Da Infolampo: Avanti fino allo sciopero generale
Pedretti: senza risposte andremo avanti fino alla sciopero
generale
“Non siamo oppositori per professione. Siamo un sindacato responsabile ma a questa piazza il governo
deve dare delle risposte. E senza queste risposte noi andremo avanti fino allo sciopero generale. “Il
tavolo di confronto tra governo e sindacati dei pensionati è scomparso come la lettera di Cristoforo
Colombo sulla scoperta del Nuovo Mondo. Speriamo che questo tavolo rinasca dall’incontro del 24
maggio con il Ministro Poletti, che è frutto anche della nostra battaglia”
Sono le parole del nostro segretario generale Ivan Pedretti che ha chiuso stamattina la manifestazione
nazionale dei pensionati in Piazza del Popolo indetta insieme a
Fnp-Cisl e Uilp-Uil per chiedere al governo interventi urgenti
su reddito, fisco, welfare, sanità e non autosufficienza. La
manifestazione nazionale è stata preceduta da assemblee
pubbliche e mobilitazioni unitarie in tutte le Regioni.
Sessantamila i pensionati oggi in piazza.
Abbiamo chiesto a governo e Parlamento la difesa delle
pensioni di reversibilità; la tutela del potere d’acquisto delle
pensioni; il recupero del danno prodotto dal blocco della
rivalutazione; la separazione tra previdenza e assistenza; uguali
detrazioni fiscali per lavoratori dipendenti e pensionati;
l’estensione degli 80 euro alle pensioni più basse; la modifica
delle legge Fornero per facilitare la flessibilità in uscita e
permettere l’entrata dei giovani nel mondo del lavoro;
maggiori risorse per l’invecchiamento della popolazione e una
legge quadro per la non autosufficienza.
Abbiamo chiesto inoltre al governo la ripresa immediata del
tavolo di confronto avviato mesi fa e poi bruscamente
interrotto con il Ministro Poletti per trovare insieme le
soluzioni alle situazioni di difficoltà di milioni di pensionati italiani che, oramai da anni, sono il bersaglio
di una politica che specula sulla loro pelle solo per fare cassa.
“Sulla reversibilità carta canta – ha spiegato Pedretti – Stiamo ancora aspettando l’emendamento del
governo per correggere l’errore fatto. E finché non lo vedremo noi continueremo a dire che quel
provvedimento non va bene. Vogliamo un sistema di rivalutazione delle pensioni per tutelare il potere
d’acquisto, che i pensionati paghino le stesse tasse dei lavoratori dipendenti, che si costituisca un fondo
previdenziale per aiutare i giovani e che si dia la possibilità a chi ha lavorato una vita di andare finalmente
in pensione”.
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Un’Europa a più velocità
La nuova graduatoria dell’onestà pubblica negli stati membri dell’Unione europea vede la Finlandia al
primo posto e la Bulgaria all’ultimo. E l’Italia non se la cava tanto bene.
di Ramin Dadašov for VoxEurop
Giovedì 21 gennaio la presidenza olandese dell’Unione europea ha pubblicato una nuova graduatoria
dell’integrità pubblica per i 28 Stati membri dell’Unione. La graduatoria rappresenta la prima
misurazione oggettiva dell’integrità pubblica nell’Ue e fa parte di un rapporto ufficiale sulla fiducia e
l’onestà commissionato da un gruppo di istituti di ricerca associati al Progetto ANTICORRP guidato dalla
professoressa Alina Mungiu-Pippidi dell’Hertie School of Governance di Berlino.
La graduatoria si basa su sei indicatori strettamente legati tra loro che, da un lato, sono in correlazione
sufficiente da poter essere aggregati in un unico indice e dall’altro sono fortemente associati con gli
indicatori di corruzione esistenti. Questi indicatori comunemente utilizzati – per esempio l’Indice di
percezione della corruzione di Transparency International – si basano sulle percezioni di specialisti. Il
nuovo Indice di Integrità Pubblica (Ipi), invece, è più oggettivo e si basa su sei indicatori di trasparenza:
la semplicità amministrativa (il tempo occorrente a registrare un’azienda e a pagare le imposte); l’apertura
del commercio; l’efficienza delle procedure di revisione; la capacità giudiziaria; i servizi online offerti dal
governo e quelli utilizzati dalla popolazione.
La struttura stessa dell’indicatore della trasparenza consente di fare paragoni all’interno dell’indice da un
anno all’altro, cosa che non potrebbe essere fatta con gli indicatori basati sulle percezioni. Oltretutto, essa
consente di rendere l’indicatore sensibile alle riforme politiche, altra lacuna degli indici basati sulla
percezione che, come è noto, non tengono il passo con la realtà. Per esempio, la Grecia è stata classificata
paese molto corrotto nelle graduatorie soltanto quando la crisi dell’euro è diventata di dominio pubblico,
mentre si ritiene che sia proprio la corruzione ad aver reso la crisi così grave.
La graduatoria, illustrata nella tabella, vede i paesi scandinavi e i Paesi Bassi saldamente ai primi posti,
mentre Bulgaria, Romania e Croazia si contendono l’ultima posizione. L’Italia guida l’ultimo quarto della
graduatoria, ma è migliorata negli anni. L’indice è relativo al 2012 e al 2014, e si basa sugli ultimi dati
disponibili.
La graduatoria evidenzia una tendenza positiva per la Romania (che ha scavalcato la Bulgaria dopo essere
stata all’ultimo posto fino al 2012) e soprattutto per la Grecia, che ha fatto registrare i progressi più
considerevoli negli ultimi anni, insieme a Lettonia e Lituania, come si può vedere nel grafico più sotto.
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