Assemblee regionali sulle autonomie locali
In una fase caratterizzata da una forte crisi economica e dall’esigenza di razionalizzazione e riorganizzazione dell’assetto istituzionale del territorio, è indispensabile valorizzare le autonomie locali come istituzioni pubbliche in grado di garantire diritti fondamentali dei cittadini e capaci di porsi come motore di sviluppo delle economie locali. E’ quanto ribadito oggi nel corso dell’assemblea regionale di delegati e delegati delle Autonomie locali, promossa ad Ancona dalla Fp Cgil Marche.
È indubbio che l’insieme di provvedimenti normativi approvati in questi anni e quelli in discussione in parlamento che potrebbero essere approvati (Disegno di legge Delrio) hanno cambiato e continueranno a cambiare il sistema delle “autonomie locali” a favore di processi di aggregazione dei Comuni e di semplificazione istituzionale.
Ma la spesa inutile per eccellenza e quindi da tagliare è stata ritenuta in modo anche demagogico quella relativa alle amministrazioni provinciali, senza una strategia precisa nell’affrontare, in maniera adeguata, il tema del riassetto complessivo del territorio, senza cioè ridisegnare funzioni e competenze dell’intero sistema subregionale e del diverso rapporto da instaurare tra Stato e Regioni per quanto riguarda la competenza legislativa.
Nelle Marche quando parliamo di Autonomie Locali ci riferiamo a 15.079 lavoratrici e lavoratori, dei quali circa 2.200 sono presenti nelle attuali cinque province marchigiane. Il numero dei dipendenti comunali per 1.000 abitanti vede le Marche, seppur di poco, sotto la media nazionale, sette per mille contro il 7,44 per mille quale valore nazionale.
Nel processo di riordino istituzionale resta prioritaria per la FP CGIL la tutela del lavoro. Ciò significa che la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali è un obiettivo primario, sia per i lavoratori a tempo indeterminato sia per i lavoratori precari; che eventuali processi di mobilità non devono incidere sugli attuali limiti di spesa e su quelli assunzionali delle amministrazioni locali riceventi; che la formazione e la riqualificazione sono strumenti fondamentali da promuovere anche con misure straordinarie per garantire il reimpiego funzionale dei lavoratori eventualmente interessati dai processi di riassetto delle autonomie locali.
Va ricordato che i lavoratori degli enti locali sono parte dei dipendenti pubblici colpiti dalle misure di contenimento della spesa pubblica contemplate nella legge di stabilità 2014.
Il mancato rinnovo contrattuale per il quadriennio 2014 – 2017, previsto dalla legge di stabilità, unito a quello degli anni precedenti 2009 – 2013, fa scontare anche ai lavoratori degli enti locali una perdita significativa del loro potere d’acquisto e priva delle risorse necessarie ad accompagnare con la contrattazione decentrata di singolo ente il processo di riforma delle autonomie locali.
Alla Regione Marche si chiede di dare subito attuazione, per quanto di competenza, all’intesa nazionale sottoscritta il 19 novembre scorso con la costituzione di quella “cabina di regia” indispensabile a governare il processo di riordino.
Siamo altresì convinti che i Comuni non possano essere lasciati soli nella progettazione e realizzazione di percorsi associativi di qualità: chiediamo alla Regione di offrire un costante supporto tecnico ai Comuni coinvolti nei processi associativi e ad intervenire in loro sostegno anche attraverso il finanziamento di specifici studi di fattibilità attraverso cui i singoli enti locali possano elaborare propri progetti di riorganizzazione sovracomunale di funzioni, servizi e strutture.