AFFITTI UNIVERSITARI
Nel primo semestre del 2014 sul mercato delle locazioni si registrano ancora canoni in ribasso:
nelle grandi città hanno segnato una diminuzione dei valori dell’1,8% per i monolocali, dell’ 1,5%
per i bilocali e dell’1,7% per i trilocali. Nei capoluoghi di provincia la contrazione è stata dell’1,3%
per i monolocali e dell’1,2% per bilocali e trilocali.
Tra chi ha cercato casa con Tecnocasa il 4,8% è rappresentato da studenti universitari che si
trasferiscono dalla loro città di residenza per studiare. In genere, gli studenti che hanno già scelto
l’Ateneo da frequentare iniziano le ricerche per trovare la casa in affitto nel periodo di luglio o nei
mesi di settembre ed ottobre, quando sono terminati i test di ammissione. Sono questi i periodi in
cui le richieste di appartamenti in affitto da parte di studenti raggiungono livelli elevati.
Ma quali sono gli aspetti più importanti che gli studenti valutano quando cercano casa?
Sicuramente la vicinanza alla sede universitaria è di fondamentale importanza e per questo si
prediligono le casa vicine agli atenei o che siano ben collegate ad essi, in modo da ridurre i tempi
di spostamento.
Dalla nostra analisi risulta che il taglio più affittato è il bilocale con cucina abitabile (41,4%),
seguito dal trilocale (28,5%). Infatti se negli anni scorsi si optava anche per il bilocale senza cucina
abitabile, adesso invece quest’ultimo aspetto è sempre più richiesto perché il soggiorno viene
utilizzato come stanza singola, cosa più difficile da fare se invece la casa è provvista di angolo
cottura.
Negli ultimi anni è in costante crescita l’attenzione alla qualità abitativa, complice anche la
maggiore offerta immobiliare presente sul mercato: si guarda sia alla qualità dell’abitazione
(sia dell’appartamento sia del condominio) sia alla qualità dell’arredamento. In crescita anche
l’attenzione alle spese condominiali che, negli ultimi tempi, sono sempre più considerate dai
potenziali inquilini che mirano a contenerle.
Il contratto più stipulato è quello a canone libero (55,3%), a seguire quello transitorio (33,2%).