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CGIL a Congresso oggi e domani

02cgilcongresCgil Marche a congresso, oggi e domani, ad Ancona, alla Mole

Vanvitelliana, presenti 260 delegati: si inizia oggi, a partire

dalle 15,00.

Nel corso della campagna congressuale, si sono svolte 2mila

assemblee nelle quali hanno votato 41mila lavoratori e

pensionati, pari al 24% degli iscritti alla Cgil, un numero

superiore a quello del precedente congresso (22% nel 2010).

Nelle assemblee, sono stati discussi e votati due documenti,

quello in cui il primo firmatario è Susanna Camusso, segreteria

generale Cgil, che ha ottenuto il 96,8% dei consensi, e quello

di Giorgio Cremaschi, che ha avuto il 3% dei voti. La Cgil

conta 196mila iscritti nelle Marche, il 49% donne. Numeri che

sono in crescita poiché si registrano 2121 iscritti in più

rispetto al 2012 e 6354 in più rispetto al precedente congresso.

La relazione introduttiva è del segretario generale Cgil

uscente, Roberto Ghiselli. Le conclusioni sono affidate a Serena

Sorrentino, segretaria nazionale Cgil.

LA RELAZIONE DEL SEGRETARIO: i numeri della crisi – “Anche le

Marche hanno visto peggiorare le proprie condizioni economiche

– dichiara Ghiselli -: nel 2007 la disoccupazione era al 4,2%

rispetto ad una media nazionale del 6,1%, mentre alla fine

del 2013 è salita all’11,1%, di poco al di sotto della media

nazionale che è dell’11,5%”. A pagare, sono state soprattutto

le piccole imprese manifatturiere, quelle collegate alla

filiera delle costruzioni, le imprese poco orientate al mercato

internazionale, intere aree-sistema come il Fabrianese e

l’Ascolano. La crisi ha cambiato la geografia imprenditoriale:

una miriade di piccole e piccolissime imprese hanno chiuso,

imprese e marchi storici sono scomparsi, molte sono state cedute

a gruppi internazionali, multinazionali che si sono ritirate dal

nostro territorio. Alcuni esempi: l’Antonio Merloni, la Best,

l’Isa, la Ferretti, la Benelli, la Berloni e, in queste ultime

settimane, la vicenda della Roal, della Roland, della Poltrona

Fau. A queste, aggiungano le incognite per la nostra più grande

azienda, l’Indesit.

L’analisi della Cgil – Per Ghiselli, “siamo coinvolti in una

internazionalizzazione malata in cui i capitali stranieri

non alimentano nuove attività e nuova occupazione ma, nella

maggior parte dei casi, intervengono in situazioni compromesse,

appropriandosi di competenze e marchi locali”. Dunque, “la crisi

internazionale ha accelerato un processo declinante in corso

da tempo e ha evidenziato le nostre debolezze strutturali”. E

cioè l’estrema parcellizzazione del tessuto imprenditoriale,

un livello mediamente basso della qualità dei prodotti, una

precaria dotazione infrastrutturale, l’eccessiva esposizione

finanziaria. Secondo Ghiselli, “le risposte sinora fornite

dal sistema regionale non sono state all’altezza delle sfide,

non c’è stato un ‘luogo progettuale’ in cui confrontarsi e

per individuare le priorità e, sino ad oggi, sono prevalsi i

localismi”. La Cgil sostiene che “anche l’opportunità dei nuovi

fondi Ue 2014-2020 rischia di non venire valorizzata al meglio”.

Le proposte – Le Marche hanno punti di forza su cui scommettere

come l’equilibrio territoriale, un sapere diffuso, alcune

eccellenze produttive, risorse infrastrutturali come porto,

Interporto e reti di comunicazione, che possono favorire la

logistica e le comunicazioni. La Cgil Marche ha già elaborato

un Piano del lavoro e con le altre organizzazioni è stato

definito un documento rispetto al quale, però, ci sono state

difficoltà a tradurlo in percorsi concreti. Tra le proposte,

per la Cgil, è da attivare un vero tavolo di partenariato che,

partendo dai fondi Ue, ricomprenda le politiche locali di

sviluppo. Nel dettaglio, occorre concentrare i finanziamenti

su alcune priorità con la partecipazione di soggetti privati e

pubblici, orientare le politiche infrastrutturali alle nuove

direttrici di sviluppo continentale, promuovere processi

innovativi e aggregativi nelle imprese locali, riconsiderare

in modo integrato le politiche sociali e del lavoro. L’elenco

comprende inoltre la necessità di un’accelerazione al processo

di aggregazione territoriale e dei servizi a rete ed una

gestione coerente della riforma socio-sanitaria. Perciò, la Cgil

chiede alla Regione di affrontare con più coraggio politico

questi nodi.

Una nuova contrattazione – Per la Cgil, è fondamentale la

funzione del Contratto nazionale di lavoro ma è anche importante

rafforzare la contrattazione di secondo livello. Altrettanto

importante è stendere e qualificare la contrattazione

territoriale con le amministrazioni locali sui temi del Welfare

e dei redditi.