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Un moderno sistema fiscale? Forse

0fiscorevolutionScaricare dalle tasse le spese di riparazione dell’idraulico. Per non costringere più gli italiani a trovarsi nell’odiosa situazione di sentirsi dire: «Sarebbero 200 euro, facciamo 100 senza fattura». Il governo progetta di aprire il cantiere del conflitto d’interessi fiscali: una misura sperimentata ad esempio con successo e da tempo negli Usa che punta a raggiungere due obiettivi: contrastare l’evasione fiscale e consentire ai cittadini (che attualmente non hanno alcun interesse diretto) di portare in detrazione scontrini e fatture riducendo così il peso delle tasse da pagare.

Se ne parla senza alcun risultato da anni (l’ultima proposta di legge è di 2 anni fa ed è affondata miseramente) ma ora Palazzo Chigi pensa di riprendere in mano il dossier seguendo l’indicazione di Matteo Renzi che insiste da settimane sulla necessità di un fisco a «trazione familiare». «Un sistema fiscale efficiente – ha ribadito in queste ore il ministro dell’Economia Padoan – si basa sulla fiducia fra contribuente e Stato. Il rapporto dovrebbe essere «friendly» ed esperienze internazionali dimostrano che questo è possibile». Certo si tratta di una strada difficile ma che il governo sembra proprio intenzionato a percorrere.

Il ministero è al lavoro per individuare gli ambiti in cui applicare il meccanismo. Per ora si tratta solo di valutazioni tecniche, guidate dal dipartimento delle Finanze, per cercare di capire, in particolare, quale sarebbe l’impatto in termini di gettito. Infatti allargare l’area delle detrazioni (fino a oggi limitata a ristrutturazioni edilizie straordinarie, interessi sui mutui e interventi di riqualificazione energetica sugli immobili) provocherebbe nell’immediato una flessione delle entrate non compensata dall’incremento di prelievo derivante dalla maggiore fedeltà fiscale dei contribuenti. Ma chi sta lavorando al progetto è convinto che una operazione ben congegnata sia in grado di «autofinanziarsi» in quanto la moltiplicazione di fatture e scontrini farebbe emergere sacche di prestazioni «in nero» capaci di gonfiare le poste Irpef e Iva.