Sanità malaffare, liste d’attesa fai da te!
“Casi di malaffare nel 37% delle aziende sanitarie italiane negli ultimi cinque anni e accesso alle cure più
difficile anche per pazienti oncologici”
Il Tribunale del malato
Siete in fila a prenotare un esame, una visita, una tac, vi propongono, quando le liste non sono piene, tempi
lunghissimi, magari un paio di anni per una tac oncologica? Avete tre possibili soluzioni: aspettare; andare a
pagamento; pagare una mazzetta. Malgrado il sensazionalismo di Renzi sui successi ottenuti, secondo il
Tribunale del Malato e Transparency la situazione non è propriamente “leopoldiana”…. Un’azienda
sanitaria su tre ha registrato casi di corruzione, le frodi accertate dalla Guardia di Finanza sono ammontate
a 300 milioni di euro con sentenze di condanna per 87,7 milioni all’anno.
Anche il magistrato anti-corruzione Raffaele Cantone ha posto l’indice sul malaffare nel settore santiario,
quasi il 10% dei pazienti ha semplicemente rinunciato a curarsi nella sanità pubblica per gli enormi ritardi
accumulati nel settore degli appuntamenti, cose indegne per un paese civile. Il 4% dei cittadini italiani, non
fatevi trarre in inganno dal numero a singola cifra, si tratta di una percentuale altissima in questo caso, ha
ammesso candidamente di avere pagato tangenti per farsi curare. Lo stesso Cantone ha segnalato fra le
cause delle inefficienze e della corruzione la nomina dei dirigenti sanitari da parte degli enti locali, la solita
politica che va cercare spazi di manovra , magari per politici ‘trombati’. Intanto la spending review ha
tagliato i servizi, ma non gli sprechi, e gli adempimenti richiesti dall’autorità anti-corruzione vengono visti
come fastidi burocratici, intanto le mazzette infestano pesantemente anche le sale mortuarie.
Intanto la fiducia ai partiti è al 5% contro l’85% che premia Papa Bergoglio, ma un bel 19% pensa,
purtroppo, che sia meglio lasciare spazio ai privati nella sanità di fronte allo sfacelo del settore, d’altronde il
grado di soddisfazione dell’assistenza sanitaria si assesta al 50% per il privato contro il 39% del settore
pubblico. Ben il 77% dei dirigenti sanitari ritiene concreto il rischio di casi di corruttela nelle strutture da
loro guidate, intanto il calcolo dello spreco nella sanità per i servizi non legati alla cura dei pazienti ha
prodotto la notevole cifra di 1 miliardo di euro.
In tutto questo sfascio la reazione del governo è stata ferma e decisa, il premier ha subito declamato tutta
la sua ira ipotizzando una ennesima stretta sul fronte delle intercettazioni, anche se poi vista la m al parata
ha provveduto in fretta e furia a rimangiarsi tutto, ma poco altro si segnala di concreto.
MAURIZIO DONINI