Home

Il Bel paese dove il “NO” risuona!

000noombrinaRifiuti-Zero-No-inceneritoreI nostri concittadini sono stanchi di pagare tasse e balzelli in gran quantità. IMU, Tasi, addizionali IRPEF, tassa sulla bonifica, passi carrai, imposta di registro, Irap, Ires e chi più ne ha più ne metta.

Naturalmente tutti siamo convinti della necessità di sostenere lo Stato e le sue articolazioni con una moderna contribuzione, alla quale si può tendere combattendo l’evasione, l’elusione, l’iniquità del sistema fiscale e soprattutto abbattendo la spesa pubblica e tagliando le spese improduttive e gli sprechi. In più si può dare una spinta allo sviluppo cogliendo alcune opportunità, il quantitative easing della BCE, il basso costo del petrolio, l’arretramento dello spread e le stime di crescita, seppur moderata del Pil.

La lotta all’evasione e all’elusione non è tra le priorità di questo esecutivo e lo si percepisce da quanto afferma il premier e dai provvedimenti via via approvati dall’esecutivo. La riforma del sistema fiscale è stato uno degli annunci del Presidente del Consiglio e si perso per strada come altre promesse programmatiche ed elettoralistiche. Il taglio della spesa appare improbabile in un sistema dove proprio la spesa pubblica alimenta le fortune politiche delle forze in campo, senza contare le barricate che ogniqualvolta c’è un timido tentavo di mettere ordine nella ragnatela degli Enti inutili si alzano forti lai. Il caso dell’Enit, l’Ente più inutile d’Italia e più costoso è emblematico. Pur non portando benefici al turismo del nostro paese vi è stata catapultata quale Presidente la Evelina Christillin, persona capace, ma a capo di un mostro mangiasoldi.

Quindi se volete cercare di rimodulare la spesa pubblica e operare una revisione della stessa troverete ostacoli ad ogni stazione.

Volete abolire la Provincie e passarne le competenze ai comuni in un ottica di razionalizzazione e risparmio? Vi diranno di no in tanti e un ente inutile per antonomasia piuttosto che abolito verrà riformato. Le spese rimarranno le stesse, le competenze passeranno nominalmente ai comuni, i dipendenti in parte saranno abbandonati a  se stessi. Risultato? Risparmi zero e costi in qualche caso aumentati.

Volete abolire i Consorzi di Bonifica a novanta anni dalla loro istituzione, in un mondo dove non dovrebbero esserci più paludi da bonificare? Impossibile! Ci sono nuovi compiti, nuove emergenze alle quali far fronte, magari solo sulla carta, continuando a chiedere soldi ai cittadini per opere fantasma, tra competenze che si accavallano, mentre il territorio rimane comunque sguarnito e senza difese. Volete abolire il Cnel, un carrozzone da novemilioni di euro all’anno? Non è possibile! Occorre aspettare la modifica della legge costituzionale, intanto l’ente va avanti, inutilmente. Sarebbe opportuno accorpare i Comuni più piccoli? Come dici? Dovevano già averlo fatto in forza di un decreto? Non hanno neppure incominciato a pensarci. Andrebbero abolite le Comunità Montane e gli ATO? Bene, ma i componenti dei consigli dove li mettiamo? Saranno poi disponibili ad andare a cercare i voti per i loro referenti una volta che gli abbiamo tolto il giocattolo. Le municipalizzate sono troppe? Bene, tagliamole. Si fa presto a dirlo, farlo è tutto un altro discorso, anche e soprattutto per i costi che la maggior parte dei cittadini sopportano per la proliferazione di queste società, la maggior parte delle quali passive, tanto paga sempre Pantalone.

Volete tagliare la spesa? Benissimo purché sua quella degli altri. Sarebbe utile per la bolletta energetica ricercare il petrolio e il gas nell’Adriatico, si salvi chi può. Comitati per il no alle trivelle, referendum e regioni che amano più tassare, che prevedere incassi in royalty. Non pensate di aprire una centrale a Biomasse, perché se anche il cittadino poco sa come funziona, fa presto ad apporsi e a costituire un bel comitato di protesta.

Si potrebbero eliminare le Prefetture, strutture arcaiche, eredità del regime fascista, l’errore è volerne chiudere 23, quando andrebbero smantellate tutte, a favore del potenziamento del presidio di polizia e carabinieri sul territorio. Purtroppo la direzione è esattamente l’opposto, non si risparmia sulla spesa, non si aumenta la sicurezza e si da fiato alla protesta costante dei cittadini. Il Paese sa solo dire “no”, perché non si fida più della classe dirigente e perché è stato abituato ad un regime allegro di spese, benefici e tasse che possono essere allegramente evase, per cui cambiare non è gradevole per molti, ed allora ci si inventa il “no” a prescindere.

Ares