CNA Prov.le Fermo: aree interne, l’area montana fermana dimenticata
Ancora una volta il Fermano, e in particolare la sua area montana, non rientra nelle priorità della
Regione Marche.
Perifericità rispetto ai principali poli dello sviluppo economico, problemi di spopolamento,
invecchiamento della popolazione residua, declino delle attività economiche, ma con potenzialità di
sviluppo: sono le caratteristiche che tracciano il volto delle cosiddette “aree interne” su cui costruire
una strategia nazionale e locale di rilancio.
Un ritratto che assomiglia molto alla zona montana del Fermano e che ricorda la situazione di
Comuni quali Amandola, Smerillo, Montefalcone Appennino, Santa Vittoria in Matenano e
Montefortino.
“Purtroppo la Regione non sembra riconoscere all’interno fermano le caratteristiche individuate
dal Ministero – sostengono il Presidente Provinciale CNA Fermo Paolo Silenzi e il Direttore
Alessandro Migliore – se è vero che, nelle aree di intervento segnalate, il nostro territorio montano
non viene affatto preso in considerazione”.
La Giunta Regionale, con la delibera n.1126 dello scorso 6 ottobre, ha approvato l’individuazione di
tre aree pilota su cui intervenire e le relative modalità di attuazione, all’interno della strategia dedicata
alle “aree interne” tracciata dal Ministero dello Sviluppo Economico.
A tale proposito, la Regione individua come aree di sperimentazione: Basso Appennino Pesarese
e Anconetano (Acqualagna, Apecchio, Cagli, Cantiano, Piobbico, Frontone, Serra Sant’Abbondio,
Arcevia, Sassoferrato); Area Macerata, con inizio 2015 (Acquacanina, Bolognola, Castelsantangelo
sul Nera, Fiastra, Fiordimonte, Monte Cavallo, Muccia, Pievebovigliana, Pieve Torina, Serravalle
di Chienti, Ussita, Visso Cessapalombo, Gualdo, Monte San Martino, Penna San Giovanni, San
Ginesio, Sant’Angelo in Pontano, Sarnano); Area Ascoli Piceno, con l’impegno che sia avviato un
percorso di progettazione (Comunanza, Force, Montedinove, Montemonaco, Rotella, Acquasanta
Terme, Arquata del Tronto, Castignano, Montegallo, Palmiano, Roccafluvione, Carassai,
Cossignano, Montalto delle Marche, Offida).
Individuate e classificate per priorità, potranno quindi usufruire nei tempi previsti dei finanziamenti a
valere sui Fondi Europei (FESR, FSE, FEASR) per la realizzazione di progetti di valorizzazione dei
territori.
“Perché le aree interne della provincia di Fermo – chiede la CNA Provinciale di Fermo – sono state
escluse, come se non potessero rientrare nel ragionamento strategico regionale e nazionale? Qual
è l’argomentazione plausibile e logica di carattere economico, urbanistico e sociale? Perché queste
aree non sono state segnalate e visitate dalla delegazione ministeriale lo scorso giugno?”
Sembra infatti che per la Regione i nostri Comuni montani non soffrano delle stesse problematiche e
delle limitazioni ravvisate altrove.
La CNA Provinciale di Fermo, nel settembre 2013, ha promosso un convegno centrato proprio
sul tema delle aree interne: un importante momento di incontro a cui sono stati invitati i Sindaci
dei Comuni interessati, il Presidente della Comunità Montana e gli imprenditori, allo scopo di
sollecitare una collaborazione tra le Istituzioni affinché predisponessero, unitariamente, progetti
in grado di veicolare gli interventi finanziari previsti dalla Comunità Europea. Ricordiamo che, in
quell’occasione, l’impegno della CNA è andato oltre la semplice organizzazione del convegno,
presentando uno studio elaborato e presentato dall’economista Marco Marcatili. (segue)
Inoltre, in un comunicato diramato dalla Regione stessa il giorno dopo la firma della delibera, cioè
il 7 ottobre scorso, si legge: “La terza area (Ascoli Piceno) sarà aiutata a rientrare nei parametri
ministeriali, rivedendo, se necessario, la riperimetrazione, anche con l’ingresso di nuovi Comuni
dell’area Fermana”.
Specifica questa non contenuta nella delibera, ma che tuttavia testimonia, ancora una volta,
come la situazione della zona montana fermana non venga considerata degna di essere oggetto di
programmazioni e investimenti specifici.
“Si tratta di un fatto molto grave – commentano Silenzi e Migliore – che discrimina un’area di
grande valore storico, turistico, produttivo e ambientale, oltre a dimostrare anche una cecità di tipo
economico: la divisione, la frammentazione e l’esclusione delle aree interne non sembra, infatti,
presentare nessun rapporto di carattere strategico e programmatico. Alcune responsabilità sono da
attribuire anche ai Comuni e alla Comunità Montana dell’area discriminata – proseguono – per la
loro assenza nel dibattito che si è sviluppato già da qualche tempo sugli interventi sulle aree interne,
così come ha pesato la mancanza di proposte progettuali relative a turismo, riqualificazione dei
centri storici, valorizzazione dell’agricoltura e dei prodotti locali, messa in sicurezza del territorio,
oltre alla lentezza nell’avviare processi di collaborazione tra Comuni”.
La CNA Provinciale di Fermo ritiene sia necessario recuperare il tempo perduto, perseguire azioni
unitarie tra Provincia, Comuni, Comunità Montana, Associazioni di categoria affinché la Regione
riconsideri il piano d’individuazione delle aree interne in una visione unitaria di tutto il territorio
regionale.