Perchè aumenta il populismo antieuropeo?
Disoccupazione ai massimi storici, interi Paesi sull’orlo del fallimento economico con debiti sovrani a livelli stellari, economie stagnanti, Stato sociale soggetto a continui tagli, questo il risultato incontestabile delle ricette liberiste. Le teorie liberiste e il mantra delle liberalizzazioni hanno portato fin qui alla crisi più grave degli ultimi sessanta anni. I liberisti promettevano tassi di sviluppo a due cifre, ceti medi verso il consolidamento del loro benessere e un futuro sicuro alle nuove generazioni, nulla di tutto ciò si è avverato. Anzi siamo esattamente agli antipodi, l’economia è caduta in una delle recessioni peggiori mai ricordate a memoria d’uomo, il ceto medio è praticamente scomparso, estinto, la disoccupazione, in particolare quella giovanile è ai massimi con percentuali da mettere paura. Qualcuno si ostina a negare la realtà e ribalta la responsabilità sui singoli Stati, incapaci di applicare correttamente la ricetta liberista, tanto disastrosa. Quindi chiedono maggiore flessibilità, più “precariato” giovanile, un maggiore rigore nelle spese per il welfare, maggiore austerità e una dose maggiore di liberalizzazioni. Follia allo stato puro! Quanto dovrebbero essere flessibili i nostri giovani per trovare lavoro? O forse non sarebbe necessario cercare nuove opportunità e nuovi posti di lavoro fuori dai call center e dalla politica comunque di sostegno dei voucher? Vi sono opportunità legate all’economia dell’ambiente con la possibilità di creare decine di migliaia di posti di lavoro. Ci sono il turismo e la cultura con il Patrimonio che il nostro Paese possiede si possono creare anche in questi campi migliaia di nuovi posti di lavoro, già oggi occupiamo meno della metà degli addetti di altri Paesi con un patrimonio infinitamente più ridotto del nostro. Lo stesso si può dire per lo sviluppo tecnologico, sottratto alle regole folli della burocrazia e del fisco può essere un volano di crescita e di occupazione, a patto che la scuola faccia integralmente la sua parte come dimostrano alcuni esempi di eccellenza. Che cosa serve per fare almeno una parte di quello che abbiamo detto? Occorre un intervento dello Stato, servono fondi mirati da parte dell’Europa, che deve smetterla di finanziare le Banche, ma purtroppo temiamo che non sarà così proprio perché l’Europa prepara un’altra tranche pari a mille miliardi per le banche. Così lo sviluppo resta al palo e l’avversione all’Europa monta in maniera sempre crescente, rischiando di mandare in pezzi l’Unione ed i singoli Stati, oltre a creare disaffezione per il voto o la spinta verso derive radicali antieuropee.
ARES