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Della Valle di nuovo in pressing su RCS

04ddv«Non conosco i conti in dettaglio, in ogni caso penso che prima di toccare i dipendenti si dovrebbe provare a ridurre i costi di almeno un 20%», ha detto la scorsa settimana Urbano Cairo in un’intervista a Repubblica dando così la sua ricetta per il rilancio deò gruppo Rcs, di cui di recente è diventato azionista con il 2,8 per cento. Il presidente del Torino nonché proprietario de La7 ha poi aggiunto di condividere la direzione di marcia dell’amministratore delegato, Scott Jovane, ma ha anche ammesso di avere avuto colloqui con Diego Della Valle (terzo azionista con circa il 9%) condividendone le richieste di una maggiore considerazione per i soci di minoranza. Nella stessa intervista venivano poi evidenziate le performance di La7 e in particolare il margine operativo lordo di 3,6 milioni dei primi otto mesi del 2013 ottenuto grazie a un rigido taglio dei costi senza toccare l’organico.

Un assist perfetto per mister Tod’s che, a distanza di pochi giorni, è tornato ad affondare il colpo sul salotto del Corriere della Sera invitando i soci a dare la gestione della società a Cairo. In un’intervista a Radio24 Della Valle ha ribadito il giudizio negativo sull’amministratore delegato Scott Jovane, definendolo «assolutamente inadeguato», e ha detto che «Rcs ha bisogno di cambiare in fretta». Poi, la candidatura dell’amico Urbano: “Rcs un editore puro ce l’ha ed è Cairo. Io sarei dell’avviso, se se la sente, di dargli la delega per gestire l’azienda e non capisco perché non lo facciano».

Né Della Valle né Cairo sono oggi rappresentati nel consiglio di amministrazione di Rcs e lo stesso editore piemontese nella chiacchierata con Repubblica aveva sottolineato come l’azienda attualmente sia «gestita da un cda e un management indicati da un patto di sindacato che non c’è più. Bisognerebbe tenerne conto poiché alcuni azionisti non devono contare più di altri, a meno che qualcuno non salga oltre il 30% e lanci l’Opa». Per questo, secondo Cairo, «serve più condivisione e maggiore considerazione dei soci di minoranza in una dialettica costruttiva che può portare nuove idee».

Intanto l’imprenditore marchigiano – dopo l’ennesimo botta e risposta al vetriolo con John Elkann, presidente di Fiat che di Rcs è primo azionista con il 20,5% – ha minacciato un’azione di responsabilità su alcune decisioni prese dal board. «Non sulla svendita della sede storica» ma «su tre o quattro cose… la stiamo valutando», ha detto oggi a Radio24.

Il presidente della Tod’s sostiene che all’interno di Rcs non avrebbe «alleati ma rapporti di stima con alcuni», compreso l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel «anche se viene da un ambiente che è mamma di tutti i problemi».

Mentre sul presidente di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, non usa mezzi termini: «Contava molto, oggi conta molto poco. Credo che identifichi un mondo che se ne deve andare e mi auguro che il nuovo presidente del Consiglio Renzi faccia piazza pulita. E’ un’operazione che va fatta in tutto il sistema, tutto insieme».

Quanto, infine, al direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, il presidente della Tod’s ha aggiunto: «Ferruccio facesse il giornale che vuole, tirasse fuori il coraggio che serve, secondo me starebbe in pace con la sua coscienza. Prenda il coraggio di fare il giornale e vada tranquillo».