Lettera aperta di Confabitare: addio Letta, senza rimpianti
Mentre scriviamo queste note, il Governo Letta lascia mestamente la scena. Il prode
Enrico, premier per volontà di Re Giorgio, è stato impallinato dal suo stesso partito ed in
primis da uno scalpitante Matteo Renzi in procinto di sedersi a Palazzo Chigi. Una partita
tutta giocata all’interno del Pd in pieno stile Prima Repubblica, che ci lascia sconcertati
come gran parte dell’opinione pubblica. Comunque, mentre aspettiamo il “rottamatore” o
presunto tale alla prova dei fatti, non possiamo non salutare con sollievo la fine dell’era
Letta. In questi dieci mesi l’ ex premier non ha fatto altro che ripetere, come un mantra
auto consolatorio, che il peggio è passato, la fine del tunnel è vicina e già si intravvede un
futuro radioso.
E noi lì lì per sfregarci le mani. Vuoi vedere che è la volta buona? Che i signori del
governo hanno trovato la ricetta giusta per portarci a “riveder le stelle”? Poi… poi bastava
accendere la TV e leggere i giornali: la solita solfa. O meglio, la solita drammatica
realtà: disoccupazione a livelli record, fabbriche e negozi che chiudono, settori portanti
dell’industria in crisi (a partire dall’edilizia), tasse e balzelli che continuano ad alleggerire
le tasche di milioni di italiani. E allora la domanda sorgeva spontanea: ma che ci
raccontano Letta & C.? La risposta, per quanto ci riguarda, è scontata. Perché è evidente
che non basta baloccarsi con qualche numero con il segno più davanti o qualche
investimento degli sceicchi per dipingere di rosa un quadro che resta a tinte fosche. L’Italia
è malata, e lo è in modo serio. Non servono aspirine o tisane, né tantomeno medici
inadeguati e ricette sbagliate.
Per noi di Confabitare, il governo Letta, è stato una delusione e merita un voto
decisamente basso in pagella. E dire che le premesse erano buone: ci ricordiamo
tutti il solenne impegno preso, al momento dell’investitura, di cancellare la famigerata
IMU sulla prima casa introdotta nel 2012 dal professor Monti, il “tassator cortese” con
l’ossessione dello spread. Impegno non mantenuto o, a voler essere generosi, mantenuto
solo parzialmente con l’abolizione della prima rata dell’IMU dopo rinvii e tentennamenti
vari. Quanto alla seconda rata, sappiamo tutti com’è andata. Polemiche, veti incrociati,
slittamenti: alla fine i proprietari di prima casa hanno dovuto pagare, nel caos più totale e
in tempi ristrettissimi, la mini-IMU a fine gennaio.
Ma non basta. Dietro l’angolo c’è già pronta la nuova imposta sulla casa, la IUC, che è la
somma di IMU, TASI (servizi indivisibili) e TARI (rifiuti). Un grottesco balletto di sigle, una
cervellotica suddivisione di balzelli e servizi, che nasconde l’ennesima stangata fiscale per
quell’80% di Italiani rei di possedere una casa.
Speriamo di sbagliarci, ma se così fosse, Confabitare saprà fare, come sempre, la sua
parte. Saremo in prima linea per combattere con ogni mezzo nuovi assalti fiscali che
finiscono per colpire i “soliti noti”. Renzi è avvisato: di fronte a una politica che continua a
trattare i proprietari come un bancomat per le casse statali, noi rispondiamo che siamo qui
e qui resteremo, al fianco dei nostri associati e dei tanti italiani che hanno acquistato una
casa con i sacrifici di una vita. “Hic manebimus optime” come dicevano i latini: non si illuda
la casta dei privilegiati che pensa di far cassa con i soldi della gente perbene. Sulla sua
strada troverà noi di Confabitare.
Alberto Zanni
Presidente Nazionale
Confabitare