RegioneUltimissime Notizie

Lavori in subappalto terza corsia ditte non pagate

0lavoriterzacParla un’azienda di costruttori per tutte. Senza volersi esporre, pur volendo lanciare un grido d’allarme. «Siamo quaranta imprese che hanno lavorato nel cantiere della terza corsia dell’A14 tra Senigallia e Chiaravalle. Tutte in subappalto, ma da due anni attendiamo il pagamento dei lavori. Ci sono fornitori, carpentieri, operatori edili, chi lavora nelle cave. Insomma uno spaccato delle imprese marchigiane, di cui la metà pesaresi che ora sono in ginocchio. La terza corsia doveva essere una opportunità e invece ci sta mettendo in difficoltà. Quattro di noi sono già fallite. Vantiamo crediti complessivi di 58 milioni di euro. E noi l’Iva e le tasse le abbiamo già pagate».

La situazione è complicata per i 250 lavoratori delle aziende in sub-appalto. «Società Autostrade ha già liquidato la società appaltante che sulla base delle fatture avrebbe dovuto pagarci, ma così non è stato. Ora il cantiere è fermo. Aspettiamo i nostri soldi che non però non arrivano. Avevamo trovato un accordo per averne almeno il 70%, poi il 60%, ma ancora nulla. Rischiamo tutti di chiudere, non sono lavori da pochi euro. Senza contare il disastro delle opere non portate a termine».
Il gruppo di imprenditori ha cercato una sponda nella Regione. «Il presidente Spacca ci ha aiutato, ci ha fatto sapere che Società Autostrade aveva liquidato la ditta appaltante, ma non c’è stato nulla da fare. Siamo determinati ad andare fino in fondo anche per le vie penali per avere quanto ci spetta. E chiediamo alle istituzioni di trovare una formula per sgravarci delle tasse che abbiamo pagato sui lavori mai riscossi. Sono state una mazzata che noi abbiamo comunque versato». Un mese fa la questione era stata sollevata anche dai sindacati, ma poi la cosa è ritornata sotto traccia. «Non abbiamo saputo più niente – continuano gli imprenditori – Non riusciamo più ad andare avanti». Il sindacato per bocca di Daria Raffaeli ammette: «È ancora tutto fermo rispetto a un mese fa. Ma abbiamo chiesto un incontro all’azienda appaltante così da poter capire come stanno le cose e trovare un accordo per ripartire coi lavori».