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Crisi, mercato immobiliare, di chi la responsabilità?

0mercatoMercato immobiliare in crisi, mai tanto depresso da quasi trent’anni. Secondo l’Agenzie delle Entrate nel 2013 le compravendite sono state 904.960, quasi 88 mila in meno rispetto al 2012. Tradotto in percentuale, significa l’8,9% in meno di rogiti per acquisto e vendite di case e, in generale, immobili.

Questo il dato riportato oggi con grande evidenza da quasi tutti gli organi di stampa e dai notiziari televisivi, meno attenta l’analisi e la ricerca delle responsabilità. Qualcuno invero azzarda responsabilità della burocrazia, delle troppe tasse, senza peraltro approfondire troppo. Il mercato è senza dubbio arretrato a causa di ISI, ICI, IMU e da ultima la TASI, nessun premier da Amato in avanti passando per Ciampi, Berlusconi prodi, Monti e da ultimo Renzi hanno risparmiato la casa, Renzi i particolare ha consentito un aggravio della Tasi a favore dei comuni assai restii a fare tagli alle spese. La Tasi è stata portata al 3,3 per mille sulla prima casa e fino ad una massimo dell’11,4 per mille sulla seconda casa. Ovvio in questa situazione, con un costruito che supera ampiamente la domanda, con la complicità della crisi economica e la difficoltà di accesso al credito, che la compravendita di abitazioni si sia rarefatta e sia tornata a livelli degli anni “90.  La frenata, di cui oggi molti sembrano meravigliarsi, era ampiamente prevista, ogni mercato cresce, arriva ad un tetto e poi tende ad assestarsi, questo è successo per il mercato immobiliare, anche a causa dell’assenza di misure adeguate di sostegno verso le giovani coppie o in direzione dello smaltimento delle abitazioni già costruite. Nessun comunque punta il dito contro i Comuni responsabili di aver utilizzato il rilascio delle concessioni edilizie e i relativi contributi per oneri di urbanizzazione come strumento per sostenere i bilanci, senza tener conto di alcuni elementi fondamentali, come flussi migratori, domanda effettiva di abitazioni o di spazi commerciali. Con il risultato odierno di migliaia di case vuote invendute ed altrettanti spazi commerciali inutilizzati.

ARES