesione a “vecchi tabù da  ci siamo liberati”.  Guai a consigliare una   donna a non abortire: “E’ una legge dello Stato!”.  La collega Costanza Miriano, per il titolo del suo libro “Spòsati e sii sottomessa”,  è stata querelata in Spagna da non so che organizzazione femminista.  Ma in Europa non vige la “libertà d’opinione”?  Ma l’opinione espressa  da quel titolo, anche con un’ironia  paradossale che alle erinni della “gente”  sfugge,   è tale che “offende”  le femministe  iberiche: dunque   c’è libertà di tutte le opinioni, purché  non offendano le femministe. I gay. Gli animalisti.  Gli ebrei. Gli atei. Le altre minoranze oppresse. Le nuove risorse.  I finti profughi negri.  La Boldrini … L’elenco può continuare all’infinito.  Alla fin fine, della libertà di avere opinioni  resta ben poco. Il nostro lettore ha constatato sulla sua pelle che  è libero di avere l’opinione della Versione Ufficiale.

Elogio della pressione sociale di ieri

Meglio, molto meglio – oso dirlo, sfidando   le denunce dei progressisti – la pressione sociale che la fede di ieri faceva pesare sulla gente. Conscia  che la gente non pensa, la Chiesa ha mirato a  imporre ad essa la fede. L’ha fatto per due millenni, in certe  epoche  (la Cristianità)  come “pensiero unico”,  operando attivamente che non si imponessero altri “luoghi comuni”.   Ma checché  scherniscano i “progressisti trasgressivi”,  era meglio.

 

Il pensiero  unico globale attualmente vigente (“capitalismo globale è democrazia, non ci sono alternative al liberismo, alla UE”, eccetera) di cui sono credenti i “progressisti trasgressivi” emancipati dai “tabù clericali”, non è stato  imposto  per il bene dell’umanità, ma di Wall Street e di Rotschild, dell’1 per cento.  Il pensiero unico della  Chiesa era nell’interesse della gente;  mirava ad  orientarla al bene  e alla salvezza dell’anima.   Ma nello stesso tempo  in molti modi contribuiva al bene dell’aldiquà: insomma ha creato la  civiltà. La civiltà che   le attuali fedi e pressioni sociali  stanno sgretolando.

 

Voglio portare un esempio di quel che dico. Un  esempio tale, che farà ululare le “donne liberate”, e forse mi rende passibile  di denuncia penale da parte delle femministe:  la  pressione sociale benedetta che imponeva alle ragazze la verginità  prematrimoniale.

Maurizio Blondet