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“UNA SANITA’ DA CURARE”: OGGI MANIFESTAZIONE REGIONALE CGIL, CISL E UIL

sanità00Una mobilitazione sulla sanità e sul sociale delle Marche perché le scelte della Regione non vanno

nella giusta direzione.

Con questo slogan, oggi prende il via la manifestazione regionale di Cgil, Cisl e Uil Marche, in

programma nella sala Figc di Ancona, presenti le confederazioni sindacali, le rispettive categorie di

settore e tanti lavoratori e pensionati. Dopo il presidio sul diritto allo studio, secondo step, oggi, di

una serie di iniziative di mobilitazione contro le politiche della Regione, che proseguiranno anche

nelle prossime settimane.

Secondo i sindacati, in questi ultimi anni, la gestione della sanità è andata peggiorando sia per i

servizi ospedalieri e territoriali, sia per le liste di attesa che si sono allungate sia per i lavoratori le

cui condizioni sono peggiorate. Quanto alle nuove assunzioni promesse dal presidente, per Cgil,

Cisl e Uil,dopo i tagli di questi anni, anche quando si concretizzeranno, non saranno ancora in

grado di garantire il pieno ripristino della funzionalità dei servizi.

I sindacati accusano la Giunta di non aver applicato l’intesa firmata nel 2014, con il precedente

esecutivo, e riconfermata dalla giunta Ceriscioli. Un documento che contemplava interventi concreti

in tutti i settori.

Piuttosto, negli anni, anziché nuovi servizi territoriali, si sono viste solo chiusure, sono cresciute la

sanità privata (aumentata dal 2011 al 2014 dell’11,5%, mentre quella pubblica segna un calo del

2,2%)) e la mobilità passiva. I tagli ai privati hanno riguardato solo gli appalti dei servizi e il

trasporto sanitario, con gravi problemi per i lavoratori occupati in queste attività. Nel complesso, le

Marche sono la quarta regione dello Stivale per la spesa pro-capite per le prestazioni intramoenia,

causa ed effetto, allo stesso tempo, delle lunghe liste di attesa.

Inoltre, nel corso degli anni, è diminuita anche la capacità programmatoria e si è preferito lavorare

con delibere spot. Per i sindacati, ciò che manca, è anche un interlocutore politico vero: si avverte

l’assenza di un assessore a tempo pieno impegnato su queste materie. Gli ospedali di comunità sono

da attivare e la domiciliarità da rafforzare sensibilmente. C’è nel contempo una politica regionale

che rincorre i campanilismi e le corporazioni. E sul fronte dell’edilizia ospedaliera si lanciano

propositi, spesso utilizzati come diversivi e, intanto, nessun cantiere è stato avviato, neanche quello

di Osimo.

Gravi problemi anche per i servizi sociali e socio-sanitari dove manca una programmazione

partecipata, regna incertezza sulle risorse davvero disponibili, sulla governance, sul ruolo dei

Comuni e degli ambiti sociali. In tutto questo contesto, assistiamo ad un graduale depotenziamento

dell’intervento pubblico attraverso un uso diffuso dei voucher ed il ricorso al mercato. Una

condizione che mette sempre più nell’incertezza famiglie che hanno disabili, anziani non

autosufficienti o con altre situazioni problematiche.