ANCORA SU BANCA MARCHE
Quanti sono i risparmiatori messi in ginocchio dal recente intervento del Consiglio dei Ministri per
salvare quattro istituti di credito?
Secondo Federconsumatori e Adusbef sono oltre 100.000 gli italiani che di colpo si sono ritrovati
senza più i risparmi di una vita.
E mentre i risparmiatori piangono, i quattro istituti di credito: Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca
Marche, Banca Etruria e Carichieti, sono rinati con la dicitura “Nuova”, a nuova vita, senza più
perdite e con un nuovo capitale.
Con buona pace degli oltre 40mila marchigiani o degli oltre 35mila toscani e tanti cittadini
abruzzesi che avevano creduto in queste banche e che dopo giorni e settimane di angoscia si sono
ritrovati con un pugno di mosche; con della carta straccia in mano grazie all’intervento voluto dal
Governo Renzi che ha messo a punto un salvataggio da 3,6 miliardi di euro, penalizzando, ancora
una volta, i piccoli risparmiatori.
E così tantissime famiglie con i risparmi di una vita, tantissimi giovani con i loro primi risparmi, i
pensionati, tanti artigiani e piccoli imprenditori, moltissima gente che si è fidata dei banchieri di
fiducia di sempre…
Ora, dopo il danno, tutti i soggetti interessati, in un affannoso scaricabarile, dicono di voler correre
ai ripari.
Ma non c’è tempo da perdere in sterili polemiche, è il momento in cui la Politica, le Istituzioni, le
associazioni di categoria e i sindacati si adoperino tutti insieme affinché il Decreto venga
modificato in Parlamento, così come sta adoperandosi l’Onorevole Deborah Bergamini (Forza
Italia) con una serie di sub-emendamenti alla Legge di Stabilità, con lo scopo di salvaguardare
almeno i possessori di obbligazioni subordinate, che non erano e non sono, assimilabili a capitali di
rischio.
All’iniziale entusiasmo del quanto sono bello, quanto sono bravo, Matteo Renzi si è forse reso
conto degli effetti tragici dell’intervento governativo sui risparmiatori e per bocca del vice ministro
dell’Economia, Enrico Morando, fa sapere che “il Governo è consapevole che almeno ad una parte
dei risparmiatori coinvolti, la natura dello strumento dell’obbligazione subordinata poteva non
essere perfettamente nota”.
E mentre il Governo è “consapevole”, il governatore Ceriscioli, quello che rispondendo in
Consiglio Regionale ad una interrogazione disse:”Cosa ne sapete di cosa ho fatto sotto traccia per
Banca Marche?” e ancora “”Voi non sapete come mi sono mosso, se anche altri hanno la vostra
idea, vuol dire che mi sono mosso con discrezione”, continua imperterrito a sostenere che “Il
provvedimento messo in campo dal governo per il salvataggio di Banca Marche permetterà alla
banca di poter ripartire con fiducia e rilanciare l’istituto di credito senza utilizzo di fondi pubblici e
dunque dei contribuenti”.
Rilanciare la Banca delle Marche? Senza utilizzo di fondi pubblici e dunque dei contribuenti? Ma
perché i 40mila marchigiani senza più i loro risparmi chi sono? Cittadini svizzeri?
Magnifica la sua dichiarazione riportata in un lancio d’agenzia.
“Da oggi – dice Ceriscioli – abbiamo di nuovo una banca ricapitalizzata, forte, nel pieno delle sue
capacità operative, in grado di sostenere imprese, cittadini nei loro bisogni”.
Qualcuno dica a Ceriscioli che anche il suo partito si è reso conto della tragicità dell’operazione e
sta cercando dei correttivi.
Cominci ad allinearsi dunque e calarsi nella realtà di quelle decine di migliaia di marchigiani che
con il suo muoversi discretamente, si sono ritrovati discretamente più poveri.
F.to Piero Celani