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Dragaggio: incontro ad Ancona. Oltre due milioni per i porti

000marinaportosangiorgio“Finalmente si vede la luce in fondo al tunnel”, afferma il sindaco Nicola Loira.

Anche se le risorse che proverranno dall’assestamento di Bilancio non saranno

quelle auspicate dall’assessore regionale Paola Giorgi lo scorso febbraio, il

Consiglio regionale da tenersi prima dello scioglimento previsto per il 7 aprile

sarà chiamato ad approvare una somma che dovrebbe essere sufficiente a

garantire gli escavi nei cinque porti marchigiani.

Tra questi vi è quello di Porto San Giorgio. Ciò è stato reso noto nell’incontro

avvenuto stamane ad Ancona.

Al momento la somma a disposizione dell’Assessorato regionale alle

Infrastrutture dovrebbe aggirarsi sui due milioni di euro. E’ altresì possibile che

la stessa sia suscettibile in extremis di un aumento.

La ripartizione della somma tra i porti marchigiani avverrà secondo i criteri

adottati nel 2013: terrà conto delle dimensioni delle aree portuali. E’ fondato

quindi l’auspicio che Porto San Giorgio possa ottenere quanto necessario per la

propria causa.

“Do atto all’assessore Giorgi che in un momento estremamente difficile per

i tagli agli enti locali sta sostenendo l’impegno con determinazione, avendo

recepito le accorate istanze degli amministratori delle città sedi dei porti –

afferma il sindaco sangiorgese Nicola Loira – . Ora dovremmo definire al

meglio la parte progettuale, acquisendo le autorizzazioni necessarie per poter

impiegare quanto prima i fondi stanziati”. Porto San Giorgio e Fano, con le

organizzazioni sindacali e associative dei marittimi, hanno ricoperto un ruolo

fondamentale nel tavolo di concertazione straordinario che si è aperto nei

mesi scorsi ad Ancona, nell’ambito del quale Loira ha insistito nel trovare

soluzioni definitive per mettere in campo progettualità necessarie che evitino

il ripetersi di situazioni d’emergenza. In tal senso si è ribadita l’opportunità di

estendere sui porti regionali la competenza dell’Autorità portuale di Ancona,

ovvero trattenere, in tutto o in parte, i canoni demaniali oggi interamente ed

indistintamente gestiti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.