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Troppi medici obiettori, aborti difficili, l’Europa richiama le Marche

0mediciobiettoriTroppi medici obiettori di coscienza, l’Europa bacchetta le Marche dove non si rispetta il diritto delle donne sancito dalla legge 194, di interrompere una gravidanza. La maglia nera va agli ospedali di Jesi, Fano e Fermo, dove i medici sono tutti obiettori. E per praticare aborti in quegli ospedali devono spostarsi équipe da fuori. Così si è espresso il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa che ha risposto al reclamo collettivo presentato un anno fa dalla Cgil assieme ad altre associazioni.

La Cgil vuole ora un intervento dell’assessore regionale alla salute Almerino Mezzolani. «Chiediamo – dice Daniela Barbaresi, segretaria Cgil Marche – che la direzione dei presidi in cui si effettua l’interruzione di gravidanza sia affidata a chi non è obiettore e che il requisito della non obiezione sia introdotto per chi deve essere assunto o trasferito in presidi con oltre il 50% di obiettori. Chiediamo inoltre che la Regione attui l’istituto della mobilità, previsto dalla stessa legge 194 per coprire le carenze di medici e infermieri non obiettori».

Agli Ospedali Riuniti di Torrette (Salesi) i medici obiettori sono 15, i non obiettori 25. I primi quindi sono il 38% del totale. Situazione diversa per i paramedici: 121 gli obiettori e 159 i non obiettori. La percentuale qui arriva al 43%. Le Marche Nord vanno dal 29% per i medici obiettori a Pesaro al 65% di Fano. I paramedici sono 44% a Pesaro e 92% a Fano.

Le aree vaste di Jesi, Fano e Fermo raggiungono il 100% sia nei medici che nei paramedici. Nelle Marche gli obiettori medici arrivano al 68%, i paramedici al 73%. Per far diminuire queste percentuali l’intervento deve essere anche delle istituzioni. La pensa così Flavio Del Savio, storico ginecologo non obiettore, ex primario della divisione di Ostetricia e Ginecologia del Salesi in pensione da un anno: «Andrebbe individuata una modalità premiante per coloro che decidono di non essere obiettori. Non dal punto di vista economico ma in termini di lavoro. Spesso invece gli obiettori si trovano solo a fare delle mansioni in più e a non godere in pieno delle ferie per non lasciare scoperto il servizio. Insomma, oggi sono penalizzati quando invece andrebbero premiati».