La direzione è giusta, il traguardo lontano!
Lotta agli sprechi, semplificazione amministrativa, riduzione degli stipendi dei manager e dirigenti pubblici in posizioni apicali, disboscamento degli enti inutili e via di questo passo è la direzione giusta sulla quale si è avviato il governo Renzi. Una strada irta di ostacoli da non sottovalutare, come si è visto in queste prime fasi, durante le quali in particolare i tecnici del tesoro hanno cercato di imbandire una tavola diversa da quella richiesta dal premier. Sarà così anche nel prossimo futuro, anzi le resistenze e i veti, anche ben motivati cercheranno a lungo di rallentare il cammino delle riforme, dal quale discende anche e soprattutto la perdita di autoreferenzialità di certa classe dirigente. La lotta alla burocrazia innanzitutto, come ha più volte sottolineato il premier, ma sono soprattutto le centinaia di enti inutili a dover essere tagliati inesorabilmente prima che cambino faccia e si trasformino continuando a tosare i cittadini. Lasciamo da parte le Regioni di cui abbiamo già detto e sarebbe utile accorpare eliminando per intanto quelle a statuto speciale, le provincie semi svuotate, a compensazione aumentano i posti nei comuni 8sic), resistono ancora le Comunità Montane, anche laddove i monti non ci sono. Di seguito possiamo parlare delle Unioni dei Comuni, i Centri di Sviluppo Agricolo, i Consorzi di Bonifica, gli Enti Parco, gli ATO, i Consorzi Industriali, i GAL (gruppi di azione locale per la gestione dei fondi europei), i Distretti Sanitari e questa è solo una parte del poltronificio. A seguire occorre dar conto di tutti quegli enti sui quali è quasi impossibile avviare un’opera di razionalizzazione o di dismissione, le Camere di Commercio, sia quelle italiane, quanto quelle estere, l’ACI, con quello che costa agli automobilisti, ne daremo conto a parte, le Motorizzazioni, l’ENIT, ente nazionale per il turismo, o magari certi enti mimetizzati quali le agenzie regionali e provinciali nei settori dell’ambiente e della formazione, lo scandalo perpetuo delle stazioni sperimentali, camuffatesi all’interno di alcune Camere di Commercio, drenano inutilmente denaro dai produttori di oli, grassi, carburanti, agrumi. Possiamo chiudere questa breve, ma interessante carrellata con le Prefetture, gli uffici decentrati dell’amministrazione statale, anche in regioni minuscole, che a nostro dire andrebbero di fatto accorpate. Volete sapere il costo di questa pletora di enti, sottoenti, agenzie, quasi 9 miliardi di euro, due volte l’IMU. Ne deve fare di strada Renzi e il commissario alla spesa Cottarelli, attenti alle trappole e soprattutto alle immancabili furbate di quanti ligi al proverbio cinese si abbasseranno all’arrivo della bufera per rialzarsi più baldanzosi di prima alla scampato pericolo. Da trenta anni questo Paese aspetta un minimo di modernizzazione che vuol anche significare rilancio e ripresa dell’economia, forse questa è la volta buona, lecito sperare, ma anche lecito vigilare e dubitare dopo alcune promesse mancate o parzialmente realizzate come l’abolizione delle provincie e la riforma del Senato.
ARES