Non potendo più dare cattivo esempio, danno sei consigli “giusti”!
Ve lo ricordate Fabrizio De Andrè, il rande poeta della canzone? Ebbene dovete riandare con la memoria ad una sua canzone, una in particolare, anche se tutte avevano un grande significato sociale, sociologico ed anche morale. Ma è in “Bocca di Rosa” che oggi noi troviamo il senso di una colonna sulla pagina locale di un quotidiano, dove un ottuagenario mai domo, impossibilitato come dice De Andrè oramai “a dare cattivo esempio”, si prodiga in sei “consigli “giusti” alla nuova amministrazione. In premessa una considerazione è d’obbligo. Se Fermo è in queste condizioni, la responsabilità sarà pure di qualcuno e in particolare di chi nei momenti chiave, quando le risorse c’erano, le ha buttate nel “cesso” scusate il termine ed oggi ancora ha voglia di “pontificare”. Girando per la città e il suo territorio si possono ancora ammirare le “vestigia” di quegli anni, di “sviluppo economico”. Fatevi un giro in contrada San Martino, giusto per dirne una, c’è ancora inutilizzato, mentre in Comune ci si accapigliava sulla nuova sede dei vigili, la struttura che sarebbe dovuta diventare il nucleo del Centro Agroalimentare del Fermano. Pensate alla follia, un centro agroalimentare a sei chilometri dal primo casello autostradale, lontano dai centri di produzione più specifici, infatti è rimasto inutilizzato e incompleto ed oggi ospita la falegnameria del comune. Peraltro i centri Agroalimentari non godono generalmente di buona salute, pensate al passivo di quello di San Benedetto, quindi nella disgrazia c’è andata di lusso. Questi soggetti con l’andar del tempo riescono a far dimenticare il proprio passato e s’inventano nuove e più roboanti professioni, centri studi, diventano scrittori, insomma cambiano pelle, l’unica cosa che non cambiano mai è quella di darvi consigli, d’altronde sono nati consiglieri e moriranno consiglieri. Fortuna oramai pochi hanno voglia e tempo di ascoltare tali soloni.
ARES