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Da Infolampo: Celani – Jobs Act

terracontinuaaremareE la terra continua a tremare….

Non si arresta lo sciame sismico e con esso il senso di precarietà e di insicurezza della popolazione

costretta ad abbandonare le case, il paese, i parenti, gli affetti, le amicizie, la vita sociale.

di Emidio Celani

Sono circa 350 mila le persone coinvolte, nelle Marche, dalle scosse di fine ottobre, 122 i comuni

interessati tra le province di Macerata (54), Fermo (26), Ascoli Piceno (28) e Ancona (14) di cui 87 sono

quelli che ricadono nel cratere sismico, 286 le

zone Rosse chiuse per il rischio di crolli, 64 i

municipi inagibili, 5-6 le sedi della Cgil non

utilizzabili come pure 8 circoli Auser (di cui 2

completamente distrutti nel sisma di agosto) non

sono agibili.

Il 25 novembre la Protezione Civile denunciava

23.693 persone assistite di cui 4.411 in loco

(palestre, capannoni, palazzetti), 10.685 in

autonoma sistemazione e 8.597 in albergo.

Il ripetersi delle scosse, anche di intensità

importanti (magnitudo 3-4) rallenta l’opera di

sistemazione e ritarda la fase di ricostruzione non

solo delle case ma soprattutto del tessuto sociale. Quella coesione sociale che ha reso vivo e tutelato un

patrimonio, concentrato nelle zone interne e montane e che ha frenato nel passato fenomeni migratori, era

presente prevalentemente in quelle piccole comunità, di cui ben 7 rientrano tra i Borghi più belli d’Italia.

La chiusura di molti luoghi, le interruzioni della normale viabilità ha concorso a determinare le

condizioni, specialmente tra la popolazione più fragile, di un esodo forzato. Oltre 91.000 sono gli anziani

ultra 64enni coinvolti nei comuni che ricadono nell’area del cratere, di cui quasi 22.000 iscritti allo Spi-
Cgil. Molti sono ora sistemati in alberghi o abitazioni private sulla costa adriatica, che si snoda lungo un

percorso di 150/200 km. Lo sradicamento dai territori, determina una frammentazione e una lacerazione

di quel tessuto sociale che, specie nell’anziano, è ragione e obiettivo dell’esistenza.

La presenza di un consistente numero di anziani cronici e di non autosufficienti ha segnato

profondamente la situazione marchigiana anche a seguito della inagibilità di molte strutture residenziali

che hanno imposto l’evacuazione degli stabili verso strutture spesso lontane e non attrezzate ad accogliere

un numero maggiore di pazienti. La “fuga” verso i paesi d’origine di molte “badanti” ha accentuato la già

grave situazione specialmente se si tiene conto che solo il 20-30% della popolazione anziana non

autosufficiente trova nel sistema pubblico o convenzionato marchigiano una risposta.

La preoccupazione più grande è quella di essere dimenticati e abbandonati. Il pensiero di non poter

svolgere quelle attività quotidiane che riempivano la giornata e la rendevano ricca di soddisfazioni e di

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Il Jobs Act è un fallimento, lo certifica l’Inps

“È inutile, il Jobs act non funziona, è un vero e proprio fallimento, una ricetta amara e sbagliata che

dispensa meno diritti, meno tutele nel lavoro, piena discrezionalità alle imprese”. Così Tania Scacchetti,

segretaria confederale della Cgil.

“Il Jobs act ha prodotto un’esplosione incontrollata dei voucher che stanno sostituendo anche il lavoro

vero, l’impennata dei licenziamenti disciplinari e, una volta finiti gli sgravi fiscali, il crollo delle

assunzioni con contratti stabili”, sostiene Scacchetti. “È una ricetta che, come dimostra la realtà, non

produce l’occupazione di qualità di cui avrebbe bisogno il nostro Paese per poter affrontare le sfide

imposte dalla competizione globale”. “Di positivo – continua – c’è solo la ripresa dei contratti di

apprendistato. Troppo poco per poter cambiare opinione”.

“A fronte di questi dati – conclude la segretaria confederale della Cgil – rilanciamo la nostra sfida con la

Carta dei diritti universali del lavoro e con i tre quesiti referendari per abrogare i voucher, le norme che

impediscono il reintegro in caso di licenziamenti illegittimi, e la poca trasparenza in materia di appalti”.

Boom dei voucher e del tempo determinato

La Fondazione Di Vittorio commenta i dati Inps: nell’accesso all’impiego le forme instabili sono

assolutamente predominanti, fortissimo aumento nell’uso dei buoni. Nei primi dieci mesi del 2016 oltre

3,1 milioni assunzioni a termine e 491mila stagionali

Le forme di lavoro instabili sono “assolutamente predominanti nell’accesso al lavoro: boom di voucher e

del tempo determinato”. Così la Fondazione Di Vittorio commenta i dati dell’osservatorio Inps sul

precariato, diffusi oggi. Le assunzioni a termine nei primi dieci mesi del 2016 sono in forte crescita, oltre

3,1 milioni e, assieme alle assunzioni stagionali pari a 491mila unità, rappresentano quasi il 75% dei

nuovi rapporti di lavoro.

La vendita dei voucher è superiore a 121 milioni (+32,3% rispetto al 2015 ma ben +121,7% rispetto allo

stesso periodo del 2014), aggiunge la fondazione della Cgil. La variazione netta delle assunzioni a tempo

determinato (stagionali esclusi) è stata fino ad ottobre 2016 di +414 mila, 316 mila in più dei primi 10

mesi 2015, 210 mila in più del corrispondente periodo del 2014. Lo scarto aumenta ancora considerando

gli stagionali. Il saldo occupazionale complessivo +479mila unità è evidentemente quasi del tutto

attribuibile all’aumento del tempo determinato.

Tra i lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi domestici e agricoli) calano, invece, i nuovi rapporti

di lavoro a tempo indeterminato. Nei primi dieci mesi del 2016 sono stati 1.044 mila; inferiori non solo a

quelli dello stesso periodo del 2015 (-492 mila, pari al -32%), ma addirittura anche a quelli del 2014 (-63

mila, pari a -5,7%). Anche le trasformazioni in tempo indeterminato (257 mila) sono in calo sia rispetto al

2015 (-133 mila, -34,1%) che al corrispondente periodo del 2014 (-36 mila, -12,4%).

Il saldo occupazionale complessivo del tempo indeterminato (incluse le trasformazioni che però

riguardano rapporti di lavoro già esistenti) +62mila, resta per ora ancora in zona positiva (tuttavia, senza

trasformazioni, a differenza del 2015, il saldo sarebbe largamente negativo), anche se drasticamente

ridotto rispetto al 2015 (+588mila) e inferiore anche al dato 2014 (+101mila).

Questo dato, osserva la Fondazione, “va letto anche in rapporto alla diminuzione dei flussi in uscita (calo

cessazioni) con una forte diminuzione dei pensionamenti, e andrà verificato-negli ultimi due mesi del

2016-rispetto all’intensa dinamica di crescita registrata nello stesso periodo del 2015 (ultimi due mesi

degli incentivi). In sintesi – conclude -: se, oltre alle attivazioni a tempo determinato e stagionali, si

prende a riferimento anche il fortissimo aumento dei voucher che crescono di quasi 30 milioni rispetto

allo stesso periodo dello scorso anno, si conferma come le forme di lavoro instabile siano assolutamente

predominanti nell’accesso al lavoro nel 2016. A ciò si può aggiungere che i licenziamenti per giusta causa

e per giustificato motivo soggettivo sono cresciuti del 27% (+13mila unità) rispetto al 2015 e del 32%

(+15 mila) rispetto al 2014”.

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http://www.rassegna.it/articoli/boom-dei-voucher-e-del-tempo-determinato